Comincia la risalita azzurra: col Sassuolo primo passo verso una posizione di prestigio

Quello del Napoli è stato un significativo passo in avanti. Per la vittoria e per il recupero di un’identità che gli azzurri sembravano aver smarrito. Contro il Sassuolo si è vista una squadra corta, aggressiva, padrona del campo almeno per 70’; neanche un rischio corso. Poi è uscito Higuain e il suo sostituto Zapata non ha avuto lo stesso impatto su compagni e avversari, il Napoli è arretrato e ha corso qualche pericolo nel finale (la traversa di Peluso). Questo significa che il miglioramento della squadra è appena agli inizi e che c’è ancora tanta strada da percorrere per recuperare una posizione di prestigio in un campionato che ha espresso – o meglio: ha ribadito – due soli valori importanti,quelli di Juve e Roma.

Le prime giornate hanno confermato un livellamento tendente al basso. Ha funzionato il confronto tra Rafa e la squadra dopo il pari contro il Palermo: c’è stato un chiarimento su questioni tattiche, non più rinviabile. E la riposta è stata pronta. La difesa è stata blindata: Koulibaly si è spinto con profitto in avanti e da una sua percussione è stata originata l’azione che ha portato alla combinazione Higuain-Callejon per l’1-0; Zuniga sulla corsia destra (la posizione in cui gioca nella Colombia) è stato efficace anche nella fase di spinta. Due lottatori i mediani Gargano e David Lopez, davanti convincenti l’argentino e lo spagnolo. La voglia di superare la crisi si è vista in un primo tempo impeccabile,con gli azzurri che si scaraventavano nella metà campo del Sassuolo e poi coprivano, accettando il sacrificio fondamentale in un modulo come quello di Benitez.

Gioco e intensità dovranno essere riproposti in futuro. Non bastano assist e gol dei campioni per emergere, serve il collettivo che si è visto sul campo del Sassuolo e ha ragione Benitez quando dice che sorriderà dopo cinque vittorie. Juve e Roma hanno già preso il largo e addirittura già il confronto diretto di domenica potrà dare qualche indicazione in più sulla sfida scudetto. Le milanesi, così brillanti in avvio, si sono fermate: il Milan ha confermato i suoi limiti a Cesena mentre l’Inter è stata travolta dal Cagliari, che ha giocato alla Zeman, regalando una gioia al sessantasettenne boemo che era probabilmente l’unico a credere in questa clamorosa impresa, perché le utopie sono la sua ragione di vita. Sorprendente il gruppo di Mazzarri: ha perso la partita, e soprattutto la testa, quando è rimasto in inferiorità numerica.

Fonte: Il Mattino

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