Gazzetta: “Il turnover è una religione, tanti cambi anche contro il Genk”

    Sette volte su sette, mai la stessa formazione. Qualcuno ha ipotizzato che Carlo Ancelotti stia lavorando ancora alla fase sperimentale e non ha certezze. Qualcun altro, invece, è convinto che un turnover esagerato potrà creare problemi nel tempo. L’ argomento è parecchio discusso, insomma, mentre l’ allenatore va avanti per la sua strada. D’ altra parte, uno della sua esperienza non è facilmente condizionabile, lui crede nelle proprie idee e le porta avanti con ragionevolezza. Il turnover non è un vezzo, ovviamente. Gli serve per preservare i suoi giocatori e per tenere unito il gruppo. Ci ricorre sistematicamente, perché è consapevole della qualità dell’ organico che ha disposizione. «Se non avessi dei ricambi all’ altezza dei titolari, è chiaro che tanti cambiamenti non li farei», ha chiarito. Al di là della questione fisica, il turnover di Ancelotti ha anche una spiegazione tattica. Fin qui, ha provato moduli diversi e per ciascuno ha utilizzato i calciatori che meglio si addicono alle sue esigenze. Contro il Cagliari, per esempio, aveva optato per un attacco leggero ma rapido, ovvero, schierando Lozano e Mertens dal primo minuto, con risultati modesti. Domenica, invece, contro il Brescia, ha provato per la prima volta un mix tra rapidità e fisicità inserendo, contemporaneamente, Llorente e Mertens. Quest’ ultimo ha segnato il primo gol, mentre lo spagnolo ne ha sfiorato uno ed è stato molto attivo nel tenere bloccati i centrali di difesa isolani.

    Il criterio dell’ alternanza nasce anche dalla necessità di permettere ai giocatori di riprendersi dai traumi riportati in partita. Rispetto al passato, una squadra che riesce ad andare avanti in tutte le competizioni in cui è impegnata, può giocare oltre 50 partite. Il che significa andare in campo quasi ogni 3 giorni, un tempo ristretto, che non consente agli allenatori di poter svolgere il lavoro settimanale e non permette ai giocatori di recuperare del tutto. E ciò può creare problemi sulla tenuta nel momento in cui arriva il freddo e i primi campi pesanti. Un aspetto che Ancelotti e il suo staff curano con particolare attenzione per evitare infortuni e per arrivare in primavera e, dunque, nella fase finale del campionato, in buone condizioni per affrontare l’ eventuale sprint finale. Non esiste, al momento, una formazione titolare. Domani sera, contro il Genk, per la secondo giornata di Champions League, l’ allenatore cambierà nuovamente l’ undici di partenza. Ci sarà il ritorno di Lorenzo Insigne, mentre in difesa rientrerà Koulibaly che ha già scontato la prima delle due giornate di squalifica rimediate in campionato. In porta ci sarà Meret dopo aver ceduto il posto a Ospina contro il Brescia. Un’ idea di base, in ogni modo, ce l’ ha, Ancelotti. Ci sono dei punti fermi nel suo progetto. Meret, Manolas, Koulibaly, Callejon, Fabian Ruiz, Insigne, Mertens sono i giocatori che hanno maggiore minutaggio, perché rappresentano la spina dorsale di questo Napoli. Anche loro, comunque, vengono alternati, perché dal mercato sono arrivati giocatori importanti, Di Lorenzo è già una realtà, Llorente ha segnato 3 reti in 4 presenze stagionali e Elmas ha discrete capacità tecniche. Manca ancora Lozano, ma Ancelotti è convinto delle sue qualità.

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