Napoli, due schiaffi che ora mettono paura!

Che potesse essere una serata negativa per il Napoli si era capito già al 4′ di gioco quando Icardi, al momento del passaggio che lo pone dinanzi a Reina, non viene ravvisato in fuorigioco e così a campo aperto può colpire e regalare il vantaggio ai nerazzurri. Gara da subito complicata e in salita, Napoli costretto a recuperare contro un’Inter che abbassa il proprio baricentro cercando di limitare l’incedere degli azzurri, preferendo sfruttare l’arma del contropiede piuttosto che un gioco propositivo.

Il Napoli palleggia bene e cerca attraverso il fraseggio di superare le due linee a quattro che l’Inter pone a difesa. Attacco però sterile e povero di conclusioni a rete, la mole di gioco degli azzurri sbatte sul muro degli uomini di Mancini che sono bravi a contenere e chiudere ogni spazio possibile. Un Napoli inaspettatamente impreciso negli ultimi trenta metri risulta incapace di pungere con i propri uomini migliori, rendendo via via che i minuti passavano la rimonta sempre più difficile. Insigne pur cercando di variare il proprio gioco accentrandosi più volte non riesce a dare alcuna scossa propositiva alla manovra e, all’inizio del secondo tempo, Sarri gli preferisce Mertens. Anche il belga risulta evanescente, fatica a saltare l’uomo e quindi a creare pericoli nell’area dell’Inter, stessa sorte toccata a Callejon che però ha il merito di aver dato vita all’unica occasione da rete nella ripresa, quando ormai i nerazzurri godevano del doppio vantaggio. Se nella sfida casalinga con il Verona abbiamo elogiato l’attacco azzurro, oggi nessuno raggiunge almeno un voto sufficiente. Gabbiadini ha sofferto una solitudine imbarazzante figlia dell’incapacità dei propri compagni di servirgli palle adeguate da poter trasformare in qualcosa di pericoloso. Nella ripresa è sembrato addirittura fosse uscito dal campo, risultando sistematicamente fuori dal gioco.

Una prestazione brutta, distante dagli standard a cui gli uomini di Sarri avevano abituato. L’incapacità di creare occasioni da rete e l’arrendevolezza con la quale si è giunti a questa sconfitta suonano come un campanello d’allarme preoccupante, il punto di forza degli azzurri è stato annullato con troppa facilità e neppure i cambi tattici hanno posto rimedio. Sterilità che nella ripresa, quando invece lecitamente ci si aspettava qualcosa di più, è paradossalmente cresciuta tant’è che mai si è percepita anche la più piccola possibilità che la partita potesse riaprirsi.

Due schiaffi che fanno male, che schiacciano al suolo anche quelle poche residue chance scudetto e spaventano in ottica secondo posto. La Roma vincendo domani accorcerebbe in classifica a soli tre punti dagli azzurri, potendo godere del vantaggio di giocare in casa lo scontro diretto con il Napoli il 25 aprile. Una situazione che non può far dormire sonni tranquilli quindi, soprattutto valutando l’aspetto psicologico che vivono gli azzurri. Se i giallorossi sembrano lanciati in una rincorsa gratificante, il Napoli sembra aver smarrito quelle certezze che l’hanno reso forte e apprezzato. Il rischio che la corsa scudetto abbia sfibrato gli uomini di Sarri esiste e, dopo “l’assenza” di gioco offensivo evidenziata stasera, potrebbe palesarsi all’orizzonte anche la beffa di smarrire la piazza d’onore.

La speranza è che sia stata solo una partita nata male e finita peggio, avendo la possibilità già martedì con il Bologna di riprendere la strada della vittoria. L’assenza di Higuain ha pesato come un macigno, sapere di poter contare su di lui per la sfida decisiva con la Roma è un sollievo che può far sperare in qualcosa di diverso in attacco e, per conseguenza logica, anche in un risultato positivo.

Il Napoli ha la necessità assoluta di alzar la testa, ritrovare se stesso e la propria identità. La resa che nella ripresa ha manifestato dovrà essere sostituita con quella rabbia agonistica senza la quale anche il secondo posto rischia di diventare un sogno infranto. Ora come non mai vige un unico imperativo: NON MOLLARE!

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