Il Mattino: “Napoli, non serve un miracolo! Le parole di Buffon e la paura del Psg…”

Non serve un miracolo per realizzare il terzo consecutivo colpo in Champions League dopo la vittoria sul Liverpool e il pareggio a Parigi, entrambi nel finale di partita. Serve che il Napoli ripeta la prova di due settimane fa, impeccabile sotto l’ aspetto della tattica e della personalità. Ciò è possibile con la voglia di conquistare tre punti che risulterebbero pesanti, quasi determinanti, nella corsa agli ottavi di finale e con l’ orgoglio di una squadra che non si sente più, come ha ricordato Ancelotti, «terza ruota del carro» in questo girone della morte in cui gli avversari sono il Liverpool vice campione d’ Europa e il Paris St. Germain che può consentirsi una rosa da 800 milioni. Gli azzurri hanno spaventato il campione del mondo Mbappé e i suoi nobili compagni per la qualità del gioco, le verticalizzazioni di Insigne e Mertens, l’ equilibrio, l’ aggressione al portatore di palla. Non è un caso che dopo la partita di Parigi il ct del Brasile Tite abbia firmato la prima convocazione di Allan, perfetto nella marcatura di Neymar quanto nell’ impostazione dell’ azione, e che il tecnico del Psg Tuchel abbia cominciato a prendere in considerazione l’ ipotesi di giocare a Fuorigrotta con la difesa a tre e il centrocampo a quattro rinunciando a una punta (l’ attesissimo Cavani è l’ indiziato a restare fuori) per coprirsi.

A questo salto qualitativo hanno contribuito il giovane centrocampista Fabian Ruiz, utilizzato con maggiore costanza da Ancelotti perché sa essere efficace nelle due fasi, e il trio difensivo schierato nelle ultime due partite europee per fronteggiare i super attacchi di inglesi e francesi. Un meccanismo perfetto, con Albiol e Koulibaly che hanno confermato la loro sintonia e Maksimovic che ha guadagnato punti dopo i mesi vissuti ai margini nella gestione Sarri. È vero che il tecnico ha dichiarato di voler verificare lo schieramento del Psg per decidere come impostare la partita, ma il Napoli ha una propria identità a prescindere da quel turnover – a volte massiccio e altre moderato – che serve per non affaticare un ristrettissimo gruppo di giocatori, tenere tutti sulla corda ed evitare quegli scivoloni internazionali sul piano dell’ immagine e degli incassi che De Laurentiis ha messo nel conto poi presentato a Sarri. Questa non è la serata in cui si possono apportare modifiche alla squadra, che si affida per vincere ai colpi di Insigne e Mertens – protagonisti del pareggio a Parigi – ma anche al prezioso lavoro che Callejon riesce a sviluppare dal lato di competenza. Il Psg farà due importanti correzioni in difesa (esordio europeo di Buffon e rientro di Thiago Silva) ma non dovrebbe modificare la sua indole offensiva, pur rinunciando dal primo minuto ai magnifici 4 e schierando il tridente: Cavani, d’ altra parte, ha segnato 5 gol sui 41 della squadra in Ligue One e in Champions è fermo a uno; tutt’ altro che esaltante il suo primo round con gli azzurri.

L’ atteggiamento dei francesi concederà comunque al Napoli spazi in cui affondare: non è un caso che essi abbiano subito tre pesanti sconfitte nelle ultime tre trasferte di Champions (3 gol a gara). Le ambizioni dello sceicco Al Khelaifi, questo Parco dei Principi che sembra un suo personalissimo Parco dei divertimenti, non regge alla lunga nei confronti con formazioni meglio strutturate, più logiche, e infatti nelle ultime due stagioni il Psg è uscito agli ottavi e in questo girone rischia addirittura l’ eliminazione. Dipende dal Napoli e dalla sua capacità di raggiungere la dimensione europea. Ancelotti, che è esperto (stasera la panchina numero 200 in Europa) e pragmatico, sa che questi 90′ sono l’ appuntamento cruciale per proseguire oltre l’ 11 dicembre nel viaggio in Champions. Chiede un grande sforzo anche di concentrazione ai giocatori, che avranno la spinta dei cinquantamila del San Paolo. Cavani rivedrà il suo vecchio stadio pieno come negli anni in cui segnò 104 gol, quelli delle prime sfide nelle coppe europee dopo il fallimento della società e le stagioni vissute nel sottoscala del calcio, tra la C e la B. Cedere nel 2013 il Matador – nei cui confronti è riaffiorata già dalla scorsa estate la nostalgia di una parte del tifo ma non di De Laurentiis – fu un affare perché con quei 64 milioni vennero acquistati Higuain e giocatori come Albiol, Callejon e Mertens che dai tempi di Benitez formano l’ ossatura di una squadra che non ha spento il suo furore agonistico dopo il triennio di Sarri. Vive, anzi, di nuova luce e si ripromette di stupire anche stasera sul campo di casa dove ha subito soltanto 4 sconfitte nelle ultime 27 partite europee. Il San Paolo quasi inespugnabile e l’ urlo del popolo azzurro per stordire quei ricchi signori che vivono in un’ altra dimensione, in quel club che spesso non rispetta i bilanci e le regole, come evidenzia il rapporto Football Leaks sulle oscure trame degli sceicchi intorno al pallone. Il calcio è altro, lo dimostrino stasera Ancelotti e i suoi ragazzi dando ai francesi un’ altra lezione. Intanto, è già gratificante sentire Buffon dire che il pareggio andrebbe bene: Napoli e il Napoli fanno paura.

Fonte: Francesco De Luca, Il Mattino

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