EDITORIALE – Il miglior acquisto del Napoli sarà vincere domenica!

Ogni sessione di mercato regala sogni, speranze ma anche tante illusioni. È la sorte che, prima o dopo, tocca ad ogni tifoso. È una prassi imprescindibile per chi ama uno sport che ormai non ha più radici nei rettangoli verdi. Verdi, appunto, il giocatore del momento. Porta il suo nome la tempesta numero uno del 2018 che si è abbattuta sul Napoli e sul presidente De Laurentiis. Il creativo giocatore polivalente ed eclettico in forza al Bologna è stato fino a poche ore fa l’oggetto del desiderio della Napoli calcistica. È stato considerato l’amuleto imprescindibile per annaffiare i sogni scudetto di una città intera e per dare a Sarri quel giocatore con il quale “rivoluzionare” il reparto offensivo. Tutti, nessuno escluso, hanno parlato di questa trattativa criticandone i modi, i tempi e la comunicazione con la quale si è perpetrata la vicenda. Altri poi hanno dato fiato alla bocca addirittura offendendo il calciatore, reo di aver offeso il cavalcioni rifiutando una piazza più blasonata di quella rossoblu.

Continuare in questa gazzarra verbale e sproloquio, in alcuni casi turpiloquio, è attività poco utile e pratica. Il Napoli domenica è atteso da una partita che potrà decidere gli equilibri, spostarli come piace a qualcuno in un senso o in un altro. La Juve ruggisce prepotentemente dietro ad una sola lunghezza di distanza ed è pronta a sbranare la tigre azzurra qualora dovesse rallentare il passo. Non c’è tempo, spazio ed energia da sprecare nell’analizzare una componente di questo sport, non di certo la sua essenza. L’acquisto più importante non sarà Verdi e nessun altro. L’unico vero acquisto che il Napoli deve centrare è espugnare Bergamo: campo ostile ai colori azzurri soprattutto da quando siede sulla panchina orobica Gasperini. Brucia ancora l’eliminazione di coppa proprio contro l’Atalanta, senza poi dimenticare che il battesimo della squadra dei record bergamasca è nata proprio dall’ultimo incontro allo stadio Atleti Azzurri d’Italia.
Insomma, se il primo pensiero ad oggi è il mercato si rischia di smarrire il punto focale. Quest’ultimo è e deve essere solo e soltanto il campo. I migliori acquisti si celebrano sommando vittorie su vittorie. Perché vincere aiuta a vincere, perché vincere traccerà il solco di un “NO” che fa davvero male ed uno che, fino a prova contraria, non può sortire nemmeno il minimo effetto. Usciamo anche dal provincialismo raffigurato dal bisogno atavico di voler sentire addosso l’apprezzamento degli altri per stare bene. La Napoli calcistica, il suo passato, non ha bisogno del si di un signor nessuno perché stia bene. Basterebbe pensare ai tanti si ottenuti da fior di campioni nel corso della sua storia. Il passato è e resta solo passato, nulla di più. Oggi c’è una realtà che ha bisogno di essere alimentata dalla realtà, non ha bisogno di sogni, sostanze ed illusioni. Non ha bisogno del mercato per fiorire. Il primato, da solo, vale più di tutta una sessione di mercato.

Certo, resta che l’esposizione mediatica negativa subita dal Napoli è stata la più grande, ed unica, vera delusione della trattava Verdi. Non è da giudicare la scelta o meglio dire la non scelta del ragazzo, legittima tra l’altro. Si giudica l’atteggiamento della società che viene pubblicamente sbeffeggiata da un ragazzino pavese. Una società prima in classifica che incassa un no planetario. Ricordando sempre che il giocatore in questione non è il pallone d’oro e non gioca nel Real Madrid. Sempre doveroso ricordarlo. Non è ammissibile che superata la metà di gennaio ancora non sia a disposizione di Sarri ciò di cui dispone. Anche se, tanti diranno, che il mercato di gennaio è una selva di serpenti dove non si fanno affari. Quest’ultima dichiarazione appare come un paracadute per coloro che, a tutti i costi, vogliono trovare spiegazione positiva a qualsiasi cosa, in modo così fanciullesco da dare anche il voltastomaco.

Ad ogni modo, si chiuda al volo un capitolo che non deve aver rilevanza nell’attuale momento azzurro. Conta il campo, il calcio vero. Conta pensare all’Atalanta e nulla più.

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