Napoli Futsal, storia di un club che dal nulla arriva a competere ai vertici del calcio italiano. La promozione in Serie A senza mai perdere, la Coppa Italia e il sogno scudetto raccontati attraverso le parole del presidente Perugino e del capitano, Nando Perugino

La favola del Napoli Futsal merita di essere raccontata e di essere conosciuta, perché ad oggi è giusto diffondere la consapevolezza che anche uno sport come il Calcio a 5, che magari tende a passare in secondo piano, può trasmettere emozioni e valori importanti. Stiamo parlando di una squadra che quasi dal nulla raggiunge un traguardo storico dimostrandosi superiore a chiunque nella sua categoria e facendosi forte dell’attaccamento alla maglia dei propri interpreti e dell’unione di un gruppo che col passare del tempo è andato solo rafforzandosi.

Il Napoli Futsal (in origine Futsal Fuorigrotta) viene fondato nel 2013 nel quartiere che oggi ospita lo stadio Diego Armando Maradona. L’anno successivo il club riesce ad iscriversi alla Serie D, e lì parte la scalata che in sole 7 stagioni lo porta ad arrivare in Serie A passando per ben 5 campionati e, soprattutto, dopo aver vinto TUTTE le partite dello scorso campionato di Serie A2, insieme anche alla Coppa Italia!

Ma non finisce qui. In estate la dirigenza mette a segno vari innesti importanti, e dopo un primo periodo di “ambientamento” nel nuovo campionato, la squadra è adesso in lotta per le prime posizioni (alla primissima apparizione nella massima serie).

Una storia che può trovare stretti collegamenti con il passato più o meno recente della SSC Napoli, quella di un club ripreso dal baratro e portato a competere nel massimo campionato italiano…una storia che abbiamo deciso di raccontarvi attraverso le parole di chi per primo ha creduto in questo miracolo, il presidente Serafino Perugino, e del capitano del Napoli Futsal (nonché figlio del presidente) Fernando Perugino.

Salve presidente. Il Napoli Futsal nacque ufficialmente 9 anni fa, qual è stato il ruolo della famiglia Perugino nella rinascita del calcio a 5 a Napoli e nel raggiungimento poi di grandi traguardi nel breve? Il Napoli Futsal nasce come un progetto di quartiere. Essendo noi di Fuorigrotta, ed essendo io un grande sportivo con mio figlio che si dilettava nel calcio a 5, ad un certo punto ho pensato di aprire un’A.s.d. (Associazione sportiva dilettantistica). E sin dagli albori ho voluto dare un’impronta professionale al club, con il coinvolgimento di tutta la famiglia, una famiglia di imprenditori. Fino alla Serie A è stato un lungo cammino, fatto di sacrifici, passione, ed errori…dove abbiamo sempre rialzato la testa e perseguito un percorso virtuoso basato su giovani, serietà e disciplina. Vedo con grande orgoglio che i risultati ci stanno dando ragione”.

Soffermiamoci un attimo in più sulla grande impresa della scorsa stagione. Il Napoli Futsal vince il girone D di Serie A2 2020/2021 con 20 vittorie su 20: 60 punti su 60, miglior attacco con 118 reti, miglior difesa con un passivo di 37. Dopodiché arriva anche la vittoria della Coppa Italia di categoria, con il 5-0 in finale contro l’Olimpus Roma al PalaSavelli di Porto San Giorgio.

Presidente Perugino, la vostra squadra è stata in grado di integrare anche giocatori arrivati in corso d’opera creando un gruppo che non si è mai disunito e ha realizzato un’impresa straordinaria. Da cosa è nata secondo Lei questa superiorità schiacciante nei confronti degli avversari? E’ nata da un progetto tecnico a cui ho voluto dare continuità. La base della squadra è quella che ci portiamo avanti dalla Serie B, un mix di giocatori napoletani, con alcuni talenti stranieri che hanno sposato il progetto e sono stati determinanti al fine di raggiungere un obiettivo così importante”.

