Alex Meret, il diamante grezzo che torna a splendere

    Alex Meret è un predestinato, un concetto inconfutabile, testimoniato da doti fisico-mentali che appartengono solamente ai “grandi”.

    Certezze, che negli ultimi tempi sembravano scricchiolare sotto il peso di alcune ingenerose critiche, con l’ombra ingombrante di un veterano come David Ospina alle sue spalle: Gennaro Gattuso in questi mesi ha tessuto molte lodi per l’ex SPAL, precisando però, che per ciò che concerne l’uscita palla al piede (fondamentale primario del suo gioco, vedi goal all’Inter), il portiere ex Arsenal fosse oggettivamente avanti.

    Una finale è sempre una finale, appuntamento unico, insito di insidie e possibile gloria, una sfida che viste le premesse sarebbe potuta risultare fatale per un ragazzo pur sempre 23enne e al secondo anno in un top club, ma, i campioni, come dimostrato costantemente dalla storia, hanno le spalle grandi: così Alex risponde presente su Ronaldo ad inizio gara, legge con sapienza le intenzioni di Dybala quando la retroguardia partenopea si fa trovare impreparata ed infine, risulta decisivo ai tiri dal dischetto.

    Il tutto, condito da una sicurezza cresciuta nel proprio mancino a seguito di tanta abnegazione e dure sedute di allenamento: palloni smistati a destra e sinistra, addirittura un dribbling su un mostro sacro come CR7, insomma, Alex c’è, Gattuso è avvisato, perché il talento, senza il lavoro non è nulla.

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