CorSport: “Mertens, il Milan ti manca. Il belga vuole interrompere un record negativo”

Ottantanove volte Dries e poi basta fermarsi un solo istante, rileggendo le statistiche, per accorgersi che all’appello delle malcapitate, in questo diluvio di gol realizzati dal 2013 ad oggi, cioè da quando l’azzurro appartiene alla sua carriera, mancano poche (altre) squadre e tra queste proprio il Milan, in nove precedenti. È una curiosa riflessione, il dato inappuntabile di una memoria scientifica che annota tutto e in più ricorda a Mertens, da più di un anno implacabile centravanti, che l’ultimo sorriso è distante (oltre) un mese, 3 marzo scorso, la notte del ko con la Roma e del lampo di Dybala all’Olimpico, quell’incrocio fatale che sta influenzando, più di ogni altro, l’esito parziale di questo incerto duello con la Juventus.

ASTINENZA. Ottantanove reti per Mertens (in duecentoventisei partite) e alle sessantasette in Serie A potevano aggiungersene altre se solo avesse segnato (in passato) a Frosinone, Carpi e Catania e (recentemente) anche a Milan, Spal e Chievo durante la sua brillante esperienza italiana. Sei squadre mai vittime del suo cinico istinto, del talento che l’ha reso «Ciro» affinché avesse un nome al quale legare un nuovo idolo della gente, un esterno divenuto attaccante, un potenziale campione esploso ad un tratto, improvvisamente, impercettibilmente, mentre rinasceva in un ruolo che oggi sembra appartenergli da sempre.

VITTIME PREFERITE. Ma dove sono finiti i gol che mancano? Nove al Bologna, otto al Cagliari e sei alla Fiorentina, tre squadre alle quale Mertens ha segnato più d’altre in Italia. È una semplice questione di coincidenze e non di cifre, poiché i numeri sono globalmente da applausi e la distribuzione del suo talento varia disordinatamente, a seconda delle circostanze, dei momenti, degli stati d’animo. Intanto il Milan, quest’anno, è la sua ultima speranza per ridurre il solco con l’astinenza specifica. Mertens ha già affrontato due volte Spal e Chievo, ultima in ordine di tempo, «sfiorata» appena con quel rigore neutralizzato da Sorrentino, la beffa prima del dolce epilogo.

MOTIVAZIONI. Una rete per gli altri e in fondo anche per sé: per arrotondare la media, per gonfiare le statistiche, per macchiare con una «ics» il nome di una squadra che rappresenta un insolito tabù. Mertens non ha mai segnato al Milan e può riprovarci domenica, allo stadio Meazza, alle ore 15, dandosi appuntamento col destino e magari intersecando obiettivi personali e collettivi. Può bastare un gol per soddisfare uno «sfizio» e anche per rincorrere un sogno, per dar continuità all’ultima vittoria, per restare in scia della Juve e dunque anche del primo posto, che dista appena quattro punti a sette giornate dal termine.

MOMENTO. Quattro gare di forzata rinuncia (Inter, Genoa, Sassuolo, Chievo) e un digiuno intimo condiviso collettivamente, riflesso di un reparto normalmente pericoloso ma insolitamente poco lucido. Tornerà a brillare, l’attacco, e di quell’imprendibile tridente Mertens è legittimo faro, riferimento costante, il perno e il simbolo, l’insospettabile (nel ruolo) trascinatore, il leader dei numeri: ventuno gol complessivi, diciassette in Serie A e chissà quanti altri ancora non appena sarà possibile ricominciare.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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