EDITORIALE – Quando la coerenza è un abbonamento scaduto…

Dopo l’avvio a singhiozzo a Pescara, il Napoli ha ingranato la quarta centrando quattro vittorie consecutive (3 in Serie A e 1 in Champions). Complimenti, elogi e tappeti rossi per i meravigliosi interpreti azzurri, gli aggettivi si sprecano e paragoni illustri e fantasiosi invadono la rete colorando d’azzurro intenso vivo blog, profili Facebook ed Instagram. Tutto meraviglioso, splendido e perfetto tanto da poter risplendere di luce propria. Squadra che incanta e delizia, nuovi talenti che sbocciano nel giardino delle intuizioni del duo Giuntoli-De Laurentiis e prime domande in merito alla clausola di Milik. Ma è davvero oro quello che luccica?

Riavvolgiamo il nastro, REWIND – L’estate non è ancora terminata e il mercato quindi è ancora un ricordo così è fresco e vivido nei ricordi di tutti. Circa due mesi fa l’autore del record di marcature in Serie A “scappava” a Torino. A scappare però non è stato l’unico. Si è parlato di alto tradimento, di vigliaccheria e codardia, stessi sentimenti che hanno invaso molti tifosi del Napoli. Di colpo i meriti conquistati a suon di prestazioni da una squadra arrivata seconda solo al cospetto di una forza maggiore sono svaniti. L’azzurro orgogliosamente sventolato si è scolorito, centrifugato e strapazzato dal seme isterico e immaturo dei pessimisti cronici e dei disfattisti ad ogni costo, in costante attesa dei dolori altrui per poter infilare il dito nella piaga e godere di quel nulla che forse per alcuni – per intensità di esercizio – è come un lavoro a cui non poter rinunciare. La ricerca di demolire è stata più forte di quella di costruire, proprio questo aspetto è stato il reale clima depressivo di questa lunga estate di mercato. Napoli incapace di acquistare nuovi calciatori, quest’ultimi talmente restii a vestire l’azzurro che in alternativa avrebbero preferito indossare la divisa dei carcerati. La scelta degli obbiettivi di mercato totalmente sbagliata e inadeguata alle ambizioni del Napoli. I soldi diventati finti come quelli del Monopoli e quindi da poter scialacquare senza alcuna valutazione e riflessione, solo ed esclusivamente per potersi fregiare della soddisfazione di averli spesi criticando poi la bontà degli investimenti stessi. La contraddizione al comando e la totale anarchia di pensiero hanno in fatti e parole contraddistinto il mercato azzurro. Milik etichettato come calciatore capace di segnare esclusivamente di testa e non certamente paragonabile al “re decaduto” Higuain, trascurati gli acquisti di Tonelli e Giaccherini, non valorizzati quelli di Zielinski, Rog e Diawara, non valutato in modo corretto un mercato che è stato corposo in qualità e quantità e soprattutto alimentato da una spesa abbondantemente a tre cifre (128 milioni di euro).

Basta poco per far cambiare tutto, FORWARD – Infondo è così semplice, basta schiacciare un tasto e il tempo scorre a ritmo accelerato, e volendo possiamo fermarlo lì dove noi desideriamo e quando ci conviene maggiormente. La coerenza che si piega alla mutevolezza degli eventi, schiava della convenienza e capace di indossare la maschera adatta per saltare poi sul carro dei vincitori, nonostante l’abbiano spinto vero il baratro fino ad un istante prima. Gli stessi interpreti così poco apprezzati e stimati prima, ora e dopo appena 5 partite ufficiali sono diventati magicamente quei tasselli fondamentali per migliorare la squadra. Le prestazioni di Arek Milik meritano giochi di parole con il suo nome come ad esempio: Arcangelo Milik oppure DiaboMilik. Si vocifera addirittura che qualcuno si domandi a quanto ammonti la clausola, chi sa segnare solo di testa è un elemento che non può essere assolutamente perduto. Zielinski da giocatore da abbandonare, vista la sua incertezza ad accettare la destinazione, è diventato quel tipo di giocatore a cui non rinunciare mai, riconoscendogli doti tecniche e tattiche così elevate da poter supporre possa attraverso il dono dell’ubiquità comandare ogni lembo del centrocampo. Squadra nel complesso incapace anche solo di avvicinare il potere e la potenza pura quanto straripante del colosso bianconero, oggi invece all’altezza non solo di competere ma anche di vincere nonostante l’avversario chiamato Juventus. La qualità della rosa e dei suoi ricambi può permettere tutto questo, meravigliosa scoperta di questi giorni che sta infiammando le voglie e le ambizioni più lucenti dei tifosi azzurri. Tutto è cambiato ed è diventato splendente, la velocità della demolizione è stata la stessa con la quale è ripartita la ricostruzione. La domanda, come qualcuno direbbe, nasce spontanea: Quanto durerà la piacevolezza di questa luna piena? Probabile a questo punto che alla prima pioggia tutto riperda colore e vigore. Che dire, chi vivrà vedrà.

La realtà, PLAY – La realtà infondo  è e dovrebbe essere in analisi attenta ed accurata dei contenuti e delle potenzialità, attraverso valutazioni razionali fondate sul ragionamento. Non cambiare mai idea è senz’altro sbagliato, ma essere schiavi delle correnti e trasformarsi in carte inanimate trasportare via dal vento non rappresenta in ugual misura un modo di vivere adeguato. La coerenza non può essere come un abbonamento scaduto che si conserva li, in un cassetto, perché quando si voglia riprendere l’autobus possa essere utilizzato simulando di essere uno dei tanti e normali passeggeri che, regolarmente e correttamente, avevano pagato il biglietto. L’equità dei giudizi, l’equilibrio nelle valutazioni e la capacità di dare il giusto valore  al lavoro svolto, basandosi sull’effettiva qualità e lungimiranza strategica tralasciando la mera estetica, sono i valori che spesso alcuni tifosi del Napoli dimenticano. Gli stessi che avevano abbandonato una squadra orfana di qualcuno che non li ha voluti. Gli stessi che così come dice il detto sulle mogli (d’agosto moglie mia non ti conosco) quando la squadra perde spariscono dai radar. Gli stessi che però quando invece vince, vorrebbero condurre il pullman della vittoria. Gli stessi che chiedono investimenti al presidente e non valutano che da due anni a questa parte ha speso più di quanto abbia incassato. 

Coerenza e sangue freddo, questi i capisaldi per realizzare il salto di qualità, la base necessaria su cui costruire successi importanti e duraturi. È giunto il momento di rinsaldare le fondamenta di un palazzo che nonostante le ormai solite scosse di terremoto, continua a crescere in qualità. Ci auguriamo possa essere compreso anche da quei pochi che ancora vogliono viaggiare con l’abbonamento scaduto spacciandosi per bravi cittadini.

Articolo precedenteSERIE A – Inter-Juve 2-1: prima sconfitta per gli uomini di Allegri
Articolo successivoLE AVVERSARIE EUROPEE – La Dynamo non funziona, passa la Zorya