Nessun coro razzista fermerà mai (il) Napoli!

Rimborsi tifosi
Rimborso tifosi

Nel calcio le domande dovrebbero riguardare solo il campo, come ad esempio: “Perché ha messo Mertens e non Milik?”, “Perché ha annullato il gol regolare di Dries?”. Queste sono le curiosità che un bambino che si affaccia da poco nel mondo del pallone o uno straniero venuto in vacanza in Italia dovrebbero porsi. Ed invece stasera qualcuno sugli spalti si sarà chiesto perché l’arbitro ha sospeso la partita o perché Ferrero è sceso sul rettangolo verde a chiedere di far silenzio ai suoi tifosi. Una pagina negativa di storia che si è appena scritta, visto che non bastano gli scudetti o mille coppe per diventare campioni, bisogna esserlo sugli spalti insieme ai propri giocatori. I sampdoriani oggi hanno perso sul campo e sulle gradinate, per colpa di quei soliti cori beceri che hanno accompagnato gli azzurri, oggi in tenuta gialla, dall’inizio fino alla fine.

Al gol di Milik è scattato l’inferno con uno stadio intero ad inneggiare il Vesuvio e la risposta del polacco che, ormai napoletano, ha messo le mani sulle orecchie a mo’ di sfottò contro questi beceri razzisti. Ad avere la peggio, però, è stato il numero 99 che ha subìto un’ammonizione. Inevitabile ad un certo punto sospendere la partita poiché il clima era diventato talmente ostile da rendere impraticabile il match. Troppo blande le pene che verranno inflitte, inutile fare campagne di sensibilizzazione se poi nella realtà succede il contrario. Inutile piangere la morte di un ragazzo, Astori, e sentire frasi irripetibili finanche contro San Gennaro al Franchi; inutile cercare di parlare con il cuore colmo di amore e perdono, come fatto dalla mamma di Ciro Esposito, se poi si difende l’assassino con striscioni pro De Santis. In Italia servono a poco le parole e gli spot che passano quotidianamente in tv che denunciano questo marciume. Bisogna davvero riformare il sistema giudiziario sportivo italiano, che abbraccia anche quello penale, per punire e riabilitare chi va allo stadio solo per urlare odio e repressione.

Servono i pugni duri contro chi non sa riflettere con le buone. Si spera vivamente che presto si creeranno norme ad hoc per limitare quanto meno questo gravissimo problema, perché l’ammenda di poche migliaia di euro alle società milionarie o chiudere settori per poche giornate sono palliativi inconcludenti. Oggi il Napoli ha vinto sul campo, ma più di tutto hanno vinto i napoletani che non hanno mai fatto cori colmi di odio bensì solo di amore nei confronti della città e dei loro beniamini. Lo scudetto stasera è andato alla Juve, gli azzurri ci riproveranno avendo il vantaggio di un pubblico meraviglioso al loro fianco. Domenica, in chiusura di un anno comunque speciale, il San Paolo sarà in festa per abbracciare i giocatori e Sarri, il quale in prima linea si è sempre schierato a favore del suo popolo come un vero Comandante.

La vittoria più bella è che in ogni caso l’amore trionferà.

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