Napoli: elettroencefalogramma piatto!

L’Atalanta arrivata al San Paolo è quella delle grandi occasioni, in poche parole in formato Champions League. I bergamaschi sciorinano una prestazione matura sia dal punto di vista tattico che tecnico. Corsa e qualità, strapotere fisico imbarazzante e risultato ampiamente meritato. I neroazzurri sono compatti, stretti e dotati di un gioco talmente vivo da poter toccare con mano pur assistendo da lontano la partita. Gomes sfoggia una prestazione da assoluto dominatore della fascia di competenza e non solo, Toloi Caldara costruiscono un muro invalicabile dietro. Un mix perfetto di sfrontatezza e attenzione ai dettagli che schiantano e umiliano gli azzurri apparsi stasera -ahinoi- assolutamente fuori partita in ogni elemento. Maksimovic messo a confronto con i due baluardi difensivi dell’Atalanta sembra essere un ragazzo della primavera alla prima partita in Serie A: fuori tempo, pasticcione ed impaurito. La prestazione del centrale ex Torino rasenta l’imbarazzante concedendo a Petagna di poter tirare in area di rigore a tu per tu con Reina. Solo l’errore del giovane attaccante e la fortuna ha evitato la capitolazione. Se il serbo offre una prestazione disarmante i suoi compagni non sono da meno, nessuno degli azzurri ha solo sfiorato la sufficienza. Hysaj è apparso il lontano parente del terzino tanto apprezzato fino a poco tempo fa. Dal centrocampo in su le cose non vanno di certo meglio. Diawara spesso impreciso, Hamsik sostituito nella ripresa non ha mai preso per mano i compagni nella fase di manovra. A salvarsi, seppur parzialmente, è ormai il solito Insigne. Lo scugnizzo coglie una traversa che grida vendetta e cerca di scardinare il muro avversario, senza fortuna però. Mertens sveste i panni del super eroe e offre una prestazione incolore, evanescente e poco efficace sotto porta. Nella prima frazione dilapida un’occasione che, viste le sue qualità, non avrebbe proprio potuto e dovuto sbagliare. A rendere meno amara la sua perfomance è la traversa colta su un’ottima conclusione su calcio piazzato.

Per il resto il Napoli “ammirato” stasera è poca cosa, una sorta di agnello sacrificale dinanzi alla brillantezza avversaria. Presta il fianco all’incedere orgoglioso dei bergamaschi senza dare mai segno di ripresa. Durante i 90 minuti ed oltre, infatti, mai è apparso in grado di competere davvero contro un avversario che l’ha, senza giri di parole, surclassata. Altro dato, ancor più raccapricciante, è che il raddoppio è giunto perfino dopo l’espulsione di Kessie che avrebbe dovuto, invece, ravvivare il focolare delle speranze. Napoli già sotto all’intervallo e che, colpevolmente, nella ripresa non ha alcun tipo di scossa emotiva. L’Atalanta pur essendo già in vantaggio continua il suo show, meritando minuto dopo minuto di allargare il divario nel punteggio. Il Napoli ha perso sotto tutti i punti di vista, evidenziando un’imbarazzante elettroencefalogramma piatto valutando la tenuta mentale, fisica, tecnica e tattica. Azzurri umiliati tra le mura amiche, ridicolizzati nelle prospettive europee di una squadra che dimostra di non essere all’altezza di ritmi importanti. Senza considerare poi che, tra andata e ritorno, il Napoli non è riuscito a segnare nemmeno un gol contro i bergamaschi, subendone tre. Di contorno ad uno scenario funereo si somma il silenzio stampa: immotivato ed immaturo. Tutto tace e ad urlare è il campo, il quale mette in luce il buio di un gruppo che ora rischia davvero grosso. Il secondo posto, prestazione alla mano, è un’utopia pindarica. Il terzo posto, consolazione di stagione, rischia di diventare il rimpianto più amaro. Sabato prossimo c’è la trasferta di Roma contro i giallorossi. L’olimpico sarà dunque il teatro dove il Napoli metterà in scena il proprio futuro: dentro o fuori dalla Champions.

Ora, però, c’è solo da sperare che passi in fretta la nottata sperando di aver assistito ad un incubo molto realistico. Forse in maglia bianca stasera ha giocato l’Atalanta e non il Napoli. Senz’altro gli azzurri hanno bisogno di una sveglia immediata, diversamente la debacle sarà di proporzioni bibliche. Ultimo pensiero, prima di spegnere la tv: martedì c’è la Juventus, poi la Roma e infine il Real Madrid. O il Napoli si “sceta” o gli incubi saranno ancor più funesti.

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