Bortolo Mutti, ex allenatore tra le altre del Napoli, fece esordire nell’Atalanta un allora giovanissimo Manolo Gabbiadini. Chi meglio del tecnico bergamasco può, quindi, raccontare come il calciatore si affacciò al grande calcio: “Lui viene da una famiglia semplice, a Bergamo c’è una struttura silenziosa, ma lui è sempre stato presente nei momenti giusti. Forse può apparire così all’esterno, ma dentro di lui la timidezza è sparita e in campo lo fa vedere; forse può essere più disponibile in certi momenti, ma la sua indole è questa. Napoli può rappresentare la sua grande consacrazione: ha un sinistro micidiale e buona struttura fisica, riesce a sfuggire alle marcature e per questo può rendersi pericoloso con gol e assist. La sua crescita, ad ogni modo, non è ancora finita. Manolo sta raccogliendo i frutti di un percorso di crescita graduale e sempre continuo di maturazione. A Napoli non c’è un ambiente facile, ma lui ha grande consapevolezza che può essere protagonista lì, nonché diventare sempre più importante per la nostra nazionale.”, le dichiarazioni rilasciate da Mutti a Tmw.