5 luglio 1984: Napoli diede il ‘benvenuto’ al suo ultimo Re!

Da pochi giorni era stato annunciato il colpo del secolo, precisamente il 30 giugno 1984: Diego Armando Maradona vestirà la maglia del Napoli. Una cosa letteralmente incredibile a quei tempi, dato che la squadra azzurra non aveva mai vinto scudetti né coppe prestigiose. Non era assolutamente paragonabile alle grandi del nord, con le pance piene di trofei che anno dopo anno si spartivano i vari titoli nazionali e non.

Un giocatore così importante dal Barcellona! Sogno o so desto?” Si saranno chiesti in tanti. Un evento che molti già sapevano avrebbe segnato la storia, altri avrebbero realizzato successivamente il cambiamento repentino portato da quell’uomo di appena centosessantacinque centimetri, tutto capelli e talento.

La città, il 5 luglio 1984, si tinse d’azzurro: le strade erano stracolme di tifosi festanti come se il Napoli avesse vinto lo scudetto, per fortuna la stessa scena si sarebbe ripetuta solo tre anni dopo. Centomila anime raggiunsero, successivamente, il San Paolo ove avvenne la presentazione di Diego, in pompa magna come lui meritava.

Quegli scalini che salì per raggiungere il campo sembravano rappresentare il viaggio verso le porte del paradiso, ivi un “dio” avrebbe fatto la sua comparsa nel modo più glorioso possibile. Per gli operatori di mercato, quali Carlo Juliano e lo stesso presidente Ferlaino, l’emozione fu talmente forte da piangere come bambini davanti a quel contratto firmato in estremis in aeroporto.

Una rinascita non solo per il calcio ma per una città che di eroi non ne aveva mai avuti troppi e adesso, almeno nello sport, poteva vantare il calciatore più forte del pianeta. Nacquero in quelle poche ore già cori sul numero 10, per omaggiarlo della scelta compiuta. In una metropoli ricca di arte, cultura e tradizione musicale, avrebbe completato la magia con le sue giocate. Sempre una forma di bellezza era, dopotutto.

Il suo arrivo fu pane per i giornalisti e fotografi, che si accaparrarono i “primi posti” davanti a quelle scale, in un’immagine immortalata da dietro che ancora oggi fa da sfondo alla gioiosa storia partenopea. Maradona, però, non era solo figlio di Napoli, era amato da tutti, avversari compresi (almeno quando non dovevano marcarlo).

Impossibile non applaudire le gesta dell’uomo venuto dall’Argentina, forse per la prima volta tutta l’Italia rimase piacevolmente colpita dalla presenza di un calciatore del genere in patria, un orgoglio che aleggia nell’aria ancora oggi.

L’affetto, l’amore e il rispetto che i napoletani portano nei suoi confronti è rimasto immutato, innamorati pazzi letteralmente del fulcro della rinascita e delle vittorie del club, sette anni di paradiso, di colore e passione indelebili per chi li ha vissuti e immaginati da chi, purtroppo, lo ha potuto assaporare attraverso videocassette o racconti sei propri genitori, nonni o parenti.

Certe storia sono destinate a durare per sempre, a superare ogni ostacolo, e questa rappresenta a pieno l’emblema di un legame indissolubile. Trent’anni e passa dopo, Maradona è ancora fra i vicoli della città, rappresentato come murales o come statuina divina accanto ai santini, non importa.

Lui c’è e il sentimento è ricambiato. Ha espresso, infatti, più volte la voglia di tornare, questa volta come portabandiera della squadra azzurra, simbolo di vittorie e di gloria.

Un giorno sarà realtà ed allora nessuno più potrà dividere l’ultimo re di Napoli dal suo popolo.

Articolo precedenteRadio Crc: “Herrera? Rapporti interrotti, ora è il giocatore a spingere per la cessione”
Articolo successivoAg. Zielinski: “Ha un contratto con l’Udinese. Nessun contatto recente con il Napoli”