Retròpassaggio – Riscoprendo Reja, l’uomo del ritorno del Napoli in Serie A

    Che cosa, o chi, accomuna Atalanta e Napoli, prossime avversarie in campionato? No, non stiamo parlando della monetina ad Alemao nel 1990, bensì di Edoardo “Edy” Reja (nella foto).

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    Probabilmente il cuoco che cucinò il succulento piatto Napoli nel prestigioso ristorante della Serie A. Allora, tra gli “ingredienti” di quel piatto, c’èrano Gennaro Belzebù Iezzo e il Pampa Sosa, ma qui finiamo fuori tema.

    Dunque, un fattore comune tra orobici e partenopei può essere senz’ombra di dubbio l’allenatore italosloveno. Un passato da giocatore, per Edy, nato nel 1945: dopo le esperienze alla SPAL, al Palermo (foto) e all’Alessandria, Reja concluse la sua carriera da giocatore nel 1977 al Benevento.

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    Edy, così come viene simpaticamente soprannominato, non perse tempo, una volta appesi gli scarpini al chiodo: decide di allenare e, dopo una lunga gavetta non esente da delusioni (si notino le promozioni mancate con Cosenza e Salernitana negli anni ’90 per quisquilie) gli viene affidata una squadra dal nome pesante. Una Ferrari, se vogliamo, che doveva tornare competitiva: quella Ferrari si chiamava Napoli e Reja riuscì nella grande impresa: riportare i partenopei in Serie A. Dopo un avvincente duello in cadetteria con Juventus e Genoa (stagione 2006-2007), Reja ritorna ad allenare nella massima serie dopo la parentesi Vicenza (2000-2001).

    Il Napoli allenato da Reja, da poco tornati entrambi in Serie A, non era, e non solo per il nome, una neopromossa qualunque. Il Napoli partì forte e, specialmente dopo la seconda giornata (vittoria per 5-0 in casa dell’Udinese), i supporters partenopei potevano coccolarsi i due nuovi crack della loro squadra del cuore: Lavezzi e Hamsik. Quest’accoppiata vincente (nella foto, durante la loro presentazione alla stampa), insieme agli altri componenti del team allenato da Reja portarono il Napoli fino all’ottava posizione in campionato e agli ottavi in Coppa Italia.

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    Ma intanto il matrimonio tra il Napoli e Reja inizio lentamente a sfaldarsi, fino a culminare con l’esonero del friulano, avvenuto il 10 marzo 2009. Ma il rapporto con De Laurentiis, però, rimase del tutto buono: “Un amico, uno di famiglia, uno che avrà sempre la porta aperta al Napoli”, dirà di lui il patron.

    Si concluse così la sua avventura all’ombra del Vesuvio, dopo 188 partite allenate in cinque stagioni. Reja, che detiene assieme ad Ottavio Bianchi il record di stagioni (cinque) al timone del Napoli, proseguì la sua carriera d’allenatore e, dopo le parentesi Hajduk Spalato e Lazio, divenne allenatore dell’Atalanta nella passata stagione, subentrando a Colantuono. Con i nerazzurri, Reja ottenne una salvezza sofferta e, successivamente, decise di non proseguire il suo rapporto di collaborazione con la società orobica.

    Reja, un uomo semplice, un allenatore che ha sempre tratto il meglio dai suoi uomini. Un allenatore che ha restituito al Napoli i galloni della squadra vincente.

     

     

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