Rafa Benitez: “Ed ora come farò a spiegare questa sconfitta?”

A fine partita, Benitez si è fatto consegnare il foglio con la statistica della gara, come sua consuetudine.«Guardavo e riguardavo quei numeri – racconta- Trentatré tiri in porta ed undici palle gol nitide. Mi chiedevo: ed ora come farò a spiegare questa sconfitta? Cosa devo dire? E chi non l’ha vista, cosa penserà?».
Ritorna su quei numeri: «E’ veramente difficile da spiegare questa gara. Abbiamo tirato tanto ed è mancato solo il gol. Se il primo tempo fosse finito 3-0, nessuno avrebbe potuto dire nulla. Ed abbiamo mancato anche un rigore, oltre alle parate straordinarie del portiere. Dovremmo solo essere più concreti sottoporta, tutto qui. Siamo mancati in tante piccole cose ma l’impegno dei ragazzi non è mancato. Ad un certo punto è arrivato quel loro gol e ci siamo lasciati prendere dalla frenesia. Non mi sono piaciuti i 20-25 minuti finali, dopo l’ingresso in campo di Mertens e De Guzman. Dovevamo gestire meglio il gioco. Invece, anche quando è subentrato Zapata siamo stati frettolosi. Sono dispiaciuto soprattutto di quello. Per il resto, non me la sento di individuare colpe specifiche».

Effetti. Un k.o. che potrebbe avere un effetto devastante sotto il profilo psicologico. Ma Benitez si dimostra ottimista: «Dobbiamo recuperare la fiducia che c’era prima, ma lo possiamo fare solo vincendo e facendo gol. Se facciamo 0-1 con 33 tiri in porta è chiaro che non siamo aiutati dalla sorte… Ma sono sicuro che non andrà sempre così. Lavoreremo per migliorare anche situazioni complicate come queste, quando incontriamo una squadra che si chiude in quella maniera ed una volta in vantaggio aumenta il pressing e serra ancora di più le fila». Assolve la difesa: «Stavolta la difesa non è stato un problema, uno o due errori possono capitare in una partita, ma è l’attacco che non ha concretizzato, poi c’è stato il rigore ed altre due-tre parate del portiere».
Forse per la prima volta da quando è a Napoli, Rafa ha ricevuto qualche fischio al momento di lasciare il campo: «I fischi fanno da stimolo, nessun problema. I tifosi hanno fatto quel che dovevano fare, aiutare i ragazzi quando andava fatto. Sono stati fantastici. Se credo ancora nello scudetto? Non ho mai parlato di scudetto, siamo appena alla seconda di campionato. E non paragono questa sconfitta con quella di Bilbao, due situazioni nettamente diverse».

Convinzioni. Preoccupazioni? «Neanche per sogno – aggiunge il tecnico – L’attacco resta il nostro punto di forza ed i nostri attaccanti sono tra i più bravi. Dobbiamo solo diventare più cinici, perfezionare la mira e non farsi prendere dalla fretta in talune occasioni. Ne capiteranno altre di simili ma non sono d’accordo che soffriamo contro le medio-piccole come lo scorso anno. Stavolta avevamo messo alle corde l’avversario e lo dicono i numeri».
A Benitez non è dispiaciuto Insigne anche se l’ha sostituito di nuovo con Mertens: «Lorenzo ha fatto il suo lavoro ed i tifosi lo hanno sostenuto. Non possiamo dire che non si sia impegnato e non abbia dato il massimo. Solo che c’è anche Mertens ed a noi questo cambio altre volte ci ha dato dei vantaggi». Hamsik pur dando l’anima in campo non riesce a rendersi insidioso: «Ha fatto i movimenti che doveva fare, probabilmente ha disputato una delle sue migliori partite. Nella ripresa l’ho schierato anche da centrocampista per aumentare la qualità in mediana». Su un punto è d’accordo il tecnico spagnolo: «I più esperti devono aiutare gli altri nei momenti più delicati». Ed il riferimento a Callejon, Albiol ed Higuain è evidente. I suoi pretoriani non sembrano più quelli di prima.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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