Non è il momento di alzare i forconi

Rudi Garcia, fonte foto: Instagram @sscnapoli

I giorni successivi alla partita Napoli-Lazio sono stati tutt’altro che semplici nell’ambiente partenopeo. La sconfitta contro i biancocelesti ha risvegliato dei malumori tra la tifoseria. C’è già chi grida al potenziale fallimento per la stagione 2023/24 criticando la scelta di rimpiazzare Luciano Spalletti con Rudi Garcia e quella di sostituire Kim Min-jae con il giovane Natan. La debacle contro la squadra allenata da Maurizio Sarri va sicuramente analizzata, ma non è il momento di abbattersi. I campanelli d’allarme non vanno sottovalutati (e hanno le loro fondamenta), però una stagione non può considerarsi segnata già alla terza giornata.

Uno degli aspetti da ammettere è che questo ko ha riportato l’ambiente Napoli in dinamiche nelle quali non si trovava da un po’. La scorsa stagione è stata un vero e proprio sogno, e anche quei pochi passi falsi non hanno portato alla nascita di veri e propri processi. I due pareggi consecutivi contro Fiorentina e Lecce, per quanto non annullarono lo sviluppo di alcuni mugugni, non sono paragonabili a questo stop interno. Nemmeno la fisiologica sconfitta contro l’Inter e la tripla sfida di aprile con il Milan (a scudetto quasi raggiunto) hanno spento così tanto l’entusiasmo. Napoli-Lazio non è paragonabile con quanto visto nella stagione 2022-23, anche per questo ha lasciato così tanta preoccupazione. L’immagine che quel gruppo così imbattibile possa tornare sulla Terra, unito ad una grande partenza delle milanesi, ha acceso le prime scintille.  

Uno dei capi d’accusa è quello del ritardo della società nelle proprie scelte. Tra tutte, la principale critica è quella della sostituzione di Kim Min-jae con Natan. Il brasiliano, arrivato dal Red Bull Bragantino, ha chiaramente bisogno di tempo prima di entrare appieno nelle rotazioni di Rudi Garcia. Anche se il suo profilo è interessante, c’è bisogno di un periodo di adattamento. Il coreano ha potuto permettersi una così veloce entrata in campo perché conosceva già il calcio europeo. Una scommessa più che un’operazione di mercato. D’altronde, non è facile sostituire un calciatore del livello di Kim. Tra le note stonate della vicenda c’è quella di non essersi messi subito in moto per trovare il suo erede. È questo il vero errore, non tanto puntare su un giovane che ha bisogno di tempo per integrarsi.  

Magari, un giorno Natan diverrà un pilastro della difesa del Napoli, e tutti tesseranno le lodi dell’operazione. Tuttavia, non si possono correre certi rischi. Per azzardare una scommessa del genere, bisogna muoversi decisamente prima, anche per favorire l’adattamento del giocatore. Da questo punto di vista, ingaggiarlo a gennaio e lasciarlo in Brasile o prenderlo subito all’inizio del mercato estivo per consentirgli di seguire per intero il ritiro sarebbero state mosse migliori. Non è il momento di polemizzare su questa scelta visto che il valore del difensore è ancora ignoto, ma una considerazione su come quest’operazione è stata compiuta va fatta.

A prendersi però le principali colpe di questa sconfitta è proprio Rudi Garcia. Il tecnico ha forse l’eredità più pesante di tutti: rimpiazzare al meglio Luciano Spalletti. Un compito che sarebbe stato difficile per chiunque, visto l’egregio lavoro compiuto dall’attuale Ct della Nazionale italiana. La prestazione fornita al Maradona contro la Lazio lascia immaginare che l’allenatore deve dare il massimo per non smarrire l’equilibrio creatosi la passata stagione. Però, non bisogna nemmeno lasciarsi prendere troppo dal panico. Critiche del genere sarebbero capitate con qualsiasi allenatore, una situazione del genere sarebbe stata difficile per tutti.

