Romanzo Calcistico: Ezequiel Lavezzi, il “Pocho azzurro”

La seconda puntata di Romanzo Calcistico si occuperà di Ezequiel Lavezzi, il “Pocho” che ha fatto appassionare i tifosi azzurri dal 2007 al 2012. Arrivato nel neopromosso Napoli per 6 milioni di euro dal San Lorenzo (la squadra di cui è tifoso Papa Francesco), come gran parte degli acquisti delle campagne estive dell’era De Laurentiis, anche lui non sfugge allo scetticismo generale, tanto che alla presentazione (avvenuta insieme a un certo Marek Hamsik) Lavezzi era apparso a molti tifosi troppo grasso per giocare in serie A: convinzione accresciuta dalla precedente esperienza fallimentare al Genoa. Ma, come sempre, il campo è giudice supremo, con il ragazzo argentino che, sotto la guida di Edi Reja, dimostra subito grandi doti. Su tutte spicca una grandissima velocità, che fa di Lavezzi un grande specialista nel contropiede, pronto a mettersi al servizio degli altri attaccanti Emanuele Calaiò e Marcelo Zalayeta. El Pocho entra subito nel cuore dei tifosi con una tripletta al Pisa in Coppa Italia, ma è il 2 settembre 2007 la data che il popolo azzurro non dimenticherà mai. Reduce dalla batosta interna col Cagliari, il Napoli va a Udine per affrontare i bianconeri. Una sfida difficilissima, che però si rivelerà un trionfo: 5-0 per la squadra di Reja e prima vittoria in serie A dopo tanti anni. In quella partita, un gol, due assist e tanta, tanta fantasia mostrata da Lavezzi. Da lì è un crescendo continuo, con tanti assist e un bottino finale di 11 gol in 39 partite, a coronamento della qualificazione finale alla Coppa Uefa (attraverso l’anticamera dell’Intertoto) dopo ben 14 anni.

Ormai Lavezzi (cui per la nuova stagione viene affiancato German Denis) è un idolo, ma, dopo un inizio esaltante (suo il gol-vittoria alla Juventus), viene anche lui risucchiato nella crisi del 2008-2009, culminata con l’addio di Reja e l’arrivo di Roberto Donadoni. Il giocatore medita l’addio ma, per fortuna dei tifosi azzurri, non andrà così. Anche la stagione 2009-2010 non inizia sotto buoni auspici, tanto che Roberto Donadoni viene esonerato. Al suo posto Walter Mazzarri, tecnico capace di far rendere al massimo molti giocatori della rosa. Lavezzi viene schierato al fianco di Hamsik come trequartista dietro Quagliarella, e la squadra rimonta fino ai vertici della classifica. Manifesto di quella stagione sono le due vittorie sulla Juventus: la prima è la storica rimonta in casa bianconera (primo successo azzurro dopo 21 anni), mentre la seconda è un bel 3-1 al San Paolo (il gol della tranquillità è proprio di Lavezzi). Nel frattempo, il Pocho ottiene un rinnovo di contratto con clausola rescissoria da 31 milioni (la prima dell’era Adl). A fine anno è ancora qualificazione in Europa League (9 gol in 31 partite), ma la squadra è ormai rodata per il grande salto in Champions. Il mercato dell’estate 2010 regala agli azzurri Edinson Cavani, che con Lavezzi e Hamsik forma “i tre tenori”: l’uruguaiano segna a raffica, Lavezzi gli serve tanti assist e Hamsik regala giocate di alta classe. Addirittura la squadra sogna a lungo lo scudetto, ma un piccolo calo nel finale la fa arrivare al terzo posto, che però è un’altra pagina di storia: il ritorno in Champions League dopo 21 anni (per Lavezzi ancora 9 gol in 42 partite stagionali). Momenti memorabili di quell’annata per il Pocho, il gol ad Anfield Road contro il Liverpool (la partita terminerà 3-1 per gli inglesi) e il magnifico coast to coast che permette al Napoli di vincere 1-0 contro il Cagliari al Sant’Elia (15 anni dopo l’ultima vittoria partenopea in Sardegna). Le sirene cominciano a farsi insistenti, ma Lavezzi rimane per giocare la Champions. La competizione europea lo esalta e il Napoli riesce ad eliminare nel girone una grande come il Manchester City. Negli ottavi di finale, l’apoteosi per il Pocho: doppietta al Chelsea nel 3-1 del “San Paolo”. Tale exploit non basterà però per passare il turno contro futuri i campioni d’Europa. In campionato è solo quinto posto, ma Lavezzi (ormai sul piede di partenza) vuole lasciare con un trofeo. Il 20 maggio 2012, il Napoli vince la Coppa Italia nella finale di Roma contro la Juventus, nella quale Lavezzi conquista il rigore dell’1-0 (poi trasformato da Cavani, mentre Hamsik segna il 2-0). Le lacrime di gioia per il primo trofeo del dopo-Maradona sono un chiaro segnale di addio alla maglia azzurra, col Psg che paga la clausola e porta a Parigi il primo vero idolo dell’era De Laurentiis. In Francia, Lavezzi gioca discretamente, vincendo 3 campionati ma nulla in Europa (perdendo nel frattempo i Mondiali del 2014 con la sua Argentina nella finale contro la Germania). Ora sta concludendo la carriera in Cina, ma i capitoli più belli della carriera di Ezequiel Lavezzi restano senza dubbio legati al Napoli, da cui quel ragazzo argentino arrivato grasso se n’è andato via da campione affermato.

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