Verso Napoli-Barcellona: i punti di debolezza dei catalani, al primo posto… agonismo e fase difensiva

L’urna degli ottavi di finale di Champions League ha decretato: sarà Napoli-Barcellona. Una sfida tra due squadre in crisi, entrambe reduci da una stagione incredibile e inceppatesi in quella attuale. Tuttavia, appare difficile immaginare che a febbraio o a marzo la situazione attuale possa non essere mutata. Per i giorni delle partite in questione, tutto potrebbe cambiare, in meglio come in peggio. Dunque, quali sono i pregi ed i difetti dei catalani? Una squadra che al momento sembra un gigante dai piedi d’argilla, ma che va rispettata per il potenziale e le qualità a sua disposizione.

I PUNTI DI DEBOLEZZA DEL BARCELLONA, AL PRIMO POSTO… AGONISMO E FASE DIFENSIVA

Il vero crucco della squadra di Xavi. L’allenatore si è lamentato di quest’aspetto soprattutto al termine dell’ultima partita stagionale dei catalani: Barcellona-Almeria 3-2. Nel corso del post-gara, il tecnico dei blaugrana ha confessato che alla squadra, durante il primo tempo conclusosi per 1-1, è mancata l’anima. Nei giorni successivi però, sono emersi dei retroscena rivelati da alcune testate spagnole come As e Mundo Deportivo (testata molto vicina alle vicende del Barça), in cui Xavi, nell’intervallo del match, si è scagliato contro i suoi giocatori gridando loro <<Voglio che corriate come maiali!>> In particolare, puntando il dito contro Robert Lewandowski: <<Vediamo se inizierai a correre per una volta, per l’amor del cielo!>> Sono termini un po’ forti, ma che rivelano come la situazione in casa Barcellona sia tutt’altro che tranquilla.

Infatti, a tal proposito bisogna fare una premessa: Xavi ha costruito gran parte della vittoria della Liga del 2022/23 proprio su un grande agonismo ed una fase difensiva di altissimo livello. L’anno scorso infatti, i blaugrana hanno subito nel corso di tutto il campionato solo 20 gol, rimediando in qualche modo alla non eccezionale fase realizzativa. Nel corso di questo invece, la squadra ha già incassato 21 gol, facendo decisamente peggio. A questi, si aggiungono 6 gol in Champions League. La scorsa annata invece, i catalani peccarono nelle competizioni europee, forse anche per inesperienza, rimediando 20 gol aggiuntivi tra Champions, Copa del Rey e Supercoppa. Un calo così drastico porta ovviamente a degli interrogativi, che al momento in casa blaugrana sono all’ordine del giorno.

Ciò che sembra più evidente, è che il Barcellona sia venuto meno nelle motivazioni rispetto alla passata stagione. Manca la volontà di lottare insieme e la riaggressione che ha costituito buona parte del successo di quella inviolabilità, proprio come il Napoli di Luciano Spalletti. Il centrocampo, complice anche la pesante assenza di Gavi, non offre la giusta copertura alla difesa, lasciando enormi spazi. Nel calcio di oggi, una fase difensiva che si rispetti, prevede il lavoro di tutti e 11 gli elementi di una squadra. Il pressing parte dagli attaccanti sui difensori avversari, e si fa più intenso nelle zone nevralgiche del campo. È qua che nasce il concetto di aggredire il portatore di palla con più giocatori, specie se si è perso un pallone. Questo atteggiamento limita lo svilupparsi di contropiedi e la nascita di voragini tra un reparto e l’altro, consentendo di mantenere alto il baricentro.

Naturalmente, esistono altre modalità con cui realizzare una buona fase di non possesso, ma per mantenere una squadra alta, quella di applicare una feroce riaggressione è la migliore. Xavi è un uomo di calcio nato e cresciuto nel Barcellona figlio della rivoluzione di Johan Cruijff da allenatore. Lui, come i suoi predecessori, punta a proporre una squadra dominatrice nell’approccio ai match. Se a queste idee mancano le motivazioni e lo spirito di sacrificio, ne verrà fuori una formazione sfilacciata ed esposta a numerosi contropiedi. Le qualità prima citate, hanno costituito la forza della fase difensiva che ha permesso ai blaugrana di subire pochissimi gol. La mancanza di queste, ha invece portato parecchi problemi nelle transizioni negative.

