Il camaleontico Ancelotti e l’invenzione europea: Makismovic apre nuovi orizzonti

Il cambio di tecnico a cui abbiamo assistito tutti, quest’anno, ha senza dubbio stravolto le vecchie abitudini sulle quali ormai, chi più e chi meno, aveva ormai fondato un dogma inequivocabile.
Volendo trovare un unico elemento distintivo rilevante tra le filosofie di Sarri e Ancelotti – senza scadere nelle fastidiose ‘etichette’ – risulta facile evidenziare la grossa propensione alle rotazioni ed alle innovazioni tattiche che il nuovo tecnico possiede in modo più spiccato del vecchio.

Una tra le decisioni più rilevanti di Carlo Ancelotti, da quando siede sulla panchina del San Paolo, è senza dubbio quella di modificare il piano di gioco impostato da Sarri (e dunque l’emblematico 4-3-3) portandolo ad un particolarissimo 4-4-2, adattando alcuni centrocampisti come Zielinski e Fabian a giocare più larghi, ricoprendo il ruolo delle cosiddette ‘ali’.

Il camaleontico Ancelotti ha dato una forte impronta della sua filosofia su un gruppo ben disposto ad apprendere novità molto interessanti: modificare il proprio assetto, modulo e persino ruolo dei calciatori in base alle specifiche esigenze di una singola partita.


Adattarsi a nuovi ruoli, dunque, è toccato proprio all’ex precario Nikola Maksimovic, difensore centrale serbo molto voluto dal club ma poco impiegato nel corso degli anni (mandato addirittura in prestito in Russia) che, al suo ritorno tra gli azzurri, si è visto riservare un trattamento del tutto insolito: giocare terzino destro nelle partite di Champions del Napoli.

Ebbene, data la stazza dell’ex Torino che lo rende poco incline al ruolo di esterno (193cm per 82 kg), in pochi avrebbero realmente riposto fiducia in una simile invenzione, soprattutto se fatta in virtù dei match più importanti della stagione, quelli di Champions contro Liverpool e Psg, ad esempio.
Invece, al contrario delle più nere previsioni, il 27enne serbo ripaga subito la grande intuizione del mister e mette in mostra tutte le sue doti tecniche, abbinate ad una prestanza fisica difficilmente contrastabile e raffinata da ottimi meccanismi tattici.

Il Napoli ‘europeo‘ di Ancelotti si fonda su una ‘finta’ difesa a quattro, composta dai soliti Albiol e Koulibaly centrali, Mario Rui a sinistra e Maksimovic a destra ma che si omologa al resto della squadra in fase di impostazione alzando Rui al pari dei centrocampisti ed avvicinando il terzino destro (appunto, Maksimovic) ai tre centrali.

L’esperimento proposto dal nuovo tecnico azzurro, come dimostra l’ottimo cammino in Champions dei partenopei, è stato più che incoraggiato dalle quasi perfette prestazioni di Maksimovic: ottimo in fase di impostazione, godendo anche di una discreta licenza ad impostare, perfetto in fase difensiva con chiusure tempestive e vigorose, frutto del suo passato da difensore centrale.

Indicazioni molto incoraggianti, dunque, fornite a Carlo Ancelotti da un gruppo che nel suo insieme ha saputo ben conformarsi alle sue idee innovative e che mostra i suoi elementi sempre pronti alla chiamata.


Date le indiscrezioni su un possibile addio di Hysaj a gennaio, la possibilità di poter contare su un professionista come Maksimovic per coprire quella fascia insieme a Malcuit, fa dormire sonni più tranquilli al tecnico partenopeo.

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