NUMERIAMOCI SU – NAPOLI-INTER: la feroce perfezione

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

Ieri il Napoli ha ospitato l’Inter, in occasione della quindicesima giornata di campionato. Sarri conferma il consueto 4-3-3 optando per Albiol a fianco di Koulibaly con Ghoulam ed Hysaj sugli esterni. In mediana spazio alla freschezza e rapidità di Zielinski, Diawara e Hamsik. In avanti spazio a Insigne, Callejon e Gabbiadini. Scelte obbligate anche dal forfait per squalifica di Mertens.

 

Il dominio del Napoli – La partita del Napoli è stata costruita sulla grinta dei primi minuti, ma anche sulla  identità di gioco ieri esaltata ai massimi livelli: possesso palla (615 passaggi a 498), linea difensiva alta (attaccanti dell’Inter 4 volte in fuorigioco), impostazione dal basso (Diawara primo calciatore in campo per palloni giocati, 69). Un Napoli diverso dal solito quello ammirato ieri sera che, infatti, sfrutta molto di meno le fasce laterali (13 cross tentati contro i 30 dell’Inter) in modo da disinnescare i calciatori più pericolosi degli avversari. Gli azzurri concludono poco da fuori area (7 tiri su 19) e preferisce l’imbucata alle spalle della difesa piuttosto che la manovra d’aggiramento attraverso cambi di gioco. La scelta di Zielinski al posto di Allan è lo specchio tangibile di un lavoro meticoloso di preparazione del match: il polacco ha infatti maggiori qualità di inserimento rispetto al brasiliano e ha permesso al Napoli di sfruttare l’attacco verticale dello spazio anche dal centrodestra. Il primo gol nasce proprio da questo tipo di dinamica. Un dato molto significativo è quello riguardante Gabbiadini, il 23 azzurro è infatti il secondo calciatore in campo per numero di conclusioni dopo Hamsik. La partita dell’ex doriano è probabilmente, anzi sicuramente, la sua miglior partita come prima punta. La sua prestazione infatti è completa, totale potremmo dire. Ai 5 tentativi verso Handanovic ci sono da aggiungere un key pass, un tackle riuscito, una palla intercettata. Numeri che evidenziano quanto abbia partecipato alla manovra azzurra, cosi come possiamo apprezzare sotto, nella sua heatmap.

 

heatmap-gabbiadini

 

La sua partita è la classica perfomance di un centravanti del Napoli di Sarri: a tutto campo. Anche Sarri ieri è stato impeccabile, ha preparato la partita senza stravolgere l’identità della sua squadra. Ha preferito intensità e ritmo, e uno sviluppo della manovra leggermente diverso negli ultimi 20 metri. A supporto di tale inclinazione è stato fondamentale lo splendido apporto del capitano Marek Hamsik.  I suoi numeri parlano di 6 tiri verso la porta, 2 key passes, 6 lanci lunghi perfetti, una pass accuracy dell’84%. Oltre ai numeri indubbiamente ad alta concentrazione di qualità, emerge netta ed evidente un’assoluta sensazione di dominio tecnico ed emotivo sulla partita, sul gioco del Napoli, sul palleggio personale e di squadra. Prove importanti anche le prestazione di Albiol e Koulibaly, ovvero 11 e 8 palloni rilanciati su azione avversaria. Più, rispettivamente, 3 e 2 palle intercettate. Una partita difensivamente ordinata, quella del Napoli, che però a un certo punto ha finito per pagare l’inizio a mille all’ora e lo schieramento iperoffensivo dell’Inter nella seconda parte di gara.

 

La partita dell’Inter – L’Inter attua un dispositivo di pressing disorganizzato, lasciando spazi in ogni zona del campo. Banega non segue Diawara. La totale disorganizzazione della fase difensiva dell’Inter è chiarissima in occasione del secondo gol. Insigne converge da sinistra verso il centro, richiamando il centrale di destra Ranocchia e il terzino destro D’Ambrosio all’intervento in anticipo. Il pallone finisce a Zielinski (lasciato libero da Kondogbia, che aveva accorciato su Diawara), ma nel frattempo Hamsik è già sfuggito al blando controllo di Brozovic per inserirsi nello spazio lasciato da Ranocchia e D’Ambrosio. Pioli sbaglia totalmente la disposizione tattica sbagliata, per i principi di gioco che voleva applicare e per le caratteristiche dell’avversario. L’errore ha un nome e un cognome: Ever Banega. Un gran calciatore, che però ha finito per depotenziare tutto il dispositivo difensivo dell’Inter. L’argentino ha galleggiato tra le linee di centrocampo e attacco in fase di possesso senza riuscire però a creare subito la parità numerica con il centrocampo a tre del Napoli quando si trattava di difendere.

 

napoli-inter

 

Osservando i campetti posizionali di cui sopra si nota in modo evidente la totale assenza difensiva del numero 19 nerazzurro (tre eventi difensivi totali, tutti dopo la mezzora di gioco) viene “compensata” da Perisic, dei due esterni offensivi nerazzurri il più disponibile alla fase passiva. In questo modo, però, l’Inter scopre la fascia di Hysaj, Zielinski e Callejon. Nonostante questo dato il Napoli ha continuato a insistere dall’altro lato, quello sinistro (da cui è partito il 47% delle manovre offensive), agevolato anche dalla posizione di Marek Hamsik e dalla scarsa propensione difensiva di Candreva (un solo evento difensivo in 90′).

 

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fonte foto: www.whoscored.com

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