Le note di MN / Un Mertens immortale ed un grande cuore non bastano

Un grande Napoli che, nonostante le assenze, riesce a mettere in difficoltà una super Atalanta allo stadio Diego Armando Maradona e che perde, ma a testa altissima. I neroazzurri sono una grande squadra e lo hanno dimostrato anche questa volta, giocando con grande personalità e vincendo uno scontro diretto che li inserisce definitivamente nella corsa scudetto e che porta il Napoli al terzo posto, a due lunghezze dal Milan capolista. Proviamo a riassumere il match in cinque punti:

  1. Mertens immortale. Ciro ‘l’immortale’, come il personaggio di Gomorra interpretato da Marco D’Amore. Nessun soprannome può essere più adatto per il folletto belga che, ancora una volta, è decisivo nel match. Viene chiamato in causa e lui risponde sempre presente, con quella classe che ne fanno uno dei calciatori leader di questa squadra. La rete, la quarta consecutiva, dimostra grande padronanza tecnica e grande freddezza e lucidità a tu per tu col portiere, ma la sponda per Zielinski sul gol dell’1-1 è di un’altra categoria.
  2. Zielinski, finalmente la continuità. Sono 3 le reti nelle ultime 4 gare per il polacco, condite da due assist nella gara di Sassuolo. Finalmente sembrerebbe aver trovato quella continuità di prestazioni che gli mancava da tempo ed i risultati si stanno vedendo, con un Napoli che gira diversamente e lui che è sempre nel vivo del gioco.
  3. Malcuit, che impatto! Il francese è stato lanciato da Spalletti da titolare un po’ a sorpresa, ma lui ha risposto con una grande prestazione, soprattutto dal punto di vista offensivo. Il primo gol nasce da una sua giocata sulla fascia a liberarsi di Freuler e mettere una gran palla per Mertens in area di rigore, il secondo invece è proprio un suo assist al volo a lanciare il belga davanti a Musso.
  4. Petagna fuori contesto. L’ex Atalanta e Spal sembrava essere spaesato ieri, quasi fuori dal contesto del match. Entrato subito dopo la rete del 2-2 di Demiral al posto di Mertens per dare freschezza davanti e cercare di tenere palla, non riesce in niente. Sbaglia tutti i controlli, non riesce mai ad essere utile per la squadra tranne in un’occasione, nel finale si divora la rete dell’eventuale pareggio. Serata da dimenticare.
  5. Napoli, che cuore! Azzurri che, nonostante le mille defezioni, riescono a giocare quasi alla pari di un’Atalanta in grande forma e sulla scia dell’entusiasmo, che arriva al Maradona con la squadra quasi al completo (ad eccezione di Gosens). Spalletti ha dato una grande identità a questi ragazzi e questa gara lo ha dimostrato una volta di più.
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