Gattuso: “Fiducioso dopo la prestazione di oggi. Ho un appello per i tifosi”

    Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, ha parlato in conferenza stampa dopo il match casalingo perso contro l’Inter. Queste le sue parole:

    Può diventare un problema giocare al San Paolo?

    “Non dobbiamo pensare al San Paolo, la gente non ci può applaudire se non vinciamo dal 19 ottobre. Oggi la squadra ha giocato bene e dobbiamo continuare così, sembrerò pazzo ma io la vedo così. Dobbiamo lavorare per tenere meglio il campo e se continueremo così faremo qualcosa di importante”.

    Dove deve migliorare questo Napoli?

    “Dobbiamo provare a fare meno errori individuali, cosa possiamo rimproverare oggi alla squadra? Secondo me nulla. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare con 4 errori individuali. Non voglio trovare alibi ma è così. Da quando ci sono io abbiamo subito tre gol per scivolate dei miei giocatori, da domani vuol dire che controllerò anche i tacchetti.
    La squadra è viva, ogni giorno si allenano per 4-5 ore con entusiasmo. Sono fiducioso”.

    Se la sente di fare un appello ai tifosi?

    “Sono disposto anche ad incontrare i tifosi nonostante non sia roba mia. Noi siamo professionisti e non possiamo avere alibi, abbiamo il dovere di continuare a lavorare. I tifosi si aspettano cose diverse ed hanno ragione.
    Posso solo chiedere ai tifosi di venire allo stadio ed incitarci per 90 minuti, poi se a fine partita vorranno tirarci i pomodori non è un problema, ma noi dobbiamo sempre dare tutto”.

    Ti aspettavi una situazione del genere?

    Sì, altrimenti non sarei qui”.

    Preoccupato per gli infortuni e per gli acquisti che tardano ad arrivare?

    “No, con gli infortuni siamo in linea con tutte le altre società. Entro una settimana rientreranno quasi tutti. Di mercato non parlo, Giuntoli è molto bravo”.

    Perché i cambi solo all’80esimo minuto?

    “Considerato come stavamo giocando la partita non sarebbe cambiato nulla. Magari con due punte potevamo giocare diversamente, ma non avevo in testa nulla per cambiare in quel momento perché i giocatori stavano facendo quello che gli avevo chiesto”.

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