Gazzetta – De Laurentiis: “Fabian? Ecco quanto voglio per cederlo! Insigne, non ti capisco. Sul mercato di gennaio…”

    Aurelio De Laurentiis

    Senza timori e con estrema serenità. Aurelio De Laurentiis è ritornato a parlare dopo settimane di silenzio, determinato soltanto da altri impegni che l’ hanno distratto dal progetto Napoli. Il presidente non si è risparmiato nel giorno in cui ha apposto la firma sotto la convenzione che gli permetterà di utilizzare il San Paolo per i prossimi 5 anni con la possibilità di averne garantiti altrettanti alla scadenza dell’ accordo.

    Parliamo del caso Insigne, presidente. «Non riesco a comprenderlo, non capisco perché a Napoli non sia del tutto felice. È un grande giocatore, glielo riconosco, ma se ritiene che la sua avventura col Napoli sia finita qui, allora s’ impegni per non restare un incompreso. Lui è uno che non ha mai avuto un buon feeling con gli allenatori e non ne ho mai capito i motivi».

    Quali sono i problemi attuali? «Non li conosco. Gli voglio bene, ma se ha delle difficoltà soltanto lui le può superare. Io lo proteggo, ma lui deve capire che l’ organico è formato da 25 giocatori e che tutti sono utili. Sarebbe meglio se ci facesse capire cosa vorrà fare da grande. Se Ancelotti dovesse decidere di non utilizzarlo deve smetterla di uscirsene con battute e atteggiamenti di sfida».

    È dovuto intervenire Raiola per la seconda volta. «C’ era stato un primo incontro il primo maggio scorso, dopodiché il rendimento di Lorenzo si è involuto. Credo che Mino sia venuto per capire che cosa stia succedendo. La tribuna di Genk, in ogni modo, è stata una punizione di Ceferin».

    Ceferin? E cosa c’ entra il presidente dell’ Uefa? «Dovrebbe spiegare i motivi per cui in distinta devono esserci soltanto 18 giocatori. Allungando la panchina si eviterebbe di mortificare gli altri convocati».

    Si prospettano altri due casi, presidente, quelli di Mertens e Callejon, che hanno il contratto in scadenza. «Entrambi sono legati a Napoli. Io li stimo, avremo modo di incontrarci e parlare. Il Napoli è un club da amare, è come una bellissima donna. A loro due ho presentato un’ offerta otto mesi fa e di certo non posso andare oltre quanto loro proposto. Se poi vogliono andare a fare una vita di m… o le “marchette” in Cina, allora vadano pure. Ma ho fiducia, sono due ragazzi intelligenti».

    Occhio, presidente, la prossima estate potrebbe surriscaldarsi per Koulibaly. «Ad agosto scorso ho rifiutato 105 milioni di sterline (dal Manchester United, ndr) e sono consapevole che prima o poi sarà costretto a cederlo».

    Dalla Spagna, presidente, arrivano indiscrezioni a proposito di un interessamento del Real Madrid e del Barcellona per Fabian Ruiz: preoccupato? «Il giocatore piace, tantissimo. D’ altra parte, non avrei speso 30 milioni di euro per un ragazzo sconosciuto. Se mi offrono 180 milioni allora potremo anche discuterne».

    Avete in programma qualcosa per il mercato di gennaio? «Credo che non faremo nulla. Ammiro Tonali e Castrovilli. Il primo è di proprietà di un mio amico e gli auguro di cederlo per 50 milioni. Il secondo, invece, mi piace tanto».

    Scudetto, Champions League, Coppa Italia: a cosa punta il suo Napoli? «Lo scudetto è lì e lo vincerà chi sarà più bravo. Ma credo che più di quello che stiamo facendo non si può. Il nostro bilancio è positivo, grazie ad una gestione oculata, perché noi il rosso non possiamo concedercelo».

    In che senso? «Ci siamo tolti lo sfizio di avere un tecnico internazionale come Rafa Benitez e di ingaggiare l’ allenatore più vincente al mondo. Io sono un industriale nel mondo del calcio, non uno nominale come al Real Madrid o al Barcellona, devo unire i risultati della produzione a quelli economici».

    E si può vincere lo stesso con questa politica aziendale? «Con Mazzarri arrivammo in Champions League e avevamo un monte ingaggi di 30 milioni di euro. È difficile poter competere, a livello economico, con Juventus e Inter o Milan che è sull’ orlo del baratro».

    Perché intorno al suo Napoli non c’ è più la passione di un tempo? Nonostante nove anni continui in Europa, c’ è un entusiasmo relativo nell’ ambiente? «Non capisco, davvero. Prendete il Manchester City, l’ anno scorso ha vinto la Premier League e, adesso, è già a 8 punti dal Liverpool eppure nulla cambia. Io a questo gioco al massacro non voglio starci».

    Presidente, s’ è fatto un gran parlare intorno al suo silenzio, s’ è scritto e detto di un suo contrasto con Ancelotti: vuole chiarire meglio la questione? «Con Ancelotti ho un rapporto stupendo, lo terrei altri dieci anni. Con lui è impossibile litigare, è un uomo intelligente, costruttivo e educato. Lo sento tre volte al giorno, parliamo di tutto. Cosa volete che gli rimproverassi dopo il pareggio di Genk?».

    Lei ha avuto il plauso del Procuratore nazionale antimafia, Cafiero de Raho, per la sua politica adottata nella cura dei rapporti col tifo per evitare le infiltrazioni malavitose tra i giocatori. È una questione difficile da combattere secondo lei? «E’ una questione di volontà, perché la malavita si può sconfiggere. Ma in Italia non si fa niente. L’ ultimo provvedimento è stato quello dei tornelli, adottato dal ministro degli Interni, Pisanu, dopo la morte del povero Raciti. Il calcio è la panacea di un popolo sottomesso alla stupidità politica».

    Torniamo al campionato, presidente: la Juve potrebbe già fare il vuoto alle sue spalle, Sarri si sta confermando. «Ma lui è un grande allenatore, ha tanti pregi e qualche difetto. L’ esperienza inglese gli avrà fatto bene. Ora è in un club che ha una cultura vincente».

    Dica la verità, presidente: lo riprenderebbe Higuain? «Se Ancelotti me lo chiedesse, allora, perché no?».

    Intanto, c’ è l’ Inter che, insieme con il Napoli, vuole contendere lo scudetto alla Juventus: cosa teme dei nerazzurri? «Conte, è l’ uomo più pericoloso, sa tenere la squadra sull’ allerta come pochi».

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