Carpe Diem

Cogli l’attimo: è questa la frase che racchiude a pieno il senso di quanto segue.

Se l’eurogol di Pedro all’88º è apparso nei tifosi azzurri l’ennesima coltellata di una stagione infame, sfortunata, nella quale la fortuna pare abbia voluto dare un ennesimo segnale di voltafaccia agli azzurri, i quattro minuti successivi hanno significato ben altro.

Già, perchè nei quattro minuti successivi ci sono stati tanti fattori che forse gli azzurri non hanno mai mostrato completamente di possedere da inizio anno: coraggio, determinazione, cuore e soprattutto voglia di vincere, mettendo la testa sopra a Milan ed Inter.

Asse Ounas-Elmas (ancora una volta Spalletti la decide con i cambi), che serve Insigne che a sua volta manda in rete Fabian per il tripudio azzurro. Nulla mi toglierà dalla testa che anche Diego, da lassù, abbia contribuito con un soffio ad indirizzare in rete quel pallone la cui traiettoria tutt’oggi mi risulta essere irreale, stupefacente.

Chiudo citando Fabio Caressa che, dopo il rigore di Totti in Italia-Australia del trionfale campionato del Mondo degli azzurri di Marcello Lippi nel 2006, disse: “Ma se c’è un segno del destino, questo è un segno del destino”.

Quattro anni dopo con la stessa speranza e chissà, maggiori emozioni: abbiamo un sogno nel cuore.

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