Parla il legale della famiglia Esposito, l’avv. Pisani: “Attendiamo che il prima possibile abbiano un nome anche i complici di De Santis”

Chiarisce subito che la sua non è una posizione di difesa a oltranza. “Ciò che m’importa – sottolinea più volte – è che si abbia un processo giusto, che non sia contaminato da pregiudizi di certi ambienti dell’opinione pubblica e che qualunque sia la sentenza, non lasci irrisolti tutti gli interrogativi”. Angelo Pisani è il legale della famiglia di Ciro Esposito. Nel dire questo, chiaramente, lascia intendere che i provvedimenti emessi ieri dalla procura romana non riguardano la vicenda principale: l’omicidio di Ciro.

Avvocato Pisani, quali sono le sue preoccupazioni?
“Io non posso contestare questo provvedimento che non ha nulla a che vedere con l’omicidio di Ciro Esposito. Ho solo la sensazione, ma magari mi sbaglio, che si sia voluto prima dare un nome ai volti degli ultrà napoletani. Noi attendiamo che il prima possibile abbiano un nome, e un volto, anche i complici di De Santis. Che sono ancora degli invisibili”.

Perché questi tempi differenti?
«La magistratura sta lavorando molto bene, domani ci sarà l’incidente probatorio che metterà la parola fine ai tanti azzardi messi in giro sull’agguato criminoso a Ciro e al bus dei tifosi napoletani. Io non intendo soffermarmi sul ruolo avuto da Gennaro De Tommaso all’interno dell’Olimpico: ma io dico solo che i tifosi del Napoli quella sera sono stati vittime di atti di una violenza inaudita».

E secondo lei, dovrebbero godere di una certa immunità?
“Mai pensato questo. Ma ho visto le immagini dell’Olimpico. E fin dal primo istante mi è sembrato che anche i tifosi della Fiorentina siano stati protagonisti di un lancio di razzi in campo, abbiano minacciato, preteso di parlare con i responsabili delle forze dell’ordine. Ecco, ad oggi quelli della Fiorentina non risultano raggiunti da alcun provvedimento restrittivo e si parla sempre dei napoletani”.

Si aspettava che anche qualche ultrà viola venisse arrestato, dunque? 

“Non mi aspettavo nulla, perché io non conosco gli atti. Questo provvedimento, però, non rasserena il clima che si respira in città. Perché tanti tifosi napoletani sono convinti che per cercare di nascondere le colpe di Gastone e dei suoi complici, molti media vogliano spostare l’attenzione su Genny e i suoi amici. Come se fossero stati quelli del Napoli i violenti e gli altri no. Questo non mi va giù. Ma qui parlo più da presidente della Municipalità di Scampia che da legale della famiglia Esposito. Ho la massima fiducia solo nella magistratura e nella verità processuale che verrà fuori”.

La prima udienza avverrà tra pochi giorni. Cosa si aspetta?

“Nell’incidente probatorio avremo la possibilità come difensori di spazzare via tutte queste insopportabili allusioni mediatiche sulle ferite da coltello che De Santis avrebbe subito a Tor di Quinto. Se ci sono tagli sul suo corpo, possono essere precedenti al 3 maggio, perché questo uomo è stato protagonista di numerose risse. E poi ci troveremmo davanti al primo caso di un accoltellato che nel corso del suo interrogatorio omette di dire di aver subito una simile aggressione, ricordando solo le botte”.

Cosa è successo il 3 maggio scorso a Roma?
“A Tor di Quinto non è andata in scena nessuno scontro tra ultrà. Gastone e i suoi compari hanno posto in essere un atto di tipo quasi terroristico. Ciro ha evitato che su un bus di innocenti, ci scappasse il morto. E ha pagato con la vita la sua generosità”. 

Fonte: Il Mattino

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