CorSport: “Le quattro mosse di Sarri per battere il Feyenoord”

E quando l’ aereo decollerà, forse, si avrà una certezza: il resto, va da sé, resterà confinato nella stanza chiusa di Maurizio Sarri, tra le nuvole di fumo che aiutano a scrutare il campo, a leggere dentro al Napoli, a radiografarlo dopo aver dato un’ occhiatina al proprio libro bianco per avvicinarsi ad un’ idea di turn -over (massiccio) che consenta di credere nella Champions e non appesantisca verso il campionato. Però, a Capodichino, fors’ anche prima, almeno sarà chiaro e definitivo l’ Insigne-day, da consumare preferibilmente in casa, lasciandosi andare a un riposo rigenerante, per poi lanciarsi verso la Fiorentina, con la ritrovata freschezza del suo talento a cui per una volta, domani sera, bisognerà rinunciare: è il calcio del Terzo Millennio che obbliga a certe scelte, magari dolorose, ma non è il caso di rischiare ancora, d’ an dare a forzare su un sistema muscolare che vacilla, dopo sessanta partite consecutive.

DIFESA. Poi Sarri ragionerà su altro, su ciò che ha già fatto e che lo induce a rivedere qua e là qualcosina: in difesa, a esempio, è abitudine buona e giusta non caricare di minutaggio Albiol, un regista irrinunciabile per certi versi e per altri da alterna re con Chiriches, che garanzie ne offre. Però c’ è anche (forse) la tentazione di far rifiatare Mario Rui, che dopo un anno circa di inattività non può esagerare con i chilometri percorsi: dunque, si riscalda Maggio, per la corsia destra, mentre Hysaj si prepara per la corsia opposta. E saremmo già a tre….

CENTROCAMPO. Il quarto, ed è individuabile, sta nel cuore del centrocampo, è uno dei bambini d’ oro, si chiama Diawara, ha appena compiuto (luglio scorso) venti anni, ha la capacità per fare il regista e lo ha dimostrato ripetutamente in Champions Le Massimo rispetto per il Napoli e per la correttezza della Champions League. Ma si lotta su più fronti e chiunque, al posto del Manchester City, farebbe la stessa cosa, a pochi giorni da una stracittadina che potrebbe risultare decisiva per la conquista del campionato. E comunque non è certo colpa di Guardiola e del City se il Napoli si trova in questa situazione: avesse anche solo pareggiato in Ucraina non staremmo qui a fare certi discorsi. Questo, in sintesi, il messaggio che viene da Manchester, dove Guardiola ha deciso di ague, che sembra sia una sorta di riserva naturale: toccherà ancora a lui, di nuovo a lui, in competizione ormai da sempre con Jorginho, con il quale si alterna una partita sì e l’ altra pure. Dovrebbe e potrebbe accadere anche in Olanda (a dirigere la gara con il Feyenoord sarà l’ inglese Micheal Oliver), contro una squadra che, non avendo nulla da perdere, vorrà giocarsela, dunque concedere campo e aperture per lanci che Diawara ha nelle proprie corde. Poi rimarrà (rimarrebbe) tutto invariato: Allan a destra e Hamsik a sinistra, altrimenti sarebbe rivoluzione allo stato puro ed esagerare proprio non si può.

ATTACCO. La rinuncia ad Insigne basta e avanza per rimodellare un settore che, da sedici partite consecutive, rappresentava una certezza assoluta, inattaccabile, inaffondabile: stavolta a sinistra dovrebbe andarsi ad accomodare Zielinski, che sembra in lieve e però percepibile vantaggio rispetto a Giaccherini e a Ounas, eventualmente utili a partita in corso, per tentare di cambiarla ancora, perché giocando ogni tre giorni non ce n’ è mai abbastanza.

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