ESCLUSIVA – Ciccio Marolda a MN: “I campionati li vincono i calciatori. Napoli pronto a puntare tutto su Olivera. Vi spiego il vero problema della squadra nell’ultimo periodo. Su Insigne e Mertens…”

Francesco (Ciccio) Marolda, volto noto e storico del giornalismo sportivo, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di MondoNapoli. Dai problemi del Napoli di Spalletti alle speranze ancora vive per lo scudetto, con uno sguardo anche al passato, e in particolare agli anni di Maradona, ecco di seguito le sue dichiarazioni:

Domani c’è Verona-Napoli, partita che per Spalletti non bisogna assolutamente steccare. Come si spiega il rendimento altalenante della squadra nell’ultimo periodo? Colpa solo degli infortuni o altro? Il Napoli ha perso delle occasioni, ma non è solo colpa degli infortuni perchè nel periodo degli infortuni il Napoli ha trovato delle seconde linee che hanno giocato molto bene, e la squadra ha guadagnato anche alcune posizioni. Gli infortuni c’entrano ma non sono l’unica spiegazione. Ci sono tanti motivi, soprattutto di personalità di alcuni calciatori venuti meno in partite fondamentali dove ti aspetti tanto da loro, e mi riferisco ad Insigne, Zielinski, Fabian Ruiz, Politano, anche Koulibaly, che da quando è tornato dalla Coppa d’Africa mi sembra che non abbia la stessa concentrazione”.

“Poi ci sono delle scelte tattiche rivedibili da parte del mister, quindi nessuno è esente da peccati, ma tutti hanno anche dei meriti in quello che il Napoli sta facendo, perchè la squadra sta rispondendo a quello che era l’obiettivo in partenza, cioè entrare nei primi quattro. Poi si è presentata l’occasione di fare di più, che si è persa, e adesso bisogna vedere cosa accadrà contro il Verona nella partita della verità”.

Lei è d’accordo che il Napoli sia una squadra poco abituata a vincere? Forse sì, ma ad esempio nel Milan ci sono solo due calciatori che hanno vinto un campionato, ossia Maignan e Giroud, idem nel Napoli. Non è una questione di abitudine a vincere secondo me, è un problema di personalità dei singoli nei momenti decisivi. L’abitudine a vincere la sviluppi vincendo, è chiaro che se il Napoli non vince trofei importanti come lo scudetto da molti anni, poi l’abitudine la perde, ma anche il Milan mi sembra che non ce l’abbia negli ultimi tempi”.

La vittoria contro la Lazio aveva galvanizzato l’ambiente. Cosa è successo poi con il Milan? Troppa pressione? La vittoria contro la Lazio è arrivata comunque con un Napoli sofferente, ma i problemi erano iniziati già con il Cagliari. Non credo sia una questione di pressione. Il Napoli non è riuscito a fare il proprio gioco anche perchè ha trovato un avversario che gliel’ha impedito, il Milan è arrivato a Napoli con l’intenzione di bloccare il Napoli nelle sue giocate e nel suo palleggio; che poi abbia vinto con una mezza genialata di Giroud, questo può essere un episodio, ma il Napoli non è stato messo nelle condizioni di giocare come sapeva fare”.

Secondo Lei l’addio annunciato di Insigne ha influito sul resto della squadra? E cosa pensa della scelta del capitano in sè per sè? La scelta di Insigne è una scelta libera e legittima, ha deciso di andare a chiudere la sua carriera in Canada con un contratto faraonico, penso che in tanti avrebbero fatto la stessa cosa, io non sono moralista e non mi piacciono i moralisti su certe cose. Non credo che abbia inciso sulla squadra, forse nelle partite in cui Insigne era in fase di decisione poteva esserci un po’ di distrazione da parte sua, ma dopo assolutamente no. Insigne giocherà fino alla fine per quello che potrà dare, e mi auguro che il suo contributo sarà importante, anche se domani non è scontato che parta dal 1′ minuto”.

Il ritorno di Mertens a grandi livelli ha parecchio giovato alla squadra. Secondo lei fin dove può spingersi il belga? Fin dove l’età glielo permetterà, perchè non è più un ragazzino. Avrebbe bisogno anche di una certa continuità nel gioco, che però non sta avendo e non può avere perchè il Napoli ha scelto soluzioni offensive diverse. Contro il Milan l’ho trovato svogliato, come se avesse voluto mandare un messaggio e chiedere più spazio. Ma con Osimhen davanti è difficile, tra l’altro Spalletti pare che non veda bene questa coppia d’attacco con i due”.

Pensa che il Napoli possa riuscire a vincere qualcosa con Spalletti, anche non in questa stagione? Quest’anno è difficile, essendo già fuori dalle coppe e avendo perduto molte occasioni in campionato. Spalletti è un allenatore bravo dal punto di vista tattico e capace di instaurare un bel rapporto con i calciatori, al di là dei casi Totti e Icardi. Gli allenatori che vincono sono quelli che hanno a disposizione grandi calciatori, poi loro non possono fare miracoli, i campionati li decidono i calciatori“.

Secondo Lei dove bisogna migliorare la rosa azzurra? Bisognerà prima vedere chi andrà via. Parlo di Ospina, Ghoulam, Malcuit, Fabian Ruiz che l’anno prossimo andrà in scadenza e non ci si può permettere di perderlo a zero. Andrà via Insigne e forse anche qualcun altro, dunque bisogna rinforzare la rosa da un punto di vista numerico e qualitativo. Servirà un terzino sinistro, un centrocampista e un altro attaccante. Non escluso la partenza di Mertens e poi bisognerà vedere come vorrà impostare la squadra Spalletti, perchè se vorrà continuare con il 4-2-3-1 avrà bisogno di due esterni alti forti a capaci di fare gol, cosa che è mancata quest’anno”.

“Da quello che so, il Napoli punterà tutto su Olivera del Getafe”.

Scudetto? E’ presto perchè molte squadre stanno giocando a “perdere” più che a vincere lo scudetto, e chi si fermerà in queste partite sarà perduto definitivamente. L’Inter mi sembra la squadra meglio attrezzata, il Milan è in un buon momento avendo battuto Inter e Napoli una dopo l’altra, il Napoli ha bisogno di riprendersi. All’inizio avevo detto Inter, e forse resto così”.

Quale Napoli degli ultimi anni ha visto più simile a quello di Maradona come carattere, forza e unità del gruppo? Il Napoli di Maradona si fondava, oltre che su ottimi calciatori, su una figura che si caricava la squadra sulle spalle e che diceva “date la palla a me che si penso io”. Questo non è più capitato anche perchè un altro Maradona non è più esistito. A tratti mi è piaciuto molto il Napoli di Mazzarri, capace anche in Champions di andare a giocare partite importanti, pur senza avere una qualità di rosa eccezionale. Poi come divertimento c’è stato il Napoli di Sarri, ma sempre con poche certezze di poter vincere qualcosa. Il calcio è fatto anche per vincere, la vittoria e il risultato sono importanti”.

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