Hamsik e Grassi, i “bambini” di “Nonno Reja”: la storia di due maestri e due allievi…

    Nel calcio spesso ci sono paragoni pesanti, che a volte riempiono di responsabilità calciatori, sopratutto giovani promesse, i quali potranno reagire in due modi diversi: non reggere il confronto e deludere, o caricarsi di orgoglio e rispettare le aspettative. Oggi, sentendo le parole di addio di Reja a Grassi – ai più attenti e ai più memori – non potrà non essere venuto in mente il più classico dei paragoni: Alberto Grassi come Marek Hamsik. Ma nello sport spesso ci sono anche bellissime storie che parlano di maestri e di allievi. E anche questa fa al caso nostro: “Mio figlio se ne è andato. Il mio bambinetto se ne va…”, il maestro Edy Reja ha salutato così uno dei suoi più cari allievi, il suo “bambinetto” Grassi.

    Ecco, proprio su questa parola bisogna concentrarsi, andare indietro nel tempo, nel lontano 2007, quando Pierpaolo Marino(allora DG del Napoli, ndr) affidò un appena ventenne Marek Hamsik nelle mani dello scettico Reja: “Pierpaolo(Marino, ndr), ma mi avete comprato un bambino?”. Bastò qualche allenamento per far capire all’allenatore goriziano le qualità del giovane Marek: “Pierpaolo, ma lo sai che questo bambino è forte? Conto di farne un titolare!”. Un rapporto maestro-allievo, quello tra Reja e Hamsik, che è continuato ancora nel tempo. L’anno scorso, infatti – in uno dei peggior momenti della carriera di Hamsik – Reja suggerì a Benitez di impiegare lo slovacco nel suo naturale ruolo di mezz’ala e non da trequartista.

    Dopo nove anni, dunque, giunge a Napoli un altro “bambino” appena ventenne; un’altra mezz’ala dalle grandissime qualità, “un giocatore completo” come ha definito il suo maestro. Nei campi di Castel Volturno, però, Grassi non sarà solo: a fargli da guida sarà l’altro allievo prediletto di “Nonno Edy”, una delle mezz’ali più forti al mondo: Marek Hamsik. Sembra ieri quando in tanti accostavano quel giovanotto dai capelli stravaganti ai più grandi centrocampisti europei, eppure ora è lui stesso ad essere un punto di riferimento, un maestro. Questa storia parla dunque di due maestri e due allievi, ma Hamsik e Grassi, saranno sempre i “bambini” di “Nonno Edy”…

    Articolo precedenteSconcerti: “Assurdo quanto successo in questi giorni. Offerta da 40 milioni alla Fiorentina”
    Articolo successivoTwitter – Pistocchi contro Adl: “Grassi ottimo ma al Napoli serve altro”