MARCA – Maradona e la voglia di tornare in panchina: “Vorrei un club che mi dia l’opportunità di lottare per qualcosa! Purtroppo questo calcio è una mafia… Ho parlato con Infantino per combattere. Su Messi e Ronaldo…”

Come sempre senza peli sulla lingua, schietto e diretto con tutti, Diego Armando Maradona non risparmia critiche nemmeno nell’intervista esclusiva concessa al quotidiano spagnolo Marça. Sul banco degli imputati la Fifa, con un duro attacco al massimo organo calcistico mondiale in apertura di intervista: “Un dirigente che non ha mai giocato a pallone e che non ha mai dato nulla alle persone come abbiamo fatto io e tanti altri campioni non può comandarci! Bisogna combattere per il calcio, l’ho detto a Infantino e mi ha risposto che collaborerà: il calcio è dei calciatori, non dei dirigenti… Platini? Non ha portato niente di buono ai calciatori, come se avesse sputato nel suo piatto. Non ci ha dedicato nemmeno un minuto…”.

Poi un focus sul suo momento attuale…E’ un periodo meraviglioso della mia vita, sono felice. Vivo con la gente che amo, i miei figli e mio nipote stanno bene. Sono in pace con tutti, con Dio, e sono amico di Francesco, il nostro Papa, che rappresenta la Chiesa che abbiamo sempre voluto”. 

Carriera da allenatore? “Non vedo l’ora di ricominciare. Purtroppo però il calcio è una mafia. Gli agenti controllano tutto, anche gli allenatori. Non c’è meritocrazia, se non paghi non vai da nessuna parte… Io ho cominciato ad allenare senza dar nulla a queste persone. Benitez, che stimo molto, è andato malissimo al Real, ma non mi si venga a dire che è stato perché non aveva i giocatori! Ha fallito e guarda caso dopo un po’… gli danno tre anni al Newcastle! Come si spiega?  Non so se sia normale. Ora vorrei avere la chance di allenare un club che punta a vincere qualcosa, ma sembra che non basta essere stato un buon giocatore per essere un allenatore”.

Messi-Ronaldo? “Superiori alla norma. Cristiano mi piace perché ci mette sempre la faccia. Su Leo dico sempre le stesse cose, mi annoia ripeterlo: basta che vinca la Coppa del Mondo e verrà ricordato come un fenomeno. Va lasciato in pace, ha tutto il diritto di rinunciare alla nazionale come aveva fatto…”.

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Fonte: Marça

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