L’ANALISI – La smorfia di Insigne e quella di Gonzalo

    Ancora una volta il Napoli esce sconfitto dallo Juventus Stadium, ma rispetto alle precedenti uscite gli azzurri hanno mostrato segni di ripresa almeno nel gioco ma senza centravanti è tutto più difficile.

    Si spengono qui i sogni di vertice degli azzurri. Certo siamo a fine Ottobre e il campionato è ancora lungo ma il Napoli, nonostante il gioco espresso, ha mostrato evidenti limiti offensivi nel concretizzare le azioni create per la mancanza di un rapace d’area di rigore come lo era Gonzalo Higuain o Milik fino all’infortunio. Sette punti dalla Juve e probabili cinque oggi dalla Roma mettono anche a rischio la qualificazione alla Champions per la via principale con le antagoniste che si avvicinano sempre di più per un terzo posto che sembra essere al momento unico obiettivo reale perseguibile. Non per la mancanza di motivazioni, anzi, ma proprio per la mancanza di un giocatore lì davanti capace non solo di risolvere le partite ma anche di mettere a frutto la mole di gioco prodotta dalla squadra. Perché se il risultato non sorride, resta la prestazione che fa ben sperare per il futuro. Finalmente si è vista una squadra corta che è riuscita a riproporre fraseggio e palleggio che un pò avevamo dimenticato. Diawara si è preso le chiavi del centrocampo e la coppia centrale Chiriches-Koulibaly è apparsa più attenta del solito…peccato per i soliti “maldetti” errori individuali. È Ghoulam stasera a scrivere il suo nome nella lunga lista degli errori che stanno riempendo il libro azzurro di questa stagione. Prima la svirgolata che diventa assist per Bonucci e poi la respinta centrale (!!!!) in mezzo all’area per l’ex compagno Higuain che, come un tempo, lo ringrazia per l’assist. In questa seconda occasione va detto che c’è anche la colpevole complicità di Allan, reo di aver lasciato solo l’ex compagno permettendogli di battere a rete in solitudine. Questi errori quando giochi in Champions o contro le squadre di vertice del campionato sono inaccettabili. Nessuno ti perdona e spesso quel l’unico errore ti compromette una gara e forse una stagione intera. Come contro Besiktas e Roma.
    Squadra finalmente corta con linee in meno di venti metri in molte occasioni ed è da questo che bisogna tirare fuori le cose positive per poter andare ad Istanbul con lo spirito giusto per portare a casa un risultato importante e continuare il cammino in Champions che si potrebbe complicare più del dovuto. Certo non è alla vittoria della Coppa dalle grandi orecchie quella a cui punta il Napoli, ma non per questo bisogna dimenticarsene. Un palcoscenico quello Champions che il Napoli deve onorare e tenere stretto anche per il prossimo anno e cercare il prima possibile di riprendere il cammino in campionato con una continuità di risultati che ora gli manca. Juve e Roma, purtroppo, sono state già affrontate, in condizioni di emergenza, e se ne riparlerà nella gara di ritorno, ma il resto degli avversari, anche senza centravanti vero, vanno affrontati con la stessa determinazione di ieri sera e per il massimo risultato. Poi i conti si faranno alla fine.

    Non possono restare senza commento due episodi emersi ieri sera. In primis la reazione di Lorenzo Insigne al cambio. Premesso che nessun giocatore è mai contento di una sostituzione e chi gioca o ha giocato a calcio lo sa bene, ma questo non giustifica in nessun modo la reazione sbagliata del numero 24 azzurro. Le stesse persone che contestavano l’impiego di Insigne in queste ultime gare, dopo gli erroracci con il Besiktas e le prestazioni non brillanti da inizio stagione, si indignano per il suo cambio di ieri. Bello l’assist a Callejon, uno dei suoi colpi preferiti, ma è stato una goccia nel deserto che lo sta circondando sempre di più in queste settimane. Non si reagisce così ad un cambio, specie in un momento in cui alla più piccola scintilla si scatena un incendio. Troppe forse le promesse fatte al ragazzo o non mantenute o in parte disattese, certo è che ieri sera lui non ne aveva più, nonostante la protesta. Mani alle gambe, scatti sbagliati. Se era un modo per giustificare degli errori in campo beh….Sarri ha fatto allora doppiamente bene a cambiarlo. Certo è che un appunto al mister va fatto in quanto ultimamente sembra che non indovini i sostituti piuttosto che i giocatori da cambiare. Magari Zielinsky invece di Giaccherini con Marek avanzato, ma sappiamo che il calcio non è fatto di se e di ma. Certo è che adesso Lorenzo dovrà trasformare questa sua rabbia in determinazione per riscattare gli errori dell’andata contro il Besiktas già da martedì ad Istanbul. Meglio lasciare parlare solo il campo per lui…fuori si parla ormai troppo e a vuoto.
    Dalla smorfia di Insigne a quella di Higuain. Mano alzate in segno di scusa e volto basso al posto della sua solita esultanza. Ma non è questa la smorfia a cui facciamo riferimento, bensì quella della cabala . Il minuto è il 71, che nella tombola napoletana assume un significato ben preciso. Un appellativo che tanti tifosi azzurri hanno utilizzato per il Pipita da fine Luglio e che alla fine è stato, per un gioco del destino, il minuto in cui l’ex centravanti azzurro ha deciso il match. Magari qualche tifoso davanti alla TV oltre alla smorfia di disappunto ne avrà anche fatta una sorridente. A volte il destino è beffardo e irriverente.
    E adesso si vola a Istanbul, nell’inferno della Vodafone Arena, dove non ci sarà spazio per rimpianti, Amarcord o smorfie. Ci vuole solo la rabbia da trasformare in determinazione per portare a casa un risultato importante e dove in avanti riapparirà Gabbiadini da cui tutti aspettano un segnale convincente.

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