Napoli, cosa ti manca ancora?

    Il Napoli di Sarri di italiano ha solo l’appartenenza alla Lega di Serie A. Gli azzurri stanno incantando l’Europa intera che tanto ricorda quello del Barcellona di Pep Guardiola e della Nazionale spagnola. Il calcio italiano noto al mondo intero per il suo “catenaccio e contropiede” non viene affatto rappresentato dal Napoli, tutt’altro. Un gioco spumeggiante fattibile grazie anche al fatto che in rosa Maurizio Sarri ha tantissimi giocatori con qualità tecniche ben sopra la norma, difatti non si realizza a caso il record di passaggi riusciti (87,2%) in una stagione se non hai tra le fila piedi più che pregevoli.

    Se in Italia l’unico neo che troviamo nelle gare disputate dal Napoli è la poca concentrazione in tratti di partita per quanto riguarda la fase difensiva, in Europa la musica cambia un tantino. Cambia soprattutto quando affronti squadre che, oltre ad essere abituate a giocare costantemente ad alti livelli, hanno una tecnica elevata mista ad una buona fisicità. Le palle da fermo per gli azzurri sono da sempre un punto estremamente debole, questo lo sa benissimo Sergio Ramos che agli ottavi l’ha praticamente risolta da solo con un paio di colpi di testa. Se in area di rigore, sugli sviluppi dei calci piazzati manca quella cattiveria e quel “mestiere” utile a contrastare anche grandi colpitori di testa come Sergio Ramos, in mezzo al campo non si può dire di certo il contrario. Per fare un esempio abbastanza vicino ai nostri giorni, prendiamo sott’esame la gara con l’Atletico Madrid nell’Audi Cup: gli azzurri per larghi tratti hanno comandato il gioco impressionando i presenti all’Allianz Arena e non solo, mentre la squadra di Simeone, che ha una mentalità ed uno stile di gioco molto più italiano del Napoli, ha tenuto botta alle offensive azzurre usando uno stile piuttosto duro, soprattutto nelle entrate. Poteva costare carissima al nuovo acquisto azzurro Ounas l’intervento molto pericoloso dell’esperto Godin che ha fatto scattare in piedi i presenti allo stadio e fatto esclamare: “Questo non è calcio!”. In tanti hanno pensato che, ponendo i due stili di gioco a confronto, quello espresso dai ragazzi di Sarri è più definibile calcio. Questo, però, non basta nel calcio di oggi, anzi probabilmente è da sempre così: se non hai alieni in campo come quel Barcellona di Guardiola, devi imparare a fare di necessità virtù in determinati momenti della gara.

    Quella necessità virtù che dai napoletani è spesso definita come “cazzimma”, elemento che agli azzurri manca ed anche tanto. E’ brutto dirlo, ma le grandi squadre che alla fine alzano trofei devono imparare ad usare tutte le armi a disposizione, anche quelle meno piacevoli altrimenti si corre il rischio di essere ricordati nella storia come la squadra che poteva ma…

     

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