Napoli, questi tutti gli orrori di un match da brividi

Ieri sera è sembrato di rivivere le vecchie memorie mazzarriane. Udine è sempre stato indubbiamente un campo ostico, il Napoli non vince nella città friulana da ben 7 anni ed è sicuramente una “maledizione” giocare in quello stadio. Però solo chi non ha argomenti, si affida alla sfortuna, quando poi i problemi sono riaffiorati tutti in quei 90 minuti e bisogna quindi analizzare le pecche evidenti nel match di ieri.
Il possesso palla decisamente superiore degli azzurri, si è bloccato però a centrocampo: passaggi al compagno vicino e quasi mai una verticalizzazione positiva, poche idee causate anche dal buon senso di posizione degli uomini di Stramaccioni. Segno evidente che manca chi costruisce geometrie in quel reparto.
La difesa, attenta fino al goal, e Rafael spettatore non pagante fino al momento dello zero a uno, si è fatta cogliere impreparata sui soliti calci piazzati. Imbarazzante la libertà lasciata a Danilo. Maggio dov’era?
L‘attacco si è visto palesemente fuori forma: Michu e Zuniga in particolare. Il primo non è ancora palesemente uscito del tutto dalle preoccupazioni dell’infortunio, l’altro si è ritrovato in una zona di campo che probabilmente non gli compete più.
La formazione, poi, ha lasciato tutti di sasso. Un turnover troppo massiccio, che il Napoli non può permettersi. La panchina era di lusso, ma in campo sono scesi i cosiddetti “secondi”, i quali non sono riusciti a garantire la giusta qualità. La squadra azzurra pecca principalmente di avere una panchina corta, non dal punto di vista quantitativo, sia chiaro.
Insomma, tante le deficienze da colmare già ad inizio stagione. Riflettendoci bene, quindi, la sfortuna è l’ultimo dei problemi.
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