L’ANALISI – La perla di Marek e quell’assenza che pesa

    Esce indenne da Istanbul la squadra di Maurizio Sarri conquistando un punto che, speriamo, valga oro per il passaggio del turno e che non faccia troppo rimpiangere la sciagurata gara di andata e le tante occasioni da rete sprecate dagli azzurri ieri sera alla Vodafone Arena.

    Ci è voluto un guizzo del suo Capitano, Marek Hamsik, al Napoli per evitare che per l’ennesima volta il Napoli lasciasse la posta in palio senza demeritare. Un chiaro segno di ripresa gli azzurri, dopo anche Torino, lo hanno mostrato. Il gioco è tornato. La squadra è di nuovo corta come un tempo e tiene sempre il pallino del gioco ma sappiamo che questo nel calcio a volta può non bastare. E qui si apre l’eterno dilemma…meglio giocare male e fare punti o giocare bene tanto prima o poi i punti arriveranno? Lo scorso anno la squadra di Sarri univa l’utile al dilettevole, conquistando i punti con il bel gioco. Quest’anno le cose non vanno proprio di pari passo. Anche ieri a Istanbul il Napoli ha fatto una bella partita, come aveva fatto a Torino, tenendo sempre l’avversario sotto pressione. Ieri, più di Sabato, il Napoli avrebbe meritato senza alcun dubbio di uscire dal campo vittorioso ma…..manca sempre la zampata lì davanti. Gabbiadini prima e Mertens poi, non riescono ad essere incisivi o quantomeno fortunati. Due le conclusioni di Manolo nel primo tempo entrambe molto pericolose ma sempre sventate dal portiere avversario. D’altronde giocano anche gli altri. Idem Mertens nel finale di gara, forse con troppo egoismo, avendo almeno in una delle due occasioni, un compagno ben piazzato da servire per un tiro più facile.  Ma oltre a loro due anche Callejon e Insigne non sono esenti da colpe, in fase di finalizzazione, in quanto hanno avuto sui piedi almeno altre quattro palle gol d’oro (due a testa) che però sono sempre finite, anche se di poco, lontane dai pali di Fabricio. E come a Torino, il Napoli stava per fare Harakiri con l’ennesimo svarione che ormai è il “liet motiv” dell’ultimo mese da quando non c’è Albiol. Sarà un caso? Il Besiktas, però, non coglie il regalo di Koulibaly e nell’unica conclusione della prima frazione stava per fare bottino pieno. Il tutto in un momento in cui i turchi sembravano in balia del Napoli e quasi pronti a soccombere. Questi errori non solo possono diventare dannosi dal punto di vista del punteggio come nella gara d’andata o in campionato con Juventus e Roma, ma possono essere deleteri perché danno nuova fiducia all’avversario, come accaduto ieri sera. Il Besiktas, infatti, dopo quell’occasione si è svegliato dal torpore e si è affacciato un paio di volte di troppo in area azzurra anche se senza mai essere pericoloso. Generosissimo il rigore concesso ai turchi nella ripresa, nell’unica vera loro sortita offensiva. Maksimovic in corsa, voltato, urta il cross avversario con il gomito. Quaresma ringrazia e trasforma. Gli azzurri, però, restituiscono subito lo schiaffo, con la “perla del Bosforo” firmata Marek Hamsik che ammutolisce la Vodafone Arena, fino ad allora molto chiassosa, tanto forse da indurre in precedenza il direttore di gara al generoso penalty.

    Il Napoli mantiene così la vetta del girone Champions e mette il destino nelle proprie mani, a partire dalla prossima gara contro la Dinamo Kiev, dove è imperativo vincere con un occhio a quello che accadrà a Istanbul. Sta di fatto che per vincere le partite a certi livelli bisogna volgarmente “buttarla dentro” e oggi il Napoli non ha un rapace d’area di rigore che gli permetta di fare ciò. Il bel gioco aiuta a vincere, come anche diceva Arrigo Sacchi a Sarri facendogli i complimenti per la gara d Istanbul, ma poi la dura “legge del gol” ti cambia le sorti di una stagione o di una singola partita. Tanti i gol messi a segno da Callejon e Mertens in questo avvio di stagione per sopperire all’assenza di Milik, ma tante anche le occasioni sprecate che, sommate ad errori grossolani in fase difensiva, hanno portato all’attuale flessione di risultati. Il gioco è ritrovato ma quell’assenza lì davanti va sopperita in qualche modo. Marek, unico ad usare i due piedi con la stessa “educazione”, potrebbe aprire nuovi scenari offensivi per gli azzurri, da “falso nueve“. A Sarri l’arduo compito di trovare una soluzione al problema. In attesa di un “rapace” che la butti dentro.

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