Criticato, sempre sotto esame ma comunque amato in ogni istante. Gli ultimi due anni di Hamsik a Napoli si descrivono così. E dire che era iniziato tutto per il meglio: fascia di capitano e cinque gol in tre partite. Poi la crisi infinita, due anni di moltissimi bassi e pochi alti. Giovedì ha esultato e ha scaricato tutta la sua rabbia, con un gol capolavoro, da vero campione. L’esultanza con un grido rabbioso e un dito puntato al naso, per chi lo continua a criticare. Ma non si diventa un giocatore di basso livello così all’improvviso, Hamsik rimane un campione, ma adesso è arrivato il momento di confermarlo.
Soliti discorsi e solite parole, gioca fuori ruolo e su questo non ci piove, inoltre c’è da tenere in considerazione che i tagli degli esterni impediscono allo slovacco di fare inserimenti, il pezzo forte della casa. Ma le colpe sono anche del capitano. In due anni non si può solo dire che è un problema di ruolo, anche Insigne non era un esterno di centrocampo e nonostante il suo fisico, il talento di Frattamaggiore è riuscito ad entrare negli schemi di Benitez. Come mai lo slovacco non ci riesce. Ha perso fiducia in se stesso, e nonostante l’allenatore lo manda in campo, nonostante le prestazioni opache, cambiarlo dopo l’ora di gioco non aiuta. Sembrerà un caso ma nelle poche partite che Hamsik ha giocato tutta la partita sono arrivati i suoi gol, vedi Verona, Slovan Bratislava e adesso Udinese.
La sua timidezza è stata una caratteristica beffarda, non ha creduto più in nelle sue doti e nel momento negativo ha reagito nel modo sbagliato, abbattendosi. Ma non c’è mai stata una parola fuori posto nei confronti di chi lo fischiava allo stadio, o di chi non crede più in lui e di chi lo dà già per finito. Marek Hamsik è un campione dentro e fuori dal campo, e sempre con il sorriso risponde ai critici con i fatti, perché il capitano suda in ogni match e nessuno nella rosa azzurra, ama la maglia quanto lui.
