CorSport: “Sarri, Allegri e due visioni completamente opposte. Le mosse dell’azzurro per vincere il duello”

Sarri ha una visione, Allegri un’ idea, seppur molto larga. Il giocatore di Sarri viene calato in un insieme che determina il collettivo e, di conseguenza, il gioco di qualità. Il giocatore di Allegri deve essere egli stesso un insieme di tante qualità. La differenza fra questi due modi, questi due mondi, può essere esemplificata da Rugani. Nell’ Empoli di Sarri, giocava in una linea difensiva che non perdeva mai, ma proprio mai, l’ orientamento. I gol che prendeva l’ Empoli raramente nascevano da errori individuali, alla base c’ era quasi sempre uno sbaglio collettivo, di movimento o di lettura dell’ azione. Era un sol blocco. Quando Rugani è passato alla Juve di Allegri, ha scoperto un altro mondo, il mondo del “devi sbrigartela da solo, se sei davvero forte, perché qui siamo alla Juve”. Dettaglio non trascurabile: nella sua ultima stagione empolese, Rugani non era mai stato ammonito, particolare che ad Allegri non piaceva granché. E’ un peccato, per noi, che Napoli-Juventus si giochi alle 20,45, l’ avremmo egoisticamente preferita alle 15. Comunque vada, è una partita che avrebbe bisogno di riflessioni e approfondimenti, di ragionamenti che, a loro volta, richiedono tempo, ma dovendo scrivere e commentare in pochi minuti quel tempo non c’ è. Non è solo (e certo non è poco) una partita che può segnare una prima svolta nella stagione, è anche l’ incrocio fra visione e idea, fra estetica e concretezza, fra qualità collettiva e qualità individuale. E, da quando Sarri allena il Napoli, per la prima volta si giocherà con la Juve a -4 e costretta ad attaccare per vincere (o almeno così sembra), onde evitare un Natale a distanza eccessiva dalla vetta.

LA DIFFERENZA. Il Napoli non cambia mai, la Juve cambia sempre. Possiamo dire che la visione di Sarri è consolidata, l’ idea di Allegri è aperta. Nel solco di un gioco che, quando va a pieno regime, è abbagliante, il tecnico di Figline apporta delle modifiche che tengono in apprensione l’ avversario. Per esempio, il regista: Jorginho o Diawara. Con l’ italo-brasiliano, il Napoli fa un palleggio corto e rapido, molto geometrico, spesso esatto; con l’ ex bolognese aumenta i muscoli e anche il raggio dell’ azione, Diawara ha un calcio lungo che può diventare utile per saltare la linea del centrocampo juventino. Nella stagione scorsa, Sarri fece giocare Diawara titolare in tre partite su quattro (si sono incontrate anche in Coppa Italia) contro la Juventus.

LA MOSSA. C’ è poi un’ altra possibilità, un’ altra carta che l’ allenatore del Napoli può giocare in questa sfida di calcio opposto, la carta di Zielinski. Quando vuole portare il palleggio al massimo livello della qualità, lo schiera sempre dall’ inizio: contro il Real Madrid al Bernabeu l’ anno scorso e contro il City a Manchester quest’ anno. Zielinski è il giocatore attraverso il quale Sarri annuncia la sua totale mancanza di paura nello sfidare gli avversari più forti e più titolati sul piano del gioco. Allegri sa che non ci saranno sorprese nell’ attacco del Napoli, i tre sono quelli e non si discutono, ma la composizione del trio azzurro di centrocampo può modificare anche le sue scelte.

Fonte: Corriere dello Sport

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