EDITORIALE – I fari spenti e la storia illuminano la contesa

Dopo la sosta delle Nazionali si riparte in Serie A. Si gioca la terza giornata di campionato ed apparentemente il verdetto è già scritto. La vittoria casalinga juventina sembra pratica già archiviata sul malcapitato Sassuolo così come il suo sesto scudetto consecutivo. Il Napoli andrà a Palermo e non avrà vita facile.

Ad Allegri non manca occasione pubblica e non per mantenere alta la tensione e l’attenzione visti gli impegni che attendono i suoi e le alte aspettative che storicamente li cingono. Alla finestra il Napoli di Maurizio Sarri che orfano di Higuain parte in sordina. Nessun addetto ai lavori accredita gli azzurri di poter insidiare l’egemonia bianconera. Questo dato merita una riflessione proiettata sulla realtà calcistica napoletana.

In soccorso, come spesso accade, viene la storia. L’anno scorso ad esempio c’era molto scetticismo intorno al Napoli di Maurizio Sarri. La delusione per il fallimento beniteziano era fortissima ed i tifosi amareggiati mugugnavano parecchio. Risultato ? Secondo posto degli azzurri e il più bel calcio d’Italia che ha permesso loro di contendere quantomeno fino a febbraio il titolo alla Juventus.

Per evitare gli errori di giudizio successi in passato la cautela sulla competitività del Napoli è quantomeno d’obbligo. Errato sottovalutare il progetto dell’Inter, l’altra milanese e la Roma stessa. La contesa dunque è più incerta di quanto si creda. Il progetto Napoli appare il principale antagonista allo strapotere juventino: è al suo secondo anno di continuità tecnico-tattica, il gioco è consolidato e sembra poter sopperire all’assenza di Gonzalo Higuain. I giovani acquistati a centrocampo possono dare i tanto agognati ricambi di qualità all’allenatore.

C’è la Champions, non dimentichiamolo ed importante sarà la capacità di Sarri di ruotare gli elementi della rosa senza che il rendimento generale ne risenta. In questo la storia non viene in aiuto visto che è la prima volta che l’allenatore toscano si misura con questa realtà. Il materiale umano a disposizione è adeguato alle competizioni e Milik sembra garantire un ottimo gruzzolo di reti pur non essendo come Higuain. Self control giudizioso e giudiziale: la qualità della rosa, i fari spenti e la storia lo impongono.

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