Romanzo Calcistico: Roberto “Pampa” Sosa, chi ama non dimentica

La quarta puntata di Romanzo Calcistico vede protagonista l’argentino Roberto Carlos Sosa, da tutti conosciuto come El Pampa. Classico centravanti d’altri tempi, Sosa è portato in Italia nel 1998 da Pierpaolo Marino, dirigente dell’Udinese, per rimpiazzare Oliver Bierhoff. El Pampa si dimostra all’altezza della situazione, dimostrandosi abilissimo nel gioco aereo per 4 anni.

E nel 2004, lo stesso Marino punta su di lui come uomo della rinascita del Napoli Soccer in serie C1, risultando uno dei primissimi acquisti. La carriera del Pampa, all’epoca 29enne, sembra in parabola discendente dal punto di vista realizzativo, e all’ombra del Vesuvio risulterà determinante subentrando a gara in corso, ma anche (e soprattutto) come uomo-spogliatoio capace di tenere unito il gruppo. Nel primo anno segna 10 gol, con l’amarezza dei play-off persi in finale ad Avellino con Reja in panchina al posto di Ventura. Ma il Pampa (perfetta riserva del bomber Calaiò) è uno tosto e (come il buon Edy Reja) resta anche per il secondo anno in C1. Una scelta che lo premia con la promozione in B, cui contribuisce con 6 reti. L’apoteosi il 30 aprile 2006: gli azzurri hanno già vinto il campionato da tempo e contro il Frosinone c’è per lui un regalo: la maglia numero 10 del suo idolo Maradona. Il destino gli riserva poi una prodezza in girata che fa esplodere il San Paolo, stadio che lo ha ormai eletto tra i beniamini più osannati. Nell’esultare, il Pampa si toglie la casacca, ma non resta a torso nudo: sotto c’è un’altra t-shirt con l’effige del Pibe de oro e la scritta Chi ama non dimentica. Quella frase è il simbolo dell’attaccamento all’azzurro, ma è anche l’ultimo giorno in cui un calciatore indossa la numero 10 a Fuorigrotta: i regolamenti di serie C prevedono infatti le maglie dall’1 all’11.

La sua storia in azzurro tocca i punti più alti nelle stagioni successive. Reja si fida ciecamente della sua qualità di cambiare le partite in corso e il Pampa lascia la sua impronta anche in serie B. In particolare, dei 6 gol di quell’anno si ricordano la rete del pari a Frosinone (gara poi vinta dai partenopei all’ultimo secondo grazie a una prodezza di Trotta) e il gol-partita all’Albinoleffe con un imperioso stacco di testa: a conti fatti, reti decisive per la promozione in massima serie. È titolare lo storico 10 giugno 2007, quando gli azzurri pareggiano 0-0 col Genoa, tornando in A dopo una lunghissima attesa. A 32 anni, Sosa resta anche in serie A, facendo da riserva a Lavezzi, Zalayeta e Calaiò. Il rendimento resta costante: per lui altri sei gol. Nella gara contro la sua ex Udinese, raggiunge la 100ma presenza in azzurro siglando anche il gol del definitivo 0-5, rinunciando ad esultare per rispetto ai suoi ex tifosi, i quali invece lo applaudono. Suo anche il gol-vittoria al Livorno, fino all’’11 maggio 2008, altra data indimenticabile. Il Pampa gioca al San Paolo contro il Milan la sua ultima partita con la maglia del Napoli, indossando anche la fascia di capitano. La prodezza di Hamsik, il rigore di Domizzi e il gol di Garics consegnano agli azzurri la qualificazione europea (in Intertoto) dopo 14 anni. E, nel giro di campo a fine partita per salutare i tifosi, Sosa indosserà di nuovo la maglia dedicata a Maradona. Non c’è che dire: il Pampa ha amato davvero Napoli e non la dimentica. E quell’amore reciproco non è calato nel corso degli anni.

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