Chissà cosa penserà quando uscirà dal tunnel del “Meazza”. Lo chiamavano “pacioccone” lì a Milano. Lui che dietro al viso paffuto e al sorriso buono cela determinazione e ambizioni da primo della classe. Come il suo curriculum. Preferisce la gallina domani e non l’uovo oggi. Ha una visione a lungo raggio, Rafé il napoletano. Ci ha messo poco, pochissimo, a conquistare la città. Smontare anni di Mazzarri, rivoluzionare metodi e mentalità. Ha ottenuto risultati sorprendenti, in pochi mesi. Era quello che avrebbe voluto fare a Milano: una storia che doveva somigliare tanto a quell’inizio napoletano ma che è appassita in fretta. L’Inter lo chiamò per sopravvivere a Mourinho e alla scia di trionfi che lasciò dietro di sé. Ci aveva provato Benitez. Senza mai dimenticarsi di vincere. Non bastò il Mondiale per club per evitare un logoramento post Mou che sembrava già scritto. E quanto odia Rafa quella frase forgiata nella sua triste esperienza milanese: “Non è adatto al calcio italiano”.
Quel calcio italiano, poi. Che oggi è così indietro, come può essere non all’altezza di chi si siede su panchine vuote e le riempie di trofei. Anche a Napoli ha vinto. Mantenendo tutte le promesse. L’ombra di Mazzarri non era pesante come quella di Mourinho, forse la differenza è tutta lì. A Napoli gli hanno perdonato mancanza di prudenza e di buon senso. Pensare al domani e non all’oggi. Quella voglia di “progetto” che fa rima con Scudetto. Eppure la gallina di Rafa cammina sul bordo dello steccato: la clamorosa uscita dalla Champions, preceduta da alcune dichiarazioni infelici gli hanno fatto respirare quella brutta aria che tirava a Milano, nonostante il clima ancora estivo di Napoli. Contratto in scadenza ed effetto Benitez che sembra finito. Ora anche a lui, come a tutti gli altri allenatori, tocca convincere con i risultati.
E quale posto migliore se non fuori da quel tunnel dove i fischi accompagnarono la sua ultima da allenatore dell’Inter. Cancellare Mazzarri, ancora, e riaccendere la Rafa-revolution nello stadio che non lo ha mai capito. Tra un paio di mesi un’altra coppa può riempire il curriculum e salvare una faccia ancora sorridente, ma stavolta vista con più diffidenza. Ma chissà se i tifosi nerazzurri lo odiano. Probabilmente no. Vuole passare indenne questo incrocio, e tornare a Napoli da condottiero. L’Inter però è una trappola. Rafa, il tecnico che pensa soprattutto al domani, del domani non ha certezza.
Fonte: gianlucadimarzio.com