“Mi preme sottolineare la scommessa fatta con un campione come Fortino, che ha deciso di scendere di categoria nonostante le richieste non gli mancassero. Vittorie di campionato e coppa non si costruiscono dal nulla, dietro c’è un grande lavoro della squadra, dello staff, della società e dell’allenatore che è stato fondamentale e non a caso continua a guidare il club. Per me è fondamentale che in ogni progetto ci sia la continuità, io sono molto attento alle dinamiche e ai comportanti, il mio modo di gestire il club e equipararlo ad un’azienda. Facciamo poche parole e molti fatti“.

Ganho, Fernando Perugino, Arillo, Turmena, Fortino…questi furono i cinque che partirono titolari contro il Melilli indirizzando subito la partita a suon di gol, per poi arrivare al 7-0 finale. Fu la 18esima vittoria consecutiva l’anno scorso, che vi permise di festeggiare la promozione grazie anche al successo del Cosenza sul Polistena per 4-3. Che momento è stato? Un momento emozionante, il culmine di tutti i sacrifici. Credo che rimarrà nel mio cuore come in quello di tutti gli appassionati, un momento storico per la mia famiglia e il mio club. Adesso fa parte del passato, indimenticabile sì, ma noi restiamo sul pezzo e guardiamo avanti”.

(Dopo la partita contro il Melilli, gli azzurri restano sul parquet ad attendere buone notizie da Cosenza, per poi esplodere nella festa e ricevere i complimenti persino da Marek Hamsik)

Attilio Arillo (laterale) è uno dei punti cardine di questo Napoli. Partenopeo doc, ha avuto modo anche di vestire la maglia della Nazionale (l’ultima convocazione i primi di gennaio di quest’anno, ndr). Quanto è importante avere in rosa giocatori come lui? Io ho sempre puntato su un gruppo storico di napoletani, perché penso che non dobbiamo guardare sempre fuori dalla nostra città e dalla nostra regione. Ci sono dei valori assoluti e il Futsal è uno sport che in Campania ha sempre avuto grandi giocatori. Attilio fa parte di quelli che penso facciano la fortuna di un club perché è un ragazzo che non si risparmia mai; ha avuto dei momenti difficili ma i momenti difficili si superano con il lavoro, con la dedizione e con grande caparbietà. Lui ora è uno dei più forti in Italia e il merito è tutto suo, anche se noi ci abbiamo messo del nostro perché abbiamo scommesso su di lui nel momento in cui la sua carriera era in salita e quindi mi prendo una parte del merito e mi godo le sue prestazioni sul campo”.

Uno dei rinforzi per la stagione di Serie A è stato Fernando Nascimento Cosme, noto a tutti come Fernandinho. Pivot brasiliano classe ’83, in carriera ha vinto tanto sia a livello individuale che di squadra, dal premio Futsal Awards come miglior giovane nel 2004 al mondo fino ai Mondiali 2012 in Thailandia. “Quanto è stato importante l’acquisto di un giocatore come Fernandinho? È stato l’innesto giusto per il salto di categoria? Lui è un grande campione, il suo curriculum parla da sé. All’inizio ha avuto alcuni problemi di ambientamento, però con il passare del tempo li ha brillantemente superati e adesso è un giocatore che fa la differenza e che nel prosieguo del campionato ci darà una grandissima mano per raggiungere i nostri obiettivi”.

Al suo arrivo, Lei aveva detto: “E’ pronto per far divertire ed emozionare i tifosi”. Lo spirito di questa squadra ruota anche intorno a questo? E si può dire che la spinta dei vostri sostenitori vi sta dando un grosso aiuto nelle partite casalinghe? Certo, abbiamo fatto divertire i tifosi l’anno scorso e continuiamo a farlo perché il nostro allenatore opta per un gioco offensivo anche se alla fine siamo una squadra equilibrata. Chiunque abbia avuto modo di seguire la squadra si è sempre divertito e i nostri gol sono sempre frutto di manovre di pregevole fattura, poi soprattutto Fernandinho non fa mai gol banali. Vedere il Palazzetto di Cercola pieno è sempre una grandissima soddisfazione, perché siamo la squadra della città e ci tengo molto che siamo seguiti e che l’apporto e il calore dei tifosi possa essere l’uomo in più per vincere“.

