“Pensavo fosse un top, invece era un Calesse” i ricordi sicuramente portano al celebre film del grande Massimo Troisi “Pensavo fosse amore e invece era un Calesse”. Il Calesse è un autovettura molto povera che era trainata da un misero cavallo. È diventata al giorno d’oggi un espressione per indicare che magari le buone speranze riposte verso qualcuno o qualcosa si sono rivelate effimere e sbagliate.
In maniera provocatoria allora ci siamo chiesti ma Koulibaly, a fronte della stagione non ancora terminata, non è che era un Calesse? Ovviamente la risposta è senza dubbio negativa. Tutti conosciamo di cosa è ed è stato capace Kalidou in maglia azzurra ma innegabilmente non si puo’ non notare una frizione abbastanza rilevante quest’anno.
Il calciatore infatti in più di un occasione è sembrato il fratello o la controfigura di quel difensore stratosferico che ci aveva fatto innamorare. Di quel difensore capace di fermare Kylian Mbappè e Mohamed Salah come se fossero gli ultimi arrivati. Quel calciatore che quando non era negli undici titolari ti faceva partire già con il cuore in gola.
Sarà che, essendo anche lui un umano, quest’anno ha patito le scorie di tre/quattro stagioni ad altissimo livello dove aveva rifiatato poco. Sarà che quest’anno aveva iniziato il Campionato senza aver svolto la dovuta preparazione. Sarà che quest’anno aveva cambiato il compagno di reparto passando dal veterano Albiol al coetaneo Manolas.
Sono tanti i fattori che hanno potuto incidere su Koulibaly in questa stagione. Sono tanti i fattori che ci fanno ricordare di Kalidou per un autogoal goffo al 90esimo allo Juventus Stadium o per una papera contro il Parma dove lancia Kulusevski in porta e per giunta si infortunia.
Ma, siccome noi, non siamo di quelli che per una cosa sbagliata dimenticano le 100 buone fatte, saremo sempre grati a Kalidou e soprattutto saremo sicuri che presto Koulibaly, il nostro K2, si riprenderà le sorti della difesa azzurra sulle sue spalle tornando ad essere una grande Lamborghini altro che Calesse.
