Carlo mischia le carte: il vecchio, il nuovo e l’usato

Brutti e cattivi. Il Napoli sbanca la Dacia Arena e supera la prova di forza. Una vittoria netta con tre gol di scarto e porta inviolata, reti che portano la firma di Fabián, Mertens e Rog. Tre calciatori che raccontano una storia diversa e che adesso vedono i loro destini incrociarsi per volontà di Carlo Ancelotti.

Il vecchio – Marko Rog, ventitré anni e tutt’altro che anziano. Sono quasi tre anni che il croato veste la maglia azzurra, ma di lui non abbiamo alcun ricordo se non la tendenza a beccarsi qualche giallo di troppo. Potremmo paragonarlo ad un oggetto che non si trova da anni, dimenticato in uno sgabuzzino polveroso. Marko è un elemento considerato da Ancelotti, che lo ha impiegato per 187′ contro i miseri 361′ dell’intera stagione scorsa. Carlo l’ha ritrovato frugando in un ripostiglio chiuso a chiave, ahimè, da Maurizio Sarri, che mai ha apprezzato il suo diamante grezzo considerato troppo anarchico e tatticamente indisciplinato. Marko è in grande spolvero e Carlo lo sfrutterà a dovere.

 

 

Il nuovo – Fabián Ruiz, ventidue anni e piedino fatato (anche il destro). Facilità di tiro imbarazzante, mostrò tutta la sua classe già in Trentino nell’amichevole col Gozzano, quando scagliò il pallone nel sette con una frustata mancina. La rete con l’Udinese è solo un’ulteriore conferma delle qualità del ragazzo con l’otto sulle spalle. Ancelotti lo ha impiegato in tutti ruoli dal centrocampo in su: esterno di destra con il Parma, di sinistra con il Liverpool, interno di centrocampo, seconda punta e a tratti punta con l’Udinese. Il nuovo che avanza, spazio ai giovani, spazio a Fabián.

 

 

L’usato – Seppur non abbia trovato ancora la massima condizione atletica, Dries Mertens resta una pedina fondamentale nel Napoli. Lo fu per Benitez, lo era per Sarri e lo è per Carlo Ancelotti. Dries è l’usato sicuro, la via vecchia, quella su cui si fa affidamento per la certezza di non sbagliare. Con Milik rende meno, più efficiente in coppia con una seconda punta tra Insigne, Verdi e Ounas, il folletto belga che spaccava le partite solo a gara in corso è diventato bomber e non ne vuole sapere di tornare indietro. Carletto è avvisato.

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