ADL: “Ad Empoli mi sono vergognato. Vi spiego perchè quest’anno sono stato poco vicino alla squadra. Su Mertens, Kvaratskhelia e i tifosi…”

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Sono in onda adesso sull’emittente le parole del patron, leggile qui di seguito:

Il problema del ritiro è che successivo ad una vampata di calore che ti prende da tifoso perchè quando uno vede una partita di calcio diventa un tifoso anche se è il presidente. Quelli che vengono allo stadio sono tifosi che meritano rispetto, domenica ero diventato rossissimo per 20 minuti successivi a quei 9 minuti di Empoli-Napoli, tant’è che mia moglie mi ha chiesto se mi stavo sentendo male. Sono rimasto male per aver offeso l’identità del napoletano, di quelle 5mila persone venute fino a lì e di tutti quelli che ci guardano”.

“Quando senti dire che forse ci vuole il ritiro, poi a freddo ci rifletti e pensi che sia una stupidaggine arcaica di calcio vecchio. Il calcio è un’industria con regole precise. Io a volte sorrido quando leggo che io sono un padre padrone, che non ho messo delle persone al posto giusto in società. Io piuttosto credo che il Napoli in 17 anni ha fatto una cavalcata senza precedenti, quando io sono arrivato il Napoli non esisteva e per rispetto l’ho chiamato Napoli Soccer. Poi al ritorno in Serie B abbiamo recuperato la SSC Napoli. La cavalcata è senza precedenti visto dove eravamo, non esistevamo per la UEFA. Poi siamo arrivati in Serie A grazie ad Edy Reja, ai giocatori e al tifo (alla prima di Serie C erano 60mila al San Paolo). Poi abbiamo avuto una continuità che ci ha portato tra i 15 club più importanti che esistono, ma il Covid ci ha massacrato. Abbiamo perso oltre 200 milioni. Abbiamo preso sotto gamba la pandemia pensando che fosse un male passeggero, ad un certo punto abbiamo fatto mercato invernale prendendo Lobotka, Demme e Petagna, investendo tanto in Osimhen e precedentemente in Lozano, ma purtroppo ci siamo ritrovati con sponsor che andavano via, con stadi chiusi, con delle entrate che non c’erano più e eppure siamo ancora qua e qui vogliamo rimanere”.

La cena di ieri? Con lo staff e Spalletti ho parlato la mattina nell’ufficio di Luciano, gli ho detto che erravamo partiti vincendo 10 partite e pareggiandole una, non avevamo nemmeno Lobotka. La preparazione che abbiamo fatto in estate ha dato risultati pregevoli, poi qualcosa è successo. Ieri ho chiesto se fossero sicuri che non ci sia stato un rallentamento negli allenamenti, loro mi hanno risposto di no. Ho piena fiducia in Spalletti e l’ho pregato di valutare bene queste ultime partite perchè noi dobbiamo riconquistare la Champions. Ci mancano 4 punti, pensare di non farli in quattro partite sarebbe un puro fallimento. Ieri sera mi sono seduto vicino ai calciatori, gli ho detto che devono pensare che non solo sono miei dipendenti ma delle singole aziende, quindi come gruppo devono combattere col coltello tra i denti, perché ne va di mezzo la loro credibilità professionale ed etica. Devono difendere il colore azzurro, per me sono un gruppo straordinario ed è un peccato che non massimizzano. Qualcuno ha avuto la forza di entrare nel merito e mi è piaciuto molto. Gli ho detto che i tifosi hanno sempre ragione, perchè loro non sanno tutte le verità che stanno dietro ad una società, il tifoso va allo stadio e vuole sublimare e recuperare le ansie che la vita gli procura durante la settimana, come un ammortizzatore sociale”.

Mertens? Gli avevo mandato una medaglia con le immagini del Vesuvio da mettere al collo del bambino, poi sono andato a trovarlo. Siamo stati lì a parlare sulla sua terrazza. Rinnovo? Gli ho detto che ha un’opzione per un altro anno, in questi ultimi tre è successo di tutto e quindi è necessario sedersi e se vuole veramente rimanere legato alla squadra e alla società, noi siamo qui. Lui è innamorato dello stile di vita di questa città, dove ha lasciato veramente il segno. A lui andrebbe consegnato un pallone tutto azzurro con la scritta in oro Grazie Dries. Penso che non ci dovrebbero essere problemi, ma nella vita mai dire mai”.

Napoli dell’anno prossimo? Noi dal 22 maggio dovremo fare una full immersion di pensiero per analizzare su dove sta andando il calcio. Secondo me c’è chi vuole attaccare la medaglia e non pensa di fare dei danni, perché le partite stanno diventando troppi e a discapito dei campionati nazionali. Chi è l’utilizzatore finale del calcio? Il tifoso, quindi tutto questo viene fatto in dispregio del tifoso stesso. Mi riferisco anche alla Superlega. Il calcio è industria? Sì, allora le leghe devono sapersi auto-amministrare. O si riducono le squadre nazionali o mi devono spiegare come si fanno a fare tutte queste partite senza incidenti, altrimenti si dovrebbero avere squadre di 40 giocatori, cosa impossibile”.

“Speriamo di aver fatto un colpaccio con Kvaratskhelia. Rifondazione? No, faremo un adeguamento a quello che sarà il mercato del calcio nazionale e internazionale. Anche le squadre minori si sono molto migliorate, ma bisogna creare delle regole per iscriversi al campionato con i conti in ordine. Gravina? Le proposte devono nascere nella Lega stessa, non dalla Federcalcio. Si sono invertite troppo le parti, siamo noi che finanziamo la FIGC“.

Non si può venire in Serie A senza fare mercato, e non bastano i prestiti. Poichè questa è un’iterazione che sento anche da squadre medie, vuol dire che c’è qualcosa che non sta funzionando. Sento che bisogna ridurle a 18, allora ci cerca di modificare le modalità di votazione in lega affinché si possano fare dei giochi disonesti di potere, e ne viene penalizzato il calcio italiano che diventa meno competitivo”.

“Quest’anno non sono stato molto a Castel Volturno perchè c’era un nuovo allenatore e ho pensato che se fossi stato qui tutti i giorni non sarebbe stato molto d’aiuto visto il palmares di Spalletti. Ho chiarito ai ragazzi che l’obiettivo era la Champions, lo scudetto lo avete creato voi. Sono preoccupato di questa continuità negativa del San Paolo. Si sono incazzati sia Maradona che San Paolo, chiamato in causa come se fossero responsabili del nostro rendimento. Ma lasciamo stare i santi e chi è stato un vero protagonista della storia del Napoli. Credo che i problemi siano di una valutazione che farò a fine anno su tutti i vari reparti che non rimangano separati, per poi addossarsi reciprocamente le responsabilità”.

Infortuni muscolari? Confronterò anche con le altre squadre, e sempre con serenità affronteremo il problema. Ho un messaggio per i tifosi: chiedo scusa a nome di tutta la squadra, venite sempre allo stadio perché abbiamo bisogno del vostro tifo caloroso. Non ascoltate le cavolate dai vari servizi dei giornalisti. Il Sud sono 200 anni che fa invidia al mondo, è una croce che dobbiamo portare sulla nostra spalla ma che ad un certo punto ci farà comandare e raggiungere i traguardi che vogliamo”.

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