Da Fonseca a Olivera, gli uruguaiani del Napoli

La connessione tra Napoli e il Sudamerica è senza dubbio una delle più forti e intense in Italia. Il capoluogo campano è, sia dal punto di vista culturale sia da quello sociale, una delle realtà europee più vicine alla concezione della vita dei latinoamericani. Ed è per questo che gli argentini e gli uruguaiani si sono sempre trovati bene all’ombra del Vesuvio. L’arrivo in azzurro di Mathias Olivera, terzino sinistro proveniente dal Getafe, ha finito col confermare questa ottima relazione tra Napoli e l’Uruguay, un Paese di tre milioni di abitanti la cui tradizione calcistica è assoluta e vincente e che a Fuorigrotta ha avuto una serie di esponenti di grande prestigio.

Fonseca e Cavani, due bomber dal valore assoluto

Il primo grande nome uruguaiano la cui storia in azzurro è stata importante è stato Daniel Fonseca, attaccante arrivato all’allora stadio San Paolo nell’estate del 1992 dal Cagliari. Il mancino di Montevideo realizzò due ottime stagioni con la maglia numero 9 del Napoli, tanto da guadagnarsi l’interesse della Roma, che lo acquistò nel 1994, per poi approdare alla Juventus, la grande candidata a trionfare nel prossimo campionato di Serie A secondo le quote delle scommesse in Italia live che possiamo trovare attualmente online. Se Fonseca fu un goleador di livello, il grande bomber dall’Uruguay sarebbe però approdato a Napoli 16 anni dopo il suo addio. Parliamo di Edinson Cavani, che nell’estate del 2010 firmò con il club azzurro per 16 milioni e divenne subito l’idolo dei tifosi partenopei. Abilissimo nell’attaccare la profondità, dotato di una gran velocità e soprattutto di un senso del goal impressionante, il nativo di Salto realizzò 104 reti in sole tre stagioni al Napoli, diventando il più grande bomber azzurro per rapporto partite giocate / goal segnati e portando la squadra allora allenata da Walter Mazzarri a ben due qualificazioni in Champions League, l’ultima delle quali ottenendo un ottimo secondo posto dietro una Juventus imbattibile. Fu inoltre un suo goal ad aprire la vittoria in finale di Coppa Italia il 20 maggio 2012 proprio contro la Juve, e ancora oggi il suo nome provoca ricordi stupendi negli animi dei supporter azzurri, sempre grati di quanto Cavani fece a Fuorigrotta.

Gargano e Olivera, grinta, muscoli e determinazione

Prima ancora dell’arrivo di Cavani, l’uruguaiano più amato a Napoli era Walter Gargano, approdato in azzurro nell’estate del 2007, anno della risalita in Serie A. Mediano instancabile e motorino fondamentale della squadra napoletana, Gargano fu importante a livello tattico per molti allenatori azzurri, e fu lui ad accogliere Cavani al suo arrivo. La sua garra, grinta tipica uruguaiana, lo rendeva un giocatore essenziale agli equilibri tattici della squadra da mediano incombustibile. Olivera, dal canto suo, rappresenta un profilo simile a quello di Gargano ma in un altro ruolo, ossia quello di terzino sinistro, dove è essenziale possedere una buona gamba e saper sia difendere sia attaccare. Ed è per questo che i tifosi del Napoli si aspettano dal nuovo acquisto quella dose importante di grinta tutta sudamericana che può fare solo bene alla squadra.

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