Aurelio De Laurentiis ha fatto ieri notte qualcosa che raramente fa dopo una partita: si è chiuso nello spogliatoio con i suoi giocatori. Era deluso, molto deluso. Sconfortato e amareggiato. Non ha parlato molto. Anzi non ha detto praticamente niente. Ha voluto far vedere il suo volto, per far capire a tutti che anche lui è a terra, che proprio non si aspettava questa uscita di scena. Non era il momento per parlare, per fare discorsi: la squadra era a pezzi, in silenzio. Un silenzio tombale dove persino il rumore delle gocce della doccia si sentivano. Il Napoli ha commesso un grande errore: a forza di esitare sul mercato, a rinviare il possibile arrivo dei rinforzi a centrocampo e in difesa, sottovalutando la realtà delle cose, la squadra è sprofondata quasi senza accorgersene. Fuori però le prime avvisaglie di quello che attende il presidente azzurro da oggi a Napoli: i tifosi, i settecento che sono arrivati fin qui nei Paesi Baschi, hanno cominciato a intonare cori contro. La prima contestazione vera. Indice puntato al mercato, agli acquisti che non sono arrivati, ai top player che avrebbero dovuto far fare il salto di qualità e che non sono arrivati. De Laurentiis negli spogliatoi ha guardato negli occhi i ragazzi, i suoi ragazzi. Domenica inizia il campionato e non può essere messo tutto il progetto in discussione. Ma è ovvio, lui per primo lo sa, che queste sberle di Bilbao, questi tre manrovescio tanto dolorosi quanto inaspettati, rovinano i piani finanziari del Napoli. Il tesoretto Champions svanisce. Soldi veri, 30 milioni in meno. Ora il patron deve scavare nelle riserve del bilancio e provare a tirare su il Napoli. Ma il peggio è che sarà terribilmente difficile rialzarsi. Nella notte di Bilbao, di fronte a uno sgambettante Athletic, evapora la squadra euclidea, precisa e talentuosa che Rafa aveva disegnato lo scorso anno. Visibilmente cotta e inevitabilmente mangiata, il Napoli di De Laurentiis apparecchia una delle sconfitte più gravi e umilianti della sua storia. “Speriamo di vincere stasera“, aveva scritto nell’ulivo del Guggenheim qualche ora prima. Il desiderio non si è avverato. Un ko pesantissimo che sarà duro da metabolizzare nei quattro giorni che ci separano dalla gara con il Genoa. Ora De Laurentiis pensa al campionato. E ieri si è comportato da vero numero uno: la stagione del Napoli non finisce qui ma è solo all’inizio. Resta da capire quale malefica macumba abbia trasformato Higuain e Callejon e Mertens negli zombie che ieri brancicavano a gambe molli sul prato verdissimo del San Mamés. Sembravano chiederselo gli azzurri mentre uscivano esausti e a capo chino. Mentre i tifosi dell’Athletic facevano festa mentre quelli azzurri erano lassù con le mani sul volto, in lacrime, ad affogare la grande sconfitta. Ora bisogna rialzarsi, questo dirà De Laurentiis nelle prossime ore. Da queste macerie di Champions bisognerà ricominciare. La coperta però, appare sempre più corta, ormai è diventata un fazzolettino che non può celare nudità, imbarazzi, errori antichi e recenti, inadeguatezze.
Fonte: Il Mattino