MARCA – Callejòn: “Se segno il gol Scudetto mi fanno una statua; questo può essere l’anno giusto…”

Josè Callejòn ha rilasciato una lunga intervista a “Marca”, soffermandosi su quelli che sono gli obiettivi del Napoli in stagione.

Come ci si sente ad eguagliare il leggendario Luis Suarez (51 gol) come più grande marcatore spagnolo nella storia della Serie A?
“Quando ci penso dico è storico, è importante essere arrivato a quella cifra. Cercherò di segnare questo gol che mi manca appena possibile, per entrare nella storia”.

Più difficile vincere lo Scudetto con il Napoli o il Mondiale con la Spagna?
“Sono difficili entrambe. Qui a Napoli non si vince da quando c’era Maradona. Anche vincere il Mondiale è una cosa difficile”.

Questo Scudetto è fattibile in questa stagione?
“Sono tre anni che abbiamo lo stesso gruppo di calciatori. Da quando è arrivato Sarri siamo migliorati molto. Ci conosciamo bene e giochiamo sempre di più a memoria. Ci sentiamo forti sia in Italia che in Europa. Sentiamo che questo può essere l’anno giusto”.

Molte persone, tra cui Guardiola, sono d’accordo sul fatto che questo Napoli sia, insieme al City, la squadra che gioca meglio in Europa. Sei d’accordo?
“È un complimento. Sì, sono d’accordo. Abbiamo una filosofia dall’arrivo dell’allenatore di molto possesso della palla, di non fare lanci lunghi, e di iniziare l’azione dalla difesa. Questo ci consente di giocare bene e segnare tanto. È grazie all’allenatore, al suo staff tecnico e ai giocatori, che con questo sistema ci sentiamo a nostro agio”.

Ci sono molti miti sul “catenaccio” e sul numero di gol segnati in Serie A. Qualcosa sta cambiando?
“Sicuramente. E’ stato sempre detto che la Serie A è un campionato difensivo, ma, se devo essere sincero, non credevo che la mia crescita sotto porta fosse così grande, credevo di dover fare molta più fatica, ma mi sono sentito benissimo da quando sono arrivato, e i miei numeri sono stati buoni sin dal primo anno”.

In cosa sei migliorato?
“Nei due anni con Benitez ho imparato tanto tatticamente, e con Sarri ancora di più. Sono riuscito a coniugare la tattica di Rafa all’evoluzione offensiva che mi ha inculcato Sarri ora. Per questo mi sta andando tutto così bene”. 

Sarri, per il suo gioco d’attacco, è un po contro culturale per il calcio italiano.
“Sì. L’Italia si è evoluta molto e molte squadre si vedono giocare da dietro, senza difendere al vertice. E questo, in parte, è grazie a Sarri. A tutti piace e altri cercano di copiarci”.

Segnare il gol Scudetto?
“Ci ho pensato tante volte, soprattutto quest’anno che sembra un obiettivo alla nostra portata. Dobbiamo arrivare così ad aprile per sperare di farcela. Se lo segnassi io mi farebbero una statua: vincere lo scudetto a Napoli sarebbe un piccolo miracolo, però anche meritato per il tanto lavoro”.

Tu e Insigne vi trovate a memoria:
Lo conosco bene, sono cinque anni che giochiamo insieme. E’ un grande talento e quest’azione fa parte del nostro repertorio”. 

Poi il futuro, con il contratto in scadenza nel 2020 e una voglia di casa mai nascosta.
“Sto molto bene a Napoli. Certo, senti la mancanza degli affetti, degli amici, ma io e la mia famiglia stiamo molto bene qui. Chiudere la carriera al Granada? Chissà. Ho sempre seguito la squadra, magari torneranno in massima serie…” .

A Napoli hai una canzone dedicata a te e addirittura una tua statuina nel presepe.
“Vuol dire che sto lavorando bene, la gente a Napoli ama il calcio e avere tanto affetto per me è un orgoglio”. 

 

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