Gazzetta: “Pochi gol? L’involuzione di due azzurri a centrocampo influisce negativamente”

C’ è una realtà fatta di numeri, che nessuno potrà smentire. Quelli del Napoli raccontano di un attacco in piena crisi, di un tridente che ha realizzato 9 reti nelle ultime 8 partite di campionato che vanno dal primo pari senza gol al San Paolo contro l’ Inter a quello di domenica scorsa, contro la Fiorentina. Dries Mertens e José Callejon non segnano da 5 partite, mentre Lorenzo Insigne ha realizzato l’ ultimo gol contro il Milan per poi ripetersi contro lo Shakhtar, in Champions, prima di fermarsi per la pubalgia durante Napoli-Juve. Al di là dei demeriti degli attaccanti, dimostrati appunto dai numeri, ci sono altri aspetti che stanno incidendo sul rendimento e sui risultati.

POCA ORGANIZZAZIONE Il Napoli sviluppa il proprio gioco attraverso un modulo, il 4-3-3, intorno al quale Maurizio Sarri sta lavorando al suo progetto tecnico, la cui finalità è lo scudetto. Un insieme di movimenti che hanno fatto del suo collettivo un meccanismo quasi perfetto, pratico, però, soltanto se tutto funziona in modo compiuto. Diversamente, le difficoltà vanno a scalare di reparto in reparto fino a rasentare l’ insufficienza nel giudizio. L’ involuzione degli attaccanti, infatti, passa anche attraverso quella dei centrocampisti. Sarri esclude eventuali cali di condizione, ritiene che le ultime prestazioni poco positive dipendano da un fatto mentale più che fisico. Ma le prestazioni dei singoli dicono tutt’ altro. La maggior parte dei titolari è stanca, avrebbero bisogno di riposare. Proprio la mancanza di riposo ha generato l’ infiammazione al pube che sta tenendo fuori Insigne: sono già 2 le gare saltate dall’ attaccante della Nazionale, una in Champions League (Feyenoord), l’ altra in campionato (Fiorentina).

CALO CENTROCAMPO Non solo l’ attacco, dunque. Il Napoli ha problemi anche a centrocampo, dove la regia di Jorginho manca da settimane, ormai, mentre Marek Hamsik è diventato un caso. Il capitano è l’ unico superstite di quella che è stata la catena sinistra, quella parte di campo dove si è sempre sviluppata la manovra con i continui inserimenti di Ghoulam e le diavolerie tecniche di Insigne. Con i loro infortuni, Hamsik ha perso i punti di riferimento, Mario Rui non ha le potenzialità dell’ esterno algerino, mentre Zielinski è adattato nel ruolo di Insigne, lui che è ritenuto il sostituto naturale proprio di Hamisk. Quest’ ultimo sta faticando parecchio, dall’ inizio della stagione, per ritrovarsi, non tanto sul piano fisico quanto su quello tattico. I suoi inserimenti in zona tiro sono ormai un lontano ricordo, mentre la regia di Jorginho è lenta, fatta di tanti tocchetti laterali e poche verticalizzazioni per gli scatti dei tre attaccanti. È negli ultimi 20 metri che il gioco sta venendo meno, in quella zona di campo dove il Napoli ha costruito la maggior parte dei suoi gol, attraverso la qualità e la velocità negli scambi. Le energie profuse in questi primi quattro mesi della stagione stanno mettendo in discussione il lavoro svolto finora dagli abituali titolari. Sarà necessario arrivare alla sosta provando a limitare i danni, perché poi inizierà lo sprint verso lo scudetto.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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