Pensare di rivedere un Napoli come quello dell’anno scorso è una perdita di tempo. Certo, il livello dei calciatori non si smarrisce da un giorno all’altro, ma perché si possa inaugurare un cammino del genere servono delle basi. La scorsa stagione, gli azzurri sono partiti con poco credito, con un gruppo affamato e con tanta voglia di stupire. Quest’anno invece, le attenzioni sui partenopei sono massime, non solo dall’Italia ma anche dall’Europa. Non c’è la possibilità di aprire un percorso trionfale di quel tipo, ma bisognerà lottare ancor di più per ottenere una singola vittoria. Ora è il momento delle conferme, di dimostrare di poter appartenere a quei livelli. Non serve solo spensieratezza, ma anche la mentalità che caratterizza le migliori squadre. Questa contro la Lazio è mancata, ed è il principale aspetto che Garcia dovrà curare, ancor prima dell’ordine tattico.

Però, non bisogna immediatamente crocifiggere l’ex allenatore della Roma. Come detto, il suo è un compito difficile, e il gruppo ha naturalmente bisogno di carburare e di metabolizzare i nuovi concetti. Ad esempio, se con Spalletti la squadra cercava poco la conclusione dalla distanza, con Garcia potrebbe essere uno dei fattori determinanti. Non si assorbono immediatamente delle nuove indicazioni, specie se quelle precedenti sono molto elaborate. Alla lunga però, a patto che si mantenga questo equilibrio, possono funzionare. Basti pensare ad un Napoli che possegga sia l’abilità di palleggiare come sa già fare sia quella di saper tirare da fuori quando serve. Le possibilità di sbloccare partite molto chiuse aumenterebbero. Però, la cosa più importante resta quella di non accantonare quanto tracciato in precedenza, perché è la base fondante sulla quale questa squadra si regge. Cambiare troppo potrebbe creare dei malumori all’interno del gruppo.

Altra cosa importante, non bisogna immobilizzarsi sull’obbligo di vincere nuovamente lo scudetto. Bissare il titolo sarebbe un’impresa clamorosa, la più grande nella storia del Napoli. La concorrenza è più agguerrita che mai, e quest’anno il campionato potrebbe essere assegnato anche all’ultima giornata. Anche solo confermare il piazzamento in Champions League sarebbe un ottimo risultato per questa stagione, viste le premesse con cui è cominciata. Rischiare troppo per poi eventualmente concludere una stagione in maniera disastrosa potrebbe causare lo sfaldamento del gruppo. Di conseguenza, bisognerebbe ricominciare dall’inizio. Dunque, è importante proseguire sempre con umiltà, sapendo che per quanto sia necessario affermarsi ulteriormente, lo è soprattutto stabilizzarsi a questo livello. Così facendo, non bisognerà aspettare troppo per un nuovo tricolore. Addirittura, potrebbe arrivare nel giro di pochi anni. Anche questo, sarebbe un risultato eccezionale per un club che ha vinto 3 scudetti in tutta la sua storia.

Casomai, il vero obiettivo è migliorarsi in Champions League. Nella massima competizione europea, il Napoli non sempre ha raccolto quanto seminato. Però, nella passata stagione gli azzurri hanno dimostrato l’inimmaginabile. Con una partecipazione al nuovo e ricchissimo Mondiale per Club in palio, ignorare questo scenario sarebbe folle. È qui che i partenopei possono affermarsi con i propri valori quali la spensieratezza e l’esasperazione di un calcio estetico. Da qua si potrà valutare se il massimo livello di questa compagine è già stato raggiunto oppure se questa può regalare delle sorprese inaspettate e continuare a far sognare.

Ciò che conta però è non creare processi già adesso. La stagione è lunga e una sconfitta, specie contro una squadra attrezzata come la Lazio, può capitare. La bravura sta nel non cadere in una spirale negativa e rialzarsi subito. Accendere adesso le prime polemiche potrebbe essere fortemente negativo e deleterio. Certo, ci sono degli aspetti su cui Rudi Garcia deve lavorare, e forse non sono pochi. Però, se Napoli-Lazio 1-2 non è lo 0-0 con la Fiorentina, non è nemmeno il drammatico 3-2 con l’Empoli o il triste 1-1 con il Verona. Non tutto è perduto per un ko, non è il momento di alzare i forconi.

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