Ve(r)di Napoli e poi…

Dopo la vittoria in trasferta della Juventus occorreva rispondere, sul campo, superando il Bologna al San Paolo.
Obbiettivo centrato grazie ad un rotondo 3-1.
Al di là delle apparenze che potrebbe suggerire il punteggio gli azzurri non hanno avuto vita facile. A sbloccare il punteggio sono infatti gli uomini di Donadoni. Il sempreverde Palacio alla prima azione di gioco trova il gol. Colpevole la posizione sia di Koulibaly che di Mario Rui nella circostanza.
La risposta del Napoli non si fa attendere e, seppur tramite un autorete, trova immediatamente il pareggio. Il dinamismo dei rossoblu mette in difficoltà gli uomini di Sarri che concedono agli avversari fin troppe palle al gol rispetto al solito. Un grande Reina evita che la partita possa complicarsi fino poi al rigore trasformato da Mertens che, sul finire della prima frazione, permette al Napoli di ribaltare il punteggio in proprio favore.
Il primo tempo va in archivio con alcune riflessioni negative nonostante il vantaggio azzurro. Chiriches ha dimostrato di non garantire prestazioni all’altezza del mancante Rayo Albiol. Proprio la sua assenza sembra creare difficoltà di posizionamento anche a Koulibaly, orfano di un compagno davvero prezioso anche e soprattutto in chiave di regia e del tempo di gestire la linea arretrata. Anche Allan, lo straripante “scippatore” di palloni e non solo, sembra appannato. Proprio questa difficoltà di comunicazione tra i reparti e di assistenza in fase passiva ha creato qualche sbandamento di troppo. Situazione che muta drasticamente nella ripresa, soprattutto quando il Bologna è stato sopraffatto dallo strapotere tecnico e mentale di una squadra che non perde mai il controllo. Una squadra che gestisce i momenti meno luminosi della partita avendo la consapevolezza divina di poter trovare la via del gol in ogni momento. Proprio da un recupero caparbio di Allan riparte l’azione fulminea azzurra che traghettata da Insigne arriva a Mertens. Il belga controlla la palla, rientra e con il destro disegna una parabola rotonda e variegata di colore che, come un arcobaleno, spazza definitivamente via qualche piccolo accenno di tempesta che nel primo tempo aveva creato qualche imbarazzo al Napoli.

Il doppio vantaggio consegna definitamente il match agli azzurri. Le chiavi della partita sono tra i piedi degli uomini di Sarri che fino alla fine, con qualità e temperamento puro, trascinano la partita fino al novantesimo senza correre più rischi. Il Napoli risponde alla Juve e si riprende la vetta della classifica. Si conferma miglior difesa del campionato e prosegue la propria marcia trionfale senza accusare fatica. Ciò che colpisce ed occorre sottolineare è la capacità istrionica di adattarsi agli avversari di partita in partita. Con maturità consumata il Napoli si cuce addosso al malcapitato di turno fino a soffocarlo. Non si scompone mai, neppure quando va sotto nel punteggio. Non è un caso che in sei occasioni su sette quando il Napoli è andato in svantaggio abbia sempre vinto. Non è un caso che quando trova il vantaggio non abbia mai subito rimonte.

Il Napoli ha i numeri, la qualità e la testa per essere la prima della classe a maggio. La sfida a distanza prosegue più agguerrita che mai. Prosegue con il Napoli in testa, saldamente, al campionato.

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