Eljif Elmas, storia del “dodicesimo uomo” del Napoli

Il calcio, nel corso degli anni, si evolve. Un fatto ben noto a chiunque segua questo sport. Col tempo, saltano fuori nuove soluzioni che segnano in modo chiaro i cambiamenti. Alcune di queste sono nate nell’epoca dei 5 cambi, introdotti nel 2020 nel periodo del post-Covid per far fronte all’enorme mole di impegni ravvicinati e poi mantenuti. Quella che doveva essere una misura temporanea si è trasformata in un’opportunità di poter gestire al meglio una rosa. Le alternative, spesso relegate al triste ruolo di panchinaro, hanno assunto maggiore importanza, divenendo fondamentali per un club. Da questo punto di vista, Napoli ha avuto la fortuna di poter disporre di un subentrante (e non solo) di altissima qualità: Eljif Elmas. Il macedone, da pochissimo un nuovo giocatore del Lipsia, ha segnato un pezzo della storia recente dei partenopei che merita di essere raccontato.

E dire che, il giorno del suo arrivo, nessuno avrebbe immaginato che al momento del suo addio, qualcuno ci avrebbe perso una lacrimuccia. Il suo approdo a Napoli, datato luglio 2019 (quando i 5 cambi nemmeno esistevano), non ha suscitato enorme gioia tra i tifosi. Qualcuno ha pensato cosa dovesse fare una squadra, reduce da un secondo posto, con un giovane semisconosciuto preso dal Fenerbahce. Alcune sue prestazioni iniziali, condite da qualche buono sprazzo, non hanno lasciato troppo il segno. Soprattutto, il dubbio principale per tanti è stato capire dove potesse rendere al meglio. Lo si è visto giocare centrocampista, trequartista, esterno di centrocampo e ala, senza dare indicazioni precise su quale fosse la sua collocazione migliore. Una qualità molto richiesta dai calciatori moderni, ma che non è stata subito colta.

Carlo Ancelotti nutre fiducia nel suo talento, infatti lo schiera spesso. Quella stagione però, non sarà affatto positiva per il Napoli. L’esonero del tecnico emiliano, ha portato l’approdo di Gennaro Gattuso sulla panchina partenopea. Con lui, viene schierato con meno frequenza, trovandosi però a tappare eventuali falle. Sarà con il tecnico calabrese che vedrà la sua prima gioia, anche se non ufficiale. In occasione di un sofferto Sassuolo-Napoli 1-2, ha propiziato l’autogol di Pedro Obiang. Una vittoria ottenuta dopo 2 mesi senza vittorie in Serie A che, chi non ha vissuto, non può capire. La prima esultanza ufficiale avverrà in un Sampdoria-Napoli 2-4. In quel caso, nessuno può togliergli il gol.  

Poi, arriva la svolta decisiva. Per far fronte ai numerosi impegni in periodo post-Covid, viene stabilito che le squadre potranno effettuare 5 sostituzioni e non le consuete 3. Questa modifica regolamentare, rende Elmas uno dei calciatori più utili della rosa. La sua duttilità può essere largamente sfruttata, specie in partite complesse. Concluderà l’annata vincendo la Coppa Italia con la squadra e lasciando alcune buone sensazioni per il futuro.

Nel corso della stagione 2020/21, cambia il suo numero di maglia (il 12) con il 7, ereditato da José Maria Callejon che a sua volta lo ha rilevato da Edinson Cavani. Ancor prima, numero del Pocho Lavezzi. Una scelta coraggiosa, visto il peso che questo possiede nella piazza napoletana, soprattutto nei tempi recenti. L’annata inizia bene, con un gol al Genoa. In seguito però, tanta panchina e poche reali opportunità dal primo minuto. C’è però spazio per un bel gol al Parma, di quelli che ricorda le qualità a sua disposizione. Sì, perché nella Macedonia del Nord gioca, tanto da portarla agli Europei del 2021 insieme a Goran Pandev, un altro che a Napoli ha lasciato il segno.  

Il talento non manca infatti. Di volta in volta, si vedono delle giocate luminose, tant’è che qualcuno lo chiama diamante. C’è bisogno però di qualcuno che sappia cogliere questo modo particolare di giocare: tanto bello quanto da indirizzare. Nell’estate del 2021 però, il Napoli cambia in panchina. A prendere le redini della squadra è Luciano Spalletti, l’uomo che più di tutti ha saputo covare ed esaltare le sue qualità.

Sotto la guida del tecnico di Certaldo, che ha enorme considerazione di lui, matura in maniera definitiva. I suoi ingressi non sono più fini a sé stessi, ma divengono molto utili per la squadra. Di conseguenza, cominciano ad arrivare più gol e più assist, anche di notevole importanza. A volte, parte anche titolare, senza mai sfigurare. La prima gioia dell’annata 21/22 arriva addirittura nella prima giornata, contro il Venezia. Sarà però in Europa League dove darà il meglio di sé. Segna nelle due sconfitte contro lo Spartak Mosca e soprattutto nella partita decisiva contro il Leicester City, addirittura per due volte. Sotto una tremenda pioggia, la sua doppietta permetterà agli azzurri di approdare ai playoff precedenti agli ottavi di finale del torneo.