Il calcio insegna però che la tattica non è tutto. A realizzare le vittorie è soprattutto la qualità o il rendimento di alcuni calciatori. I catalani infatti, dispongono di ottimi elementi nel reparto arretrato, se presi singolarmente. Al super portiere Marc-André ter Stegen, si aggiungono dei difensori di notevole livello. Tra questi, spicca Ronald Araujo: uno dei migliori centrali dell’annata passata. L’uruguaiano però, non sta performando ai livelli dello scorso anno, seppur rimanga un ottimo difensore. Stesso discorso per Jules Koundé, elemento di grande importanza tattica nello scacchiere di Xavi. In particolare, schierato da difensore centrale sta rendendo meno che da terzino destro, ruolo da lui ricoperto nel corso della stagione 2022/23. I due terzini, Joao Cancelo e Alejandro Balde invece, sono ottimi cursori ma possono essere bucati nel corso di una transizione.

C’è da aspettarsi, nel corso dell’ottavo di finale di Champions, dell’impiego di un elemento come Andreas Christensen o Inigo Martinez. Il primo è un buonissimo centrale arrivato con poco entusiasmo dal Chelsea, ma che ha dimostrato la sua importanza per la sua abilità in costruzione sia per la sua tenacia in difesa. Stesso discorso per il secondo, arrivato quest’estate dall’Athletic Bilbao: un profilo esperto per la Liga, forse meno per la Champions, ma sicuramente di ottimo affidamento.

Il nocciolo della questione però è che la difesa sta venendo meno soprattutto da un punto di vista dei singoli. Se già tatticamente ci sono delle lacune, i vari giocatori commettono degli errori individuali poco tollerabili. La stagione passata, oltre che ad un miglior approccio tattico, ha visto ottime prestazioni da parte dei vari calciatori. I vari Araujo, Koundé e Christensen hanno lasciato le briciole agli avversari. A loro, si è aggiunta la superlativa stagione di ter Stegen, che ha messo le mani lì dove la riaggressione e le partite dei vari difensori non sono bastate.

Il rendimento non eccezionale di certi giocatori e la mancanza di agonismo possono essere uno spunto per il Napoli su come preparare il match. I catalani lasceranno in ogni caso questo tipo di spazi, in cui un calciatore rapido come Victor Osimhen, o elementi tecnici come Khvicha Kvaratskhelia e Matteo Politano, possono fare molto male. Naturalmente, a questa partita dovrà arrivare una squadra diversa rispetto a quella vista nelle ultime uscite. Al momento, sarà difficile capire come gli azzurri potranno affrontare questo ottavo, anche perché le difficoltà sono più gravi di quelle in cui versa il Barcellona, che però soffre di maggiori pressioni.

Il mercato di gennaio potrebbe stravolgere la squadra di Walter Mazzarri. I suoi effetti stabiliranno con certezza quale potrebbero essere le soluzioni da sfruttare. Quindi, al momento non è possibile stabilire con precisione come i partenopei dovranno scendere in campo, poiché l’integrarsi di nuovi calciatori può cambiare la modalità di approccio alle gare. È però chiaro come il Barça, al netto del rispetto che gli si deve sempre, sia una formazione non imbattibile. Ovviamente, è una compagine che non va mai sottovalutata, come forse è stato fatto nelle ultime due occasioni. Bisogna però affrontarla con rispetto e con la consapevolezza che con una buona strategia si può compiere un’impresa che porterebbe sia morale che soldi nelle casse della società.

Articolo precedentePeggior calciatore del Napoli del 2023, al primo posto…Bartosz Bereszynski
Articolo successivoMigliori acquisti azzurri nel 2023, al primo posto c’è Natan De Souza