Simeone blocca il sogno azzurro, ma guai a non dare il massimo fino alla fine!

Dal paradiso chiamato Koulibaly all’inferno chiamato Simeone.
Prima sconfitta esterna in campionato dopo più di 550 minuti di imbattibilità. Il Napoli si è arreso ancor prima di giocare, entrando in campo con un atteggiamento a dir poco irritante. Male la linea difensiva che Sarri ha più volte richiamato, prima anche del rosso diretto costato al difensore franco-senegalese.

Che qualcosa non andasse, quindi, si era capito sin dalle prime battute. Purtroppo gli azzurri non sono riusciti a trovare la grinta giusta, a differenza dell’Inter di ieri che, nonostante la sconfitta maturata solo allo scadere, ha mantenuto il campo benissimo per 70 minuti. Tanti gli azzurri nervosi, davvero pochi quelli che si salvano. Un plauso va Reina, che ha cercato di rimediare su diverse azioni pericolose create dai fiorentini, commovente Allan il quale ha cercato fino all’ultimo secondo di dare il suo apporto superando anche i propri limiti fisici.
Dopo la vittoria al fotofinish della Juve contro la Lazio, anche quella di ieri contro i nerazzurri ha bloccato mentalmente gli uomini di Sarri, che forse hanno dimostrato di essere in grado di poter lottare per lo scudetto, ma non abbastanza da poterlo vincere nonostante la potenza, non solo calcistica, della Juventus.

Mentalmente scarichi, fisicamente a terra: questa può essere la sintesi giusta della partita. Non sono bastati i 5000 alla stazione centrale di Napoli a dare carica agli azzurri, con un sogno che ormai sembra quasi definitivamente sfumato. Questa sconfitta però non deve far cadere l’ambiente in depressione, anche se lo scudetto non sarà portato in città quest’anno, il prossimo campionato può essere ancora più importante perché finalmente quel gap con i bianconeri si è ridotto notevolmente. Aprile sembrava essere iniziato con il piede giusto, ma finisce forse nel peggiore dei modi. Da ora, tuttavia, bisogna comunque onorare questo campionato e non buttare all’aria tutto il buono che si è costruito.

Sarri avrà un compito importante: non far giocare queste ultime partite per un semplice dovere, ma che si possa dare un segnale positivo a chi non ha mai mollato. Il sogno probabilmente rimarrà ancora nel cuore, ma guai a farlo morire. Divertirsi senza pressioni.

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