Inizierà a ritagliarsi il suo decisivo spazio anche in campionato. È una sua zuccata a risolvere un ferrato Milan-Napoli. Oltre questo, inizierà a conseguire anche degli assist molto importanti. Ciò che però stupisce, è come riesce a giocare in ogni ruolo del campo. Gioca alto a destra e a sinistra o da trequartista, oltre che nei 3 di centrocampo. In ogni caso, lo fa con personalità. Non tutti lo apprezzeranno fino in fondo, ma il bottino stagionale di fine stagione segnerà 7 gol e 6 assist, numeri molto importanti, visto il suo minutaggio. L’ultimo gol del 21/22 sarà in casa dell’Atalanta, a siglare il definitivo 1-3. Sarà il primo di 3 gol in uno stadio che, evidentemente, gli porta molto bene.  

Se però non bastano numeri e prestazioni a convincere tutti che Elmas ci sa fare, ci pensa Luciano Spalletti. Ad una domanda all’inizio della stagione 2022/23, il tecnico dice del macedone che “sa fare tante cose bene”. Qualcuno ancora fermo ostinatamente ai giudizi del passato, lo considera fumoso e poco concreto. Quella dichiarazione però, si può considerare un po’ un racconto di quella stagione che, per molti rischiava di essere fallimentare e invece si è conclusa in maniera trionfale con la vittoria dello scudetto.

In pochi però, avrebbero immaginato che il macedone sarebbe stato tra i principali artefici di quella vittoria. Nel corso della stagione non raggiunge le cifre di quella precedente, ma in lui si vede maggiore qualità e soprattutto spirito di sacrificio. L’ex Fenerbahce vuole lottare insieme al gruppo e vincere come tutti. Il suo sussulto più forte della stagione arriva nel corso di un’altra uscita a Bergamo. Il giorno prima della partita infatti, l’eroe di quel Napoli Khvicha Kvaratskhelia si ferma per una lombalgia. Se per i tifosi sorgono molti dubbi vista la difficoltà della gara, per Spalletti non ci sono dubbi: gioca Elmas. Ripagherà questa fiducia con un gol pesantissimo che consente agli azzurri di ottenere una vittoria probabilmente da 9 punti. Nell’uscita successiva, siglerà un assist ed un bellissimo gol all’Udinese, chiudendo in bellezza il suo 2022.

Il suo inizio di 2023 però, sarà ancora più impattante. Scalda i motori fin da subito, andando in gol su rigore contro la Sampdoria. Poi, ne segue un altro decisamente più bello e soprattutto importante: quello del definitivo 5-1 alla Juventus. Segna con un dribbling meraviglioso col quale manda al bar Filip Kostic, poi non gli resta che tirare in porta di sinistro. È la ciliegina sulla torta di un trionfo, di una notte magica, di quelle che i tifosi ricorderanno a lungo. Soprattutto, è la vittoria della filosofia di Luciano Spalletti e del suo insistere su certi concetti e in particolare sulla figura del macedone, che intanto si è guadagnato anche la fiducia totale del pubblico. Ora tutti ne hanno capito l’importanza, e chissà cosa avrà pensato chi per lunghi anni non lo ha capito al momento di quel gol…

Chiuderà il cerchio nella partita di ritorno contro i bianconeri, dove stavolta sarà serve i panni dell’uomo assist per Giacomo Raspadori. Il suo cross si posa perfettamente sul sinistro dell’ex Sassuolo, che deve solo scagliare violentemente in porta. Sarà l’ultimo bonus di quella splendida stagione, chiusa con lo scudetto, 6 gol e 3 assist. Sarà il miglior marcatore stagionale dietro Osimhen e Kvaratskhelia. Soprattutto, consegue la definitiva maturazione sportiva e personale. Nel frattempo, ha anche avuto l’onore di poter portare la fascia di capitano del Napoli al braccio, in occasione della partita di Coppa Italia contro la Cremonese.

Le cose cambiano però nel corso della stagione 2023/24. Sia con Rudi Garcia che con Walter Mazzarri trova meno spazio. La perfetta gestione di Spalletti non c’è più. Viste certe cose, è il momento di cambiare aria. Specie se hai 24 anni e tanto da dimostrare. A convincerlo, c’è il Rb Lipsia, società che nell’individuare giocatori di talento è tra le prime al mondo. Dunque, la sua avventura termina dopo 4 anni e mezzo. Resterà giusto il tempo di regalare due ultime gioie ai tifosi partenopei: una contro la Salernitana, l’ultima, forse un segno del destino, contro l’Atalanta al Gewiss Stadium.

Saluterà poi la squadra, i supporters e la società con un bellissimo messaggio sul suo profilo Instagram, nel quale ricorda come a Napoli sia cresciuto e diventato uomo. Ripensando ai momenti in cui Elmas c’è stato, è difficile che non scenda una lacrimuccia. Parliamo pur sempre di uno di quelli che ha vinto lo scudetto all’ombra del Vesuvio dopo 33 anni, con un ruolo molto importante. Un calciatore arrivato in sordina e che lascia la città col pensiero che forse si è perso un diamante. Probabilmente il suo valore è stato capito tardi, ma rimarrà parte della storia di questo club.

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