CorSport: “Mertens sfida i giganti del gol. I numeri sono dalla sua parte”

El e stelle non stanno mica a guardare! Perché in questa notte che s’ avvicina, ondeggiando lungo la Via Lattea, ci sarà da perdersi tra i talenti, tra le nature vive di goleador nati per far sognare. Si scrive Mertens e si rilegge un anno fantastico, sublime, incantevole, almeno quanto ciò che arriva dall’ altra parte della luna: quarantadue reti da centravanti, per un uomo che ha vissuto sempre ai margini del campo (sulla fascia) e quarantatré del Manchester in questa seconda stagione di Guardiola, che invece è la centralità di un mondo che gli appartiene. E’ Napoli -Manchester City, ovvio, ma è anche (soprattutto) Mertens che sfida i giganti, tra i quali ha il diritto di intrufolarsi con tutto quello che ha mostrato in dodici mesi esatti, rivoltando le logiche ed anche la propria vocazione, scoprendosi un po’ Sterling e un po’ Aguero (si può dire, senza esagerare?), miscelando la sua vecchia vita da ala a quella attuale da autentico «nueve».
80 VOGLIA. Racconta Mertens, l’ ultimo, quello che la pazza idea di Maurizio Sarri ha sistemato nel cuore dell’ area di rigore avversaria di aver dentro di sé soluzioni fatte ad immagine e somiglianza del City, che ha qualcosa di vagamente lunare, con quel suo calcio che muove passi come se stes se galleggiando nello spazio. E anche Mertens, lo fa: scappa via, esce tra le linee, si infila, s’ allarga, si stringe, aspetta Insigne o Callejon e poi quando Albiol (è successo domenica con il Sassuolo) gli dà il via, lui sceglie l’ anti-conformismo, segna di pancia, ch’ è sempre un bel modo. E’ il calcio alla Mertens, nel quale c’ è qualsiasi po stura e pure ingredienti vari: è il football verticale, che sa di Guardiolismo ma invece è Sarrismo allo stato puro, il punto di incontro di due filosofie che sono somiglianti e neanche poco.
«VENDETTA». Il resto è viaggio all’ Etihad, mica nella memoria, in una serata in cui accadono una serie di episodi, da derubricare: la prima mezz’ ora insostenibile del City, l’ ultima ora del Napoli nella sua versione più aderente a se stessa, un 2-0 all’ inglese che può persino diventare (clamoroso a Manchester!) un 2-2, se Mertens facesse ciò che ha dimostrato di aver nelle corde: segnare il rigore, che gli viene negato da un piede di Ederson. E due settimane fa, il tarlo ha cominciato a corrodere un fiammingo che è un capolavoro d’ arte e vive questa partita come una emozione (perché incontra anche De Bruyne, uno dei suoi più cari amici, che si è sposato a Sorrento) e perché ha la possibilità di passare con le suole su quello scarabocchio dagli undici metri: nessuno potrà mai spingere ad intuire il finale di quella sfida, nel caso in cui Mertens fosse riuscito a segnare; ma è semplicissima da leggere la trama di questo Napoli -Manchester City che sta per arrivare e Sua Maestà il principe azzurro (un viceré, pensando ad Hamsik) attende con quella faccia da scugnizzo acquisito. Quarantatré a quarantadue: ma quelli sono undici e lui avanza da solo. C’ è più gusto, forse, a sentirsi Mertens…
Fonte: Corriere dello Sport
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