Delvecchio: “Atalanta-Napoli? Potrebbe succedere di tutto. Sarebbe giusto investire nei settori giovanili”

Oggi pomeriggio, Gennaro Delvecchio, ex calciatore di Atalanta e Sampdoria, è intervenuto ai microfoni di 1 Football Club, una trasmissione che va in onda su 1 Station Radio. Ecco cosa ha dichiarato:

Atalanta-Napoli? Può accadere di tutto, la posta in palio è molto alta. Potrebbe essere cruciale per il percorso di entrambe: il Napoli sta attraversando un ottimo periodo, l’Atalanta deve essere affrontata sempre al top della condizione fisica, quindi non riesco a dare un risultato o un giudizio a questa gara, può accadere di tutto. Entrambe saranno senza l’attaccante titolare, e parliamo di Osimhen e Zapata che giocheranno con loro ancora nei prossimi anni, ma che oltre ad essere molto forti ed un futuro importante, hanno anche un prezzo importante. Sono di calibro importantissimo.

Spalletti dovrà fare affidamento su Mertens. E’ un campione, sotto l’aspetto tattico sicuramente Spalletti farà qualche ritocchino perché le caratteristiche sono differenti. Soprattutto in fase offensiva. L’Atalanta è abituata a non giocare con Zapata a causa degli infortuni ed è uscita bene con Muriel lì davanti. Secondo me sono entrambi prime linee.

Chi secondo me giocherà a centrocampo per il Napoli? Faccio fatica a rispondere, vorrei vederli in allenamento. Sono quattro centrocampisti forti, hanno struttura, penso alla fine che a quei livelli devi farli sentire importanti tutti allo stesso modo, in quanto ci sono cicli diversi in campionato. Direi tutti e quattro, ci sono momenti in cui devi sostituire qualcuno per cali di forma o squalifiche, tutti e quattro hanno dimostrato valore. A me piace chi ha il vizietto del gol, Fabian Ruiz ce l’ha. Nei momenti difficili ed inaspettati possono risolvere le partite con gol decisivi.

Gli stranieri sono il problema del calcio italiano? I numeri nessuno può nasconderli e negarli. La realtà dei fatti è che nei nostri campionati ce ne sono tanti di stranieri. Penso che sia doveroso investire nel settore giovanile, pianificando non solo per la prima squadra ma anche nei ‘primi calci’. Un progetto a medio-lungo termine ed avere tanto coraggio per avere il materiale all’interno e poi farli giocare in prima squadra. E’ un lavoro certosino che va fatto a priori, dove si parte da molto lontano e poi far sì che il trend degli stranieri inizi a diminuire. Penso che sia doveroso da parte delle società italiane, come ad inizio anno, vedere quali sia il budget ed il 5-10% debba essere investito nel settore giovanile. In Italia c’è una grandissima cultura calcistica, se si inizia a lavorare bene con i piccolini, in 6-7 anni ci possono essere ragazzi che poi crescono e possono andare in Nazionale”.

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