Ad inizio stagione è arrivato anche Bruno Coelho, laterale portoghese classe ’87 e uomo da più di 100 presenze in nazionale, con cui è stato campione d’Europa in Slovenia nel 2018, realizzando una doppietta decisiva in finale contro la Spagna, campione del mondo nel 2021 e a febbraio di quest’anno, come se non bastasse, si è ripetuto con il suo Portogallo vincendo gli Europei per la seconda volta. “Presidente, dopo la firma di Coelho Lei disse: “Abbiamo individuato giocatori che per caratteristiche e motivazioni possano garantirci il salto di qualità”. Quali sono quindi gli elementi che effettivamente cercate per fare questo salto? La scelta di Coelho è stata propedeutica ad un innalzamento del livello di esperienza e qualità perché lui è uno che ha vinto tutto. In un roster dove ci sono molti esordienti in Serie A era necessario affiancare un giocatore di livello internazionale. Vedo che le cose stanno andando bene perché Bruno è uno dei giocatori più forti del campionato italiano e lo sta dimostrando sul campo”.

A dicembre avete dovuto salutare Adriano Foglia, che a 40 anni è stato in grado di dare un grandissimo contributo nella stagione della promozione, sia dentro che fuori dal campo. Lei era sicuro che, al momento di prenderlo, avrebbe vinto la scommessa nonostante l’età del giocatore. Poi però ha parlato di alcuni errori di valutazione in sede di mercato su giocatori che non hanno reso rispetto a quanto vi aspettavate.  Ci riassume questo punto? Sono dinamiche che succedono nello sport, si fanno delle scelte e poi ti rendi conto che non sono state quelle giuste. Poi dagli errori si riparte e mi pare che i fatti mi stiano dando ragione. Adriano è stato una scommessa vincente, l’anno scorso è stato protagonista e ha fatto molto bene. Quest’anno il suo desiderio era di giocare di più e dunque ho accolto la sua richiesta di andarsi a divertire cercando di avere un maggiore minutaggio, e credo stia facendo bene nel Manfredonia. Per il resto credo che gli acquisti a gennaio di Dian Luka e Peric hanno consentito di allungare la rosa in vista delle molteplici partite e di un playoff dove vogliamo essere protagonisti”.

Parliamo adesso di colui che sta facendo la differenza nel Napoli attuale, Rodolfo Fortino. Campione d’Europa con l’Italia nel 2014, campione d’Italia con la Luparense, capocannoniere dello scorso girone di Serie A2 e attuale capocannoniere della Serie A con 30 gol all’attivo. “Presidente, è un gioiello da tenersi stretto, non è così? Lui ha scommesso su di noi e noi abbiamo scommesso su di lui, e alla fine si è instaurato un rapporto di grande cooperazione. È un leader dentro e fuori dal campo, uno di quei giocatori che a me piacciono in quanto affamati, seri e professionali che in campo danno tutto per la maglia. Le qualità tecniche sono indubbie, ma anche quelle morali incidono molto nella longevità di un atleta. Fortino deve essere preso come esempio dai giovani e dagli atleti che vogliono affacciarsi in questa dimensione. Il voler essere sempre protagonisti a prescindere dall’età ti dà quella fiamma che non si spegne mai e ti porta al successo. Spero che saremo protagonisti fino alla fine grazie anche ai suoi gol”.

Dopo un avvio di stagione non semplicissimo, il Napoli Futsal si è trovato al sesto posto a metà campionato e adesso è secondo in classifica e di fatto già qualificato per i playoff con i quali sarà assegnato lo scudetto (ricordiamolo, al primo anno di Serie A). “Quanto è stato importante trovare continuità di risultati per non trovarsi in difficoltà in un campionato come il vostro, e per entrare nella corsa ai playoff? All’inizio abbiamo avuto delle difficoltà dovute al cambio di categoria, anche perché abbiamo molti esordienti. Poi alcuni aggiustamenti nella rosa e il non stravolgere tutto ciò che di bello abbiamo costruito ci hanno reso più forti e più uniti, e il lavoro sta pagando perché 16 risultati utili consecutivi non vengono per caso e quindi credo che siamo nella posizione di classifica che meritiamo”.

In questo momento state vivendo un sogno, lei ci crede in un’impresa simile (o anche di più) a quella dell’anno scorso? Ci credo e lavoriamo per questo, poi il campo è un’altra cosa. Noi ci mettiamo tutto, dal primo all’ultimo giocatore, dal magazziniere a me stesso siamo tutti proiettati a dare il nostro meglio. Poi il campo sarà il giudice ma c’è da essere orgogliosi fino ad ora del cammino che stiamo percorrendo come outsider e neopromossa. Abbiamo raggiungo la Final Eight di Coppa e siamo matematicamente ai playoff, ora dobbiamo solo vedere in quale posizione ci classificheremo alla fine della Regular Season e poi ci prepareremo a battagliare per provare a vincere i playoff”.

L’eliminazione dalla Coppa Italia vi dà modo di concentrarvi maggiormente sul campionato, ma quanto ci tenevate ad andare avanti nella competizione? A nessuno piace perdere, però bisogna anche saper perdere e dare merito agli avversari. Secondo me in quella partita (Napoli Futsal-Olimpus Roma 3-4, a fine marzo, ndr) siamo stati sfortunati in alcuni episodi ma ci è mancato anche un po’ di coraggio. Poi c’era qualche giocatore ha tirato la carretta per tutto l’anno e magari non era al meglio. L’Olimpus ha meritato, da parte nostra c’è rammarico; recriminare si può, ma bisogna anche voltare pagina e guardare avanti”.

Due parole su mister Piero Basile. La scelta di puntare su di lui anche in Serie A è stata ampiamente ripagata, quindi si può definire anche lui uno degli uomini in più di questo Napoli? Sicuramente, anche lui ha deciso di scendere di categoria l’anno scorso e ha fatto molto bene. Gode di tutta la mia stima, nei momenti difficili quest’anno gli sono stato vicino e i fatti dimostrano che è un allenatore in gamba e che merita di sedere sulla panchina del Napoli. Per me il progetto tecnico deve avere una sua continuità e non nascondo che stiamo parlando di rinnovo per l’anno prossimo, che gli ho proposto dopo la sconfitta in coppa. Questo a testimonianza della mia stima e fiducia, perché le partite si vincono e si perdono ma le sconfitte non possono pregiudicare un lavoro proficuo che va avanti da due anni: le sconfitte ci possono stare, ma sono sempre state di più le vittorie rispetto alle sconfitte”.

L’accordo con Sky per la trasmissione delle partite e l’iniziativa dell’emittente con la serie “Storie di Futsal” sta dando una maggiore visibilità al vostro sport, senza dubbio. Il Napoli e la Serie A possono dirsi soddisfatti? Penso proprio di sì, molti sono stati catturati dall’interesse suscitato dalle partite trasmesse da Sky. Tanta gente non conosceva il nostro sport e tramite Sky ha imparato ad amarlo, quindi possiamo contare su un numero maggiore di appassionati. Ma questo è solo l’inizio, la nuova governance sta lavorando bene e penso che i frutti si vedranno sul medio e lungo termine. Andiamo avanti con Sky, ci sono cose ancora da aggiustare però i segnali sono del tutto positivi e ringrazio la Divisione per quest’opportunità di trasmettere le partite del Napoli”.

Parola al capitano:

Nando, la passione ineguagliabile della famiglia Perugino e dei vostri tifosi vi sta spingendo verso i playoff. Voi la percepite questa carica quando scendete in campo? Quest’anno, rispetto alla scorsa stagione, abbiamo la possibilità di giocare davanti ai nostri tifosi. Quando giochiamo in casa si percepisce tutta un’altra atmosfera e sentire i nostri tifosi cantare durate tutta la partita e il fatto che la nostra gente si elettrizza per un episodio o un intervento esaltano quelle che sono le nostre emozioni e ci invogliano a dare il massimo”.

Ci racconti anche tu qualcosa sui due grandi successi dell’anno scorso, promozione e Coppa Italia? A volte quando penso all’anno scorso faccio anche fatica a realizzare quello che abbiamo fatto. Eravamo partiti con i favori del pronostico per raggiungere la Serie A ed eravamo tra i favoriti per vincere la coppa, ma vincere tutte e 24 le partite della stagione è stato qualcosa di insuperabile, più di così non potevamo fare. È stato il frutto di abnegazione, lavoro etica e soprattutto programmazione, ma anche passione”.

Mancano 6 partite al termine del campionato, cosa dovete fare per mantenere una buona posizione di classifica da qui fino alla fine? Attualmente il nostro obiettivo è di consolidare i primi quattro posti e migliorare il nostro piazzamento per quanto è possibile. Questo ci permetterebbe di giocare le partite decisive nel nostro palazzetto. Già in questo momento siamo proiettati al finale di stagione e vogliamo arrivare più pronti possibile ai playoff, che saranno una competizione a sé. Avremo un mese di tempo per alzare l’asticella e lavorare su quei piccoli dettagli che ci hanno un po’ fermato finora”.

C’è un avversario che temete di più in vista dei playoff? La squadra che tutti pongono come favorita è il Pesaro. Noi siamo una delle poche avversarie accreditate a poterli battere, poi sappiamo che per vincere lo scudetto devi batterle tutte, o almeno le più forti: non possiamo partire con nessun tipo di timore. Secondo posto? La classifica ci sorride e questo ci dà morale, ma attualmente la posizione è un dato relativo a cui non diamo molto peso. Ci sono ancora tante partite difficili prima di poter guardare al piazzamento e all’avversario nei playoff, d’altronde arrivare primi o secondi ma poi uscire ai quarti di finale per lo scudetto sarebbe solo un fallimento”.

“Cosa si prova ad essere capitano del Napoli e com’è il tuo rapporto con il resto della squadra? Rappresentare la mia città su tutti i campi d’Italia è un grande onore e un grande orgoglio. Si sentono sempre tante cose ingiuste sulla nostra gente e mi piace talvolta anche solo pensare di poter dare uno schiaffo morale a queste discriminazioni andando a vincere su certi campi. Essere il capitano è una grande responsabilità, io cerco di dare l’esempio perché per me la cosa più importante è far capire l’importanza della maglia e dell’impegnarsi per portare a casa il risultato”.

Insigne? Ogni decisione è soggettiva, a me piace ancora quel ramo più romantico del calcio in cui vedo le bandiere e i calciatori legati alla propria città. Spero che non si tratti solo di una scelta economica ma di qualche screzio con la società che purtroppo ha portato alla scelta di andare a giocare in Canada. Mi dispiace pensare che Insigne avrebbe potuto restare nella storia del Napoli e diventarne una bandiera leggendaria, vivendo il sogno di tutti i bambini e dei tifosi del Napoli, ma poi per un motivo o per un altro ha deciso di interrompere questo sogno”.

Intervista terminata, vi lasciamo con una carrellata di immagini che descrivono i momenti in cui il Napoli Futsal ha scritto la storia negli ultimi mesi; una storia che adesso spera in un altro grande epilogo e che, diciamolo, sembra proprio viaggiare in parallelo con quella del Napoli di Spalletti, alla ricerca del sogno proibito…

(Da sinistra a destra: il presidente del Napoli Futsal Serafino Perugino e suo fratello Massimo, vicepresidente).
Capitan Perugino alza la Coppa Italia di Serie